LUCCHINI, FUTURO INCERTO PER LO STABILIMENTO

L’EDITORIALE                                   di Giuseppe Trinchini trinchini

_____________________________________________________________
Corriere Etrusco “numero 3” del 19 aprile 2013

«La Lucchini è ormai commissariata dal 21 dicembre 2012 e la situazione, ad oggi, non è molto cambiata rispetto a quanto espresso il 12 febbraio dal commissario straordinario Nardi, in occasione del suo discorso nel consiglio comunale aperto: «Io non rappresento le banche né i sindacati, io rappresento il tribunale e, malgrado sia nominato dal governo, sono il curatore fallimentare di una azienda fallita».

Il commissario porterà l’azienda entro il 21 giugno davanti al giudice fallimentare, e lì sarà deciso il primo passo per il mantenimento o la chiusura immediata della fabbrica. I sindacati, insieme alla regione Toscana, sperano che ci sia un prolungamento fino al 21 dicembre 2013, anche perché l’altoforno e tutta l’area a caldo non sono un “fornello da cucina” e non possono essere spente da un giorno all’altro, ma richiedono diversi mesi d’intervento.

Tuttavia ci sono alcuni segnali non molto rassicuranti per il futuro dello stabilimento. Il primo è quello che la fabbrica sta continuando a lavorare in perdita ogni mese, il secondo è che la produzione non è aumentata come tutti si auspicavano, per non parlare dei turni che stanno diminuendo e dell’aumento del contratto di solidarietà dal 45% al 55%.

Come affrontano gli operai questa situazione? Due sono le principali linee di pensiero. La prima, più ottimista, di chi crede (spera) che essendo una fabbrica grande questa non può comunque chiudere; l’altro pensiero, quello dei più, è di rassegnazione per il futuro dello stabilimento unito alla speranza che i sindacati sappiano garantire la gestione degli eventi.

Sicuramente una cosa è certa: se comune, regione e sindacati non fanno “decollare” la “questione Piombino” e si inventano, con un “governo che non c’è” e l’Unione Europea, una soluzione per la siderurgia nazionale, facendo sinergia con Taranto e Genova, sarà la fine per la fabbrica piombinese.
Proprio per questo il 7 maggio prossimo a Roma una delegazione dello stabilimento incontrerà la presidente della camera Boldrini per verificare se ci sono delle soluzioni per tutta la siderurgia nazionale.
Speriamo in bene…».

Giuseppe Trinchini

Scritto da il 19.4.2013. Registrato sotto Editoriali. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

Scrivi una replica

DA QUANTO TEMPO...

  • QUANTO E' PASSATO DAL 1 LUGLIO 2017 DATA TERMINE DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA CON CEVITAL?

    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    88 mesi, 21 giorni, 2 ore, 57 minute fa

Pubblicità

Galleria fotografica

CorriereEtrusco.it - testata giornalistica registrata al Tribunale di Livorno al n.19/2006. Direttore Responsabile Giuseppe Trinchini. C.F. TRNGPP72H21G687D
I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.
Tutti i loghi e i marchi sono dei rispettivi proprietari. I commenti sono di chi li inserisce, tutto il resto copyright 2018 CorriereEtrusco.it