MACCHIONI: IL FUTURO DELLA VAL DI CORNIA VISTO DA «AREA DEM»
Abbiamo intervistato il Responsabile PD della componente “Area dem” per la Val di Cornia Marco Macchioni sulle principali criticità della città di Piombino e sul futuro della Val di Cornia.
1) Comune unico della Val di Cornia. Fusione tra i comuni della Val di Cornia. Unione dei comuni… dove va la Val di Cornia?
La mia idea è quella di Piombino facente parte della Val di Cornia, in rete con gli altri Comuni, con una visione di territorio allargata e un concetto di sviluppo legato a valorizzazioni e incrementi di tipicità e eccellenze già presenti. Come Area Dem Val di Cornia abbiamo già esplicitato chiaramente una nostra convinzione per contrastare il declino e nello stesso tempo aumentare l’offerta economico/occupazionale della Val di Cornia: creare una unica “Governance Allargata” che si occupi non tramite spot ma in maniera continua, con un progetto chiaro e con una visione globale e unitaria della pianificazione del nostro territorio. Se saremo in grado di farlo potremo allora garantire un futuro di rilancio, ma se a vincere saranno i personalismi ed i campanilismi, aspettiamoci una lenta e dolorosa agonia delle nostre zone.
2) Costa Concordia: Un opportunità per porto 398 e siderurgia oppure no?
Voglio dirlo, anzi, urlarlo con decisione: la scelta di Piombino come sede di smantellamento della Costa Concordia è l’unica possibile, per una serie di ragioni pratiche, logistiche, ambientali, economiche e sociali. Ma c’è anche una ragione ideale, simbolica e non trascurabile: la città di Piombino ha dato tanto in termini di produzione industriale non solo alla Toscana, ma al Paese intero. Per questo ha pagato un prezzo fatto non solo di inquinamento dei luoghi, non solo di fatica e sudore dei lavoratori, ma anche, e lo dico con tutta la commozione e il rispetto dovuto, del sangue di quei troppi che sono morti al lavoro. Oggi che spirano i cupi venti della crisi industriale sulle nostre teste è impossibile non pensare di avere una minima contropartita. La Costa Concordia può diventare un’ opportunità se: non sarà un caso isolato, se sapremo creare una filiera occupazionale inerente le riparazioni e lo smantellamento navale di medio/grandi dimensioni, se sapremo coniugarlo con la salvaguardia ed il rispetto ambientale del territorio, ben consci che stiamo parlando di smantellare e smaltire tonnellate di rifiuti speciali e speciali pericolosi…….
3) Come vedi Piombino fra un paio d’anni? Quale futuro della città dal punto di vista politico ed economico.
La politica è fatta di confronto di visioni e di idee, spero che da oggi a due anni prevalga la voglia di rimettersi in gioco, per dare a questo territorio una nuova amministrazione che sia all’altezza delle sfide di cambiamento che ci attendono. Partendo dalle cose concrete, senza perdere di vista l’obbiettivo prefissato, quello di ridare speranze ai padri e certezze ai figli; alla fine di un percorso di studi ci sia la possibilità di entrare nel mondo del lavoro, di sentirsi integrato, parte attivo della società e di potersi creare una famiglia. Per fare questo occorre rivedere lo strumento politico per eccellenza di un territorio, il Piano Strutturale. Un piano strutturale che sappia mixare, coniugare ed implementare le varie opportunità occupazionali di questo territorio, partendo anche dalla valorizzazione delle nostre coste, con intervento mirati, di qualità ed eccellenza di strutture di attrazione turistica recettiva. Ritengo che la politica debba misurarsi su temi concreti che regolano quotidianamente la vita di imprese e cittadini, oltre alla riqualificazione industriale e agricola, il walfare, l’energia, i rifiuti e le infrastrutture.
Occorre individuare i “Progetti Leader” e “Pianificazioni di Comparto”, ai quali destinare prioritariamente risorse e quando occorre, incentivi al fine di favorire il coordinamento e la razionalizzazione degli interventi. Ed è su questi temi che mi impegnerò per contribuire (nei miei limiti) a dare una speranza di futuro a questo territorio
4) La siderurgia rimarrà il motore trainante della città o si sta trasformando nel suo freno?
Come già esplicitato, la politica quella con la P maiuscola deve farsi carico oggi di pianificare una riqualificazione industriale che ci permetta domani di poter dare concretamente speranze ai padri e certezze ai figli, partendo velocemente a misurarsi su temi concreti che regolano quotidianamente la vita di imprese e cittadini. Dobbiamo partire da dire in maniera chiara ed inequivocabile quale indirizzo economico e produttivo proponiamo per Piombino e per la Val di Cornia, evidenziando che il sistema produttivo ed imprenditoriale del nostro territorio, cresciuto e sviluppatosi a contatto con la grande fabbrica, da solo non può più essere il volano occupazionale. Prendiamone atto e tracciamo velocemente una linea politica di riqualificazione e di implementazione dell’offerta produttiva.
Nell’ambito di questa visione di prospettiva politica spicca senza dubbio la necessità di pianificare spazi adeguati e condizioni competitive per una strategica attività di Marketing Territoriale, che rimane uno dei capisaldi per lo sviluppo della nostra area. Le azioni da promuovere devono essere coerenti con le effettive potenzialità presenti, ma prima di tutto coordinate, finalizzate a rendere attrattivo il territorio a futuri investitori e a promuoverlo con appositi “Pacchetti Localizzativi” per nuovi insediamenti industriali sia manifatturieri che di servizio, sia turistico recettivo.
5) Grosseto sì, Grosseto no, Grosseto quando ci andremo non ci saranno più le province?
Premetto che sono certo che se gli Italiani si dovessero esprimere in maniera referendaria sul mantenimento delle Province, quest’ ultime avrebbero scarse possibilità di successo, pertanto, ritengo che questa sarebbe la discussione da intraprendere….ma andiamo avanti. Piombino può svilupparsi di più, può contrastare più efficacemente i venti minacciosi di tempesta che sembrano addensarsi sulle nostre case con un passaggio da una Provincia a nord per una a sud e considerarlo fondamentale per il rilancio della nostra città, uscendo pertanto da una progettualità comune alla Val di Cornia o sono necessari anche altri ragionamenti? Credo il punto politico sia questo. Detto ciò, si pone una esigenza impellente di dibattito politico, una necessità di approfondimenti, di capire bene le ragioni profonde e, come ultima cosa, ma la più importante, di aprire il dibattito all’intera cittadinanza, di coinvolgere i cittadini in un ragionamento che preveda la soppressione delle Provincie e la creazione di aree vaste di gestione territoriale.
6) Quali sono i motivi della sconfitta o della non vittoria del P.D. alle recenti elezioni politiche?
Che la si definisca sconfitta o non vittoria poco cambia, si é perso il vantaggio guadagnato grazie alla forza propulsiva e innovativa delle primarie conducendo una campagna elettorale ancora all’insegna dei vecchi schemi, in maniera fiacca e autoreferenziale, sottovalutando l’importanza della comunicazione e dei suoi strumenti che altri invece hanno saputo ben usare a proprio vantaggio. Le proposte nel PD ci sono, importanti e serie ma comunicare è entrare in relazione con gli elettori stabilire un contatto con loro, saperli coinvolgere, rispondere con proposte chiare, nette credibili ed efficaci ai problemi spesso drammatici che riguardano la vita quotidiana dei cittadini e delle imprese. Chi non capisce questo concetto elementare si condanna a perdere le elezioni. È successo finora e succederà sempre, perché la democrazia funziona così: per governare occorre che la maggioranza ti dia il voto, e per ottenere i voti della maggioranza, devi persuaderla.
“La mia idea è quella di”
“una visione globale e unitaria della pianificazione del nostro territorio”
“Voglio dirlo, anzi, urlarlo con decisione”
“destinare prioritariamente risorse e quando occorre, incentivi”
“al fine di favorire il coordinamento e la razionalizzazione degli interventi”
“partendo velocemente a misurarsi su temi concreti”
“si pone una esigenza impellente di dibattito politico”
“le azioni da promuovere devono essere coerenti con le effettive potenzialità presenti”:
CLASSICI ESEMPI DI LINGUAGGIO DI PROPAGANDA POLITICA IN SALSA PIDDINA. Forse qualcuno, ancora, lo ascolta?
gent.mo sasso indigesto,
i latini dicevano:”neque pudenda, neque poenitenda dici debere”, cioè non dire cose di cui ti debba vergognare o pentire… ti vergogni o sei già pentito?? perchè non ci metti la faccia in queste critiche??
e comunque penso, e mi rendo conto che è solo un pensiero, che ragionamenti politici vadano affrontati con altri ragionamenti politici e non con strumentali atti di accusa sulla forma che non permettono di stabilire alcun dialogo.
Spieghino, i lor signori, all’uomo della strada che li rifornisce di voti nel segreto dell’urna, cosa vuol dire “pianificare spazi adeguati e condizioni competitive per una strategica attività di Marketing Territoriale”.
Ma per favore!!!
E a proposito di latino, egregio Alessandro, chissà perché, mi viene in mente la Santa Messa, recitata in latino…, in modo da suggestionare il “popolo” e condurlo alla sacra obbedienza.
Siamo allo stesso livello, mi pare.
Comunque il Re è sempre più nudo.
Cordiali saluti.