CONCORDIA: SENZA COMISSARIO STRAORDINARIO NIENTE PIOMBINO

concordia dicembre2Piombino (LI) – Sembrava tutto pronto e deciso, ma un cavillo burocratico sembra mettere in dubbio la scelta del porto di Piombino per lo smantellamento del relitto. Il provvedimento del Governo di venerdì scorso affidava tutte le competenze alla Protezione civile, ma una legge di recente emissione (la numero 100) prevede che questa può assumere pieni poteri solo in caso d’emergenza e la Costa Concordia, naufragata più di un anno fa, non rientra più in questa casistica (sono passati ben più di 90 giorni dal momento del naufragio).

Per cui pare siano sorti problemi per avviare i lavori per l’abbassamento dei fondali del porto. Le operazioni sono state bloccate e non si sa quando ripartiranno. In queste condizioni i lavori potrebbero non essere conclusi per l’autunno, quando la nave sarà pronta per lasciare l’isola del Giglio. Di fronte alla situazione che si è andata a creare la Costa Crociere potrebbe optare per un nuovo porto (Palermo, Civitavecchia o in Turchia) mandando in fumo le speranze del presidente regionale Enrico Rossi, il quale si era battuto dal primo momento per lasciare che queste operazioni restassero in Toscana.

La notizia positiva per Piombino è che il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, la cui permanenza però è agli sgoccioli, martedì ha diffuso una nota con la quale ribadisce la sua ferma volontà politica: «Secondo le direttive europee, la Concordia è un rifiuto e va portata nel porto più vicino, Piombino, per essere bonificata e smaltita. Perchè, lo ribadisco, non potrà essere portata a spasso nel Mediterraneo».

La Protezione civile, dopo aver dichiarato la propria impossibilità a intervenire subito, ha girato il problema al ministero dell’ambiente. E in sostanza al governo Monti: che però, essendo, in “ordinaria amministrazione” avrebbe difficoltà a prendere provvedimenti “politici” come l’emanazione di un decreto per Piombino. Non a caso, i tre neo parlamentari del Pd legati a Renzi (Michele Anzaldi, Federico Gelli, Andrea Marcucci) che contestano la scelta di Piombino sono insorti contro l’ipotesi di decreto. Possibili soluzioni possono essere insistere con la tesi che la Concordia, al Giglio, è tuttora un’emergenza, e ridando “la palla” alla Protezione civile, oppure nominando un commissario straordinario con pieni poteri che potrebbe essere il presidente della Regione, Enrico Rossi.

Per chi comunque dava per già raggiunto l’obbiettivo adesso c’è qualche problema in più.  E per questo entro la settimana si terrà un nuovo ultimo incontro a Roma tra il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, quello dello Sviluppo economico Corrado Passera, il sindaco Gianni Anselmi, il presidente della Regione Enrico Rossi e il presidente dell’Autorità portuale Luciano Guerrieri per chiarire il problema che sì, lo stato di emergenza per la Concordia è stato confermato fino al gennaio dell’anno prossimo, ma non è stato nominato un nuovo commissario. Che avrebbe i poteri per gestire sia la fase della rimozione che quella dello smantellamento. Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, pare sia convinto che il suo compito debba considerarsi concluso al momento in cui il relitto avrà abbandonato l’isola del Giglio. In quale porto finirà la Concordia gli interessa poco, anzi pare che la soluzione piombinese non fosse quella da lui preferita. E che proprio per questo non sia affatto interessato a occuparsi della complessa fase dello smantellamento.

Una fase che, per il commissario, comprenderebbe anche la gestione delle risorse e quella degli appalti, da completare in tempi rapidissimi. Enrico Rossi quindi commissario straordinario per la Concordia? Lo sapremo nella prossima puntata di questa ormai triste vicenda.

Scritto da il 14.3.2013. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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