FANGHI: SEQUESTRATA PER “DISASTRO AMBIENTALE” LA COLMATA DI BAGNOLI
La vicenda dei fanghi di Bagnoli è ben conosciuta dai piombinesi perché a partire dal 2007 si parlava del loro arrivo in città per il riempimento delle vasche di Colmata del porto commerciale. Sarebbe stata, secondo gli amministratori, una vera “svolta epocale” per la città, per il porto e per il completamento della SS 398. Pur di farli arrivare fu “democraticamente” negato un referendum cittadino anche se poi, a questo punto si può finalmente dire, grazie a Dio, il progetto è alla fine naufragato.
E’ invece notizia odierna che la magistratura della procura di Napoli ha disposto il sequestro delle aree dell’ex Italsider e dell’ex Eternit di Bagnoli, ipotizzando il reato di disastro ambientale. Dalle dichiarazioni dei PM emerge che c’è stato un “aggravamento dello stato di contaminazione dei terreni all’esito della bonifica rispetto allo status quo ante” e che al momento esiste un “pericolo ambientale con una immensa capacità diffusiva che coinvolge l’ambiente e l’integrità della salute di un numero non individuabile di persone”.
Indagati gli ex dirigenti della società “Bagnoli Futura”, alcuni rappresentati degli enti locali e Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente (nella foto a fianco al sindaco di Piombino Anselmi durante la presentazione del progetto in consiglio comunale).
Tutta l’inchiesta ha avuto inizio dalla denuncia sporta da una donna ammalatasi di cancro, morta poi nel 2011, che aveva sempre abitato vicino all’area dell’ex Italsider.
Tra i dati emersi durante le indagini vi è uno sversamento in mare di sostanze inquinanti, in particolare idrocarburi, nel corso di diversi anni. Ciò ha provocato “un disastro ambientale determinando una situazione di pericolo per l’ambiente e per l’uomo derivante dallo sversamento in mare di pericolosi inquinanti cancerogeni provenienti da monte”. Non solo, si è venuti a conoscenza di un interramento clandestino di un grande quantitativo di morchie residui della lavorazione dei metalli pesantemente inquinate da idrocarburi) sotto il parco dello Sport.
Questi e altri dati tecnici hanno fatto sì che la Procura di Napoli ipotizzasse il reato di truffa ai danni dello Stato per una bonifica che ha aggravato il livello di inquinamento dei suoli preesistente perché ha fatto sì che i fattori inquinanti si espandessero in tutte le aree e su più livelli di terreno, ma che è costata 107milioni di euro.
Con il provvedimento di sequestro delle aree di Bagnoli il gip ha quindi disposto “un dettagliato piano di interventi finalizzato a un’adeguata bonifica e messa in sicurezza” delle aree sequestrate.
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QUESTO IL COMMENTO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA PIOMBINO
«Apprendiamo dalla stampa e dai telegiornali che la procura di Napoli ha contestato il reato di disastro ambientale a i vertici di Bagnolifutura nonché al Dr. Mascazzini, per aver consentito che venissero mescolati i rifiuti tossici al terreno e smaltiti in maniera non adeguata alla loro pericolosità.
Ma non sarà il solito personaggio che all’epoca dell’ affare “Fanghi di Bagnoli” venne in Consiglio Comunale a garantire la non pericolosità dei materiali che sarebbero dovuti venire da Bagnoli?
Ma non l’avremo mica scampata bella? Ma non avremmo avuto mica ragione…?»