ANSELMI RESPINTO NELLA SUA CORSA AL PARLAMENTO
Era di oggi la notizia della volontà di Gianni Anselmi, sindaco di Piombino in carica dal 2005, di concorrere alle primarie per partecipare alle primarie PD, per avere un seggio in Parlamento. Ma subito arriva la risposta: la sua richiesta è stata respinta perchè necessitava una deroga al regolamento dello stesso partito che impedisce ai sindaci di città con oltre 5000 abitanti di candidarsi. Deroga che però non è stata concessa.
Anselmi aveva espresso la sua volontà di candidarsi attraverso una lettera, in cui spiegava la sua decisione. «Tra un anno non sarò più sindaco e c’è che il rischio che le grosse questioni su cui abbiamo lavorato, bonifiche, infrastrutture e industrie diventino un patrimonio disperso».
E ancora: «Vedo Piombino come un paradigma del nostro tempo. Qui si è realizzato nel tempo un intreccio unico ed esemplare tra produzione e territorio, lavoro e ambiente, industria, civismo e cultura. Qui il tema della competitività della grande manifattura, che da noi ha segnato un pezzo rilevante della siderurgia italiana, chiama in causa le ambizioni necessarie di politiche industriali e infrastrutturali almeno di rango nazionale che sappiano unire incisive scelte di settore con soluzioni efficaci nel campo delle bonifiche, del risanamento ambientale e del riuso delle aeree produttive».
Una sorta di continuum con il lavoro fatto fin ora quindi, da quello che si evince dalle sue parole, per dare un seguito alla sua esperienza. «In questi anni – prosegue la lettera – misurandomi con continuità sui temi del territorio, ho avuto il privilegio di maturare esperienze, competenze e relazioni, in particolare con i ministeri dell’Ambiente, dell’Industria e delle Infrastrutture. Sono stati innescati significativi processi amministrativi concordati con il governo centrale, la Regione e il Comune. (…) È per questi motivi che ritengo utile mettere a disposizione della città e del territorio e del mio partito questo patrimonio personale e collettivo che ho accumulato e che rischia di andare disperso, con l’ormai imminente scadenza del mio secondo ed ultimo mandato da sindaco, candidandomi alle elezioni primarie del Pd».
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Prima di apprendere la notizia della negazione della deroga, il Comitato per Renzi dela Val di Cornia aveva condiviso questo comunicato stampa, che pubblichiamo integralmente, per sostenere la ca,didatura di Anselmi. Ricordiamo dunque che nel caso avesse potuto concorrere, si sarebbe scontrato con Silvia Velo.
«Il comitato per Renzi Piombino-Val di Cornia si è riunito ieri sera a Piombino per discutere sulla proposta avanzata dalla segreteria nazionale del PD di procedere a primarie aperte per la selezione dei candidati al Parlamento. La decisione di fare le primarie è ovviamente apprezzata dal nostro Comitato, ma la ristrettezza dei tempi e il periodo nel quale si svolgono le rendono queste meno aperte di quanto avrebbero potuto essere, perché di fatto non consentono la partecipazione ad armi pari di eventuali candidati che sono o più lontani dall’organizzazione del partito oppure non hanno già incarichi pubblici e ruoli di rilievo. Soprattutto per questo motivo il nostro Comitato ha deciso di non avanzare nessuna proposta di candidatura targata “Renzi” proveniente dal nostro gruppo, e abbiamo affrontato la discussione, chiedendoci invece quale potrebbe essere secondo noi, anche alla luce dei nomi in campo, il candidato più adatto a rappresentare il nostro territorio nel prossimo parlamento, indipendentemente da chi ha sostenuto alle primarie del 25 novembre, e in grado di intercettare il più possibile anche il consenso dell’elettorato che ha votato Renzi. Queste le valutazioni emerse:
1) Silvia Velo non può essere questo candidato. La sua azione come parlamentare dal 2006 ad oggi ha prodotto risultati scarsissimi, dimostrandosi parziale e nel migliore dei casi rappresentativa di un pezzo molto limitato del territorio e dei suoi interessi. Tra l’altro, l’atteggiamento da curva ultras contro Renzi tenuto dell’onorevole Velo durante la campagna delle primarie ha rafforzato in noi la convinzione della sua incapacità di essere veramente all’altezza di ricoprire il ruolo di parlamentare, per di più di un territorio così piccolo come il nostro. Infine, la situazione di crisi generale del paese che tocca anche la nostra zona ci dice che per i prossimi anni c’è bisogno di fare un salto di qualità nella rappresentanza parlamentare e uno sforzo di unità che l’onorevole Velo non è evidentemente in grado di rappresentare.
2) Gianni Anselmi invece può essere questo candidato. Il suo ruolo e il suo impegno nella risoluzione della crisi industriale a Piombino, il consenso largo e trasversale di cui gode in città e nel territorio, e non ultimo l’atteggiamento di equilibrio e di rispetto nei nostri confronti tenuto anche durante la campagna delle primarie, ci inducono a credere che possa essere lui la figura più adatta a rappresentare la nostra zona per i prossimi 5 anni. Certo pensiamo che Anselmi una volta eletto debba portare avanti dal suo scranno parlamentare anche battaglie generali e a noi care come il dimezzamento del numero dei parlamentari, la riduzione degli stipendi e l’abolizione dei vitalizi, la lotta all’evasione fiscale, ma in ogni caso la sua decisione di candidarsi apre uno scenario del tutto nuovo che va secondo noi incoraggiato. Per questo ci auguriamo che la richiesta di deroga da lui avanzata sia sostenuta dal partito locale e accolta da quello nazionale. Sarebbe un bel segnale di apertura e di serietà, perché renderebbe vera la competizione con Silvia Velo che comunque si candiderà e secondo noi porterebbe alla fine un deputato più forte e veramente rappresentativo del territorio in Parlamento.
Questo il nostro contributo alla discussione sulle candidature. Ora attendiamo di conoscere quali saranno le decisioni del PD che saranno rese note con la direzione di federazione convocata per sabato mattina alle 9».
Comitato per Renzi – Piombino Val di Cornia
IL PARTITO “DEMOCRATICO” HA EMESSO IL SUO VERDETTO: ANSELMI NON SI DEVE CANDIDARE.
Quindi l’apparato con tutta la sua “nomenklatura” ha deciso che per ora, il nostro caro sindaco, deve rispettare certe “gerarchie”.
Questa è la democrazia del PD.
Ritornano in mente i Soviet e i Gulag. Chissà perché…
c’è il serio rischio che si debba trovare un lavoro vero…..