ASSOLTO ROCCO GARUFO DALL’ACCUSA DI PECULATO
Rocco Garufo, 42 anni, piombinese di nascita, ex assessore all’Ambiente in Provincia di Livorno, è stato assolto ieri, poco prima delle 12,30, quando il giudice Beatrice Dani ha letto la sentenza con la quale lo scagionava dall’accusa di peculato «perché il fatto non sussiste» e da quella di falsa denuncia perché «non costituisce reato». La vicenda, per certi versi comica, per altri densa di ombre inizia quando arrivano in provincia alcune bollette telefoniche intestate all’assessore con l’importo stratosferico, per aver navigato su internet con la scheda intestata alla Provincia di Livorno tra l’ottobre 2007 e lo stesso mese dell’anno successivo di oltre 41mila euro, dopodiché l’assessore, «per sviare le indagini» avrebbe denunciato il furto di uno dei due pc in suo possesso.
Il Corriere Etrusco a suo tempo avvio una serie di indagini e da subito fu uno dei pochi che difese l’operato dell’assessore, confermato poi a distanza di anni dalle indagini svolte dalla magistratura. Nell’articolo «ROCCO GARUFO… NON DIMETTERTI A CAUSA DI INTERNET» del 13 ottobre del 2008 illustravamo chiaramente la vicenda, e le possibili motivazioni nascoste di ciò che stava accadendo.
«…lasciare l’incarico a pochi mesi dalla fine del mandato, oltre ad essere un po’ anomalo, mette a rischio tutti quegli accordi, a partire da quelli sulle tanto contestate centrali a biomasse, che hanno bisogno di una persona esperta in materia per essere seguite, e non di uno appena arrivato che magari non conosce neanche l’argomento del contendere» scrivevamo all’epoca.
Oggi Garufo in un intervista così commenta «questa vicenda ha tormentato sia me che la mia famiglia, oltre ad aver distrutto la mia carriera politica. A distanza di tempo il sospetto è che l’inchiesta sia stata innescata da alcune mie posizioni, come quella sulla questione dei rifiuti, che ancora oggi è un argomento di discussione irrisolto».
Giuseppe Trinchini