COMITATO PER CAMPIGLIA: «CAVE, UN’ALTRA OCCASIONE PERSA?»
Riceviamo e pubblichiamo integralmente dal “Comitato per Campiglia” che spiegano alcune proposte per il miglioramento della cave di Campiglia, proposte che riproporranno in occasione della revisione della legge 78/98 sulle attività estrattive.
«Nel Dicembre 2012 la Regione Toscana ha approvato la finanziaria per l’anno 2013 che, all’art. 57 (modifiche all’articolo 15 della l.r. 78/1998), si limita a prevedere che dei contributi dovuti ai comuni per le attività estrattive, il 5% vada alla azienda unità sanitaria locale, per la copertura per il soccorso interno all’attività estrattiva, e l’1% alla Regione per i costi di pianificazione e monitoraggio per le attività estrattive.
Prima della presentazione in Consiglio Regionale, il Comitato per Campiglia, Comune dei Cittadini, Forum della Sinistra di San Vincenzo, avevano inviato un documento a tutti i Consiglieri Regionali chiedendo che nell’articolo della finanziaria che riguardava le attività estrattive fossero inseriti fin da subito criteri nuovi di quantificazione dei contributi che i proprietari di concessioni devono versare ai Comuni interessati da queste attività.
Si chiedeva che nella definizione dei criteri venissero inseriti alcuni nuovi elementi di valutazione:
1) La promozioni da parte dei comuni di attività che devono potere contribuire al processo di ricollocazione delle maestranze addette alle attività estrattive nel momento della decadenza delle autorizzazioni.
2) La ricerca scientifica e la valorizzazione del patrimonio culturale, compreso quello archeominerario e l’archeologia industriale;
3) Il finanziamento di attività e opere che contrastino gli effetti negativi diretti ed indiretti sulle risorse ambientali (inquinamento dell’aria e depauperamento della risorsa idrica) determinati dall’attività estrattiva.
4) La necessità di attivazione di corsi professionali per le manovalanze via via considerate in esubero dall’attività estrattiva.
5) Studi e progetti per la riconversione dei siti estrattivi a termine delle concessioni. A tale scopo deve essere prevista anche la possibilità di utilizzare impianti e strutture delle attività estrattive dismesse per fini di pubblica utilità.
6) La promozione di attività in generale caratterizzate da alta valenza di tutela ambientale e in particolare la promozione dei settori agro-alimentari e turistici di tipo culturale.
Nel dimensionamento dei contributi relativi ai materiali ad uso industriale ed edile si chiedeva poi di introdurre oltre al massimo di € 4,00 a tonnellata (€ 10,00 a metro cubo), anche un minimo che dovrebbe essere ad esempio almeno di € 2,00 a tonnellata (€ 5,00 a metro cubo). Analogamente si chiedeva di fare per i materiali decorativi per i quali la legge 78/98 stabilisce solo un contributo massimo del 5% del valore medio di mercato.
L’accoglimento dei criteri proposti avrebbe potuto fin da subito permettere la realizzazione delle nuove attività descritte ed evitare gli inaccettabili ricatti occupazionali che hanno caratterizzato anche le ultime vicende delle miniere di Montorsi e Botro ai Marmi.
Nessun gruppo politico e nessun consigliere ha preso in considerazione le proposte né ha risposto, dimostrando ancora una volta il disinteresse per un contatto diretto con gli elettori.
Poiché è in corso di revisione la legge 78/98 sulle attività estrattive rinnoveremo le richieste e speriamo che anche le Amministrazioni locali interessate, rappresentanti dei cittadini e dei loro beni comuni, si attivino per evitare che i sacrifici di interi territori in materia di risorse, di tutela ambientale e di promozione di altre attività più rispettose del patrimonio paesaggistico non siano ancora una volta compensati con una misera elemosina di circa € 0,19 a tonnellata».
Comitato per Campiglia
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ancora le cave. Ma basta per favore….
appunto: BASTA CON LE CAVE