FABIANI: DELIBERA CIPE SULLA SS398 MOLTO VICINA
Abbiamo intervistato il segretario di Federazione PD Val di Cornia-Elba sui principali temi caldi di questo periodo.
1) La scadenza del periodo di commissariamento della Lucchini, prevista per giugno, si sta lentamente avvicinando. C’è ancora un futuro per la siderurgia a Piombino?
Trattandosi del secondo polo siderurgico nazionale e del primo per prodotti lunghi, la domanda andrebbe meglio riformulata così: “intende l’Italia continuare ad essere una delle grandi potenze industriali del Mondo?” Io spero di sì e da questo punto di vista le prime battute del nuovo premier Letta mi sembrano incoraggianti, in particolar modo quando afferma che non possiamo affidare al mercato il compito di aggiustare le nostre politiche industriali. Si tratta di una netta inversione di tendenza rispetto alla stagione che abbiamo conosciuto nel corso degli ultimi anni, in cui l’imperversare della dottrina neoliberista ha prodotto danni enormi. C’è bisogno di una forte regia pubblica, nazionale ed europea, da cui dipenderà anche il destino di Piombino. Noi, con gli enti locali che governiamo, continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, andando perfino oltre il nostro ruolo. Il grande lavoro del Sindaco di Piombino e del Presidente della Regione è sotto gli occhi di tutti.
2) Questione SS398: il “decreto Piombino” continua a legare l’arteria al destino della Tirrenica. E’ ormai una speranza a lungo termine, o un’opportunità a breve?
Io sono convinto che il completamento della Tirrenica sia un’opportunità per la Toscana e per questo territorio. L’autostrada senza la penetrazione al porto di Piombino, rischierebbe di essere una infrastruttura incompiuta. L’aver legato la 398 alla tirrenica ci ha consentito anche e soprattutto di avere un progetto realizzato e pagato dalla Sat, di avere la copertura finanziaria di tutto il primo lotto e 20 milioni che andranno a finanziare una parte del secondo e che si vanno ad aggiungere a quelli che stanzieranno Regione e Governo previsti dai successivi accordi siglati. Ma il decreto accorcia i tempi anche per la 398, di fatto svincolandola dal punto di vista procedurale dal progetto complessivo di Sat comprendente anche tutti gli altri lotti della tirrenica, obbligando il CIPE a deliberare sulla bretella di Piombino entro trenta giorni dall’approvazione dello stesso decreto.
3) Costa Concordia: un’opportunità per la Val di Cornia o una speranza destinata ad arenarsi?
Un’opportunità per la quale tutti dovremmo tifare. Noi oltre a tifare abbiamo lavorato intensamente, attraverso un prezioso gioco di squadra fra istituzioni locali, Governo, i nostri rappresentanti in Parlamento e il PD nazionale che, nonostante i vari tentativi di altri territori anche per bocca di autorevoli esponenti del nostro partito, ha sempre tenuto la barra dritta su Piombino. In primo luogo grazie a Bersani e a Fassina. Piombino può rappresentare la soluzione che al tempo stesso offre più garanzie ambientali trattandosi del sito più vicino al Giglio, può dar vita ad un’operazione in grado di rilanciare e riqualificare il polo siderurgico, il porto e tutto il tessuto economico di un territorio fortemente in crisi riconosciuto ufficialmente dal Governo che l’ha inserito fra le aree di crisi complessa, e può configurarsi anche come una forma di risarcimento alla Toscana per i danni ambientali ed economici che ha dovuto subire con quel drammatico incidente.
4) Abbiamo visto come i comuni di Campiglia e Suvereto abbiano iniziato l’iter per la fusione. Come giudica i comportamenti delle altre amministrazioni del territorio? Esiste ancora un’idea della Val di Cornia a livello di futuro politico-amministrativo?
L’idea di Val di Cornia non può che essere rafforzata da processi di semplificazione amministrativa come la fusione fra diversi comuni. La nascita di comuni più grandi oltre a mettere a disposizione risorse per garantire e migliorare i servizi ai cittadini dà un maggiore peso politico non solo ai territori interessati dalle fusioni ma anche, come nel nostro caso, a tutto il comprensorio di cui quei comuni fanno parte. Se i cittadini di Campiglia e Suvereto sceglieranno di dar vita ad un nuovo e più grande comune avranno fatto un buon servizio a loro stessi e a tutta la Val di Cornia che sarà più forte nel momento in cui si aprirà ad un territorio più vasto. Poiché la nostra idea è quella di andare oltre i confini della Val di Cornia, mettendo insieme un territorio che comprende l’Alta Maremma e l’Elba; il futuro della Val di Cornia risiede nella sua capacità di parlare ad un territorio più ampio per rispondere meglio alle sfide della contemporaneità.
5) Palazzine di via Michelangelo. Come risponde alle accuse e come giudica il comportamento del costruttore e dell’amministrazione?
Non spetta a me dare giudizi particolari, abbiamo già avuto modo di esprimerci come partito di Piombino e abbiamo detto che siamo in presenza di un evidente errore di sottovalutazione che deve essere risolto aldilà delle sanzioni economiche previste dalla legge, da questo punto di vista so che l’amministrazione sta lavorando molto per trovare una soluzione.
6) Come giudica a livello personale il nuovo governo Letta?
Non è il governo che avremmo voluto, se avessimo vinto le elezioni con una maggioranza ampia, se ci fosse stata un’altra legge elettorale o se il Movimento 5 Stelle avesse raccolto la sfida di un governo di cambiamento che gli abbiamo lanciato anziché irrigidirsi fino a diventare ininfluenti. Su questi “se” potremmo e dovremo discutere meglio, tuttavia a condizioni date e dopo il pasticcio sulla Presidenza della Repubblica penso che questo sia il miglior governo possibile, anche per la sua capacità di intercettare questa voglia di cambiamento, visibile nel segnale di discontinuità che trapela dai profili della stragrande maggioranza dei Ministri.
Dopo troppo tempo abbiamo finalmente dato un governo al Paese che non poteva più attendere per le troppe emergenze che vive. Il compito che questo governo ha davanti a sé non è semplice e non sarà certo facilitato dalla presenza nella stessa maggioranza parlamentare di forze politiche alternative come noi e il Pdl, ma tocca ai partiti mettersi la mano sulla coscienza e fare l’interesse dei cittadini, noi lo faremo lavorando sui contenuti dell’azione di governo, cercando di indicare quelle che sono le vere priorità. Il lavoro è al primo posto.
7) Qual è oggi il rapporto a livello locale tra le varie anime del PD e SEL?
Abbiamo cercato un rapporto, a partire dall’occasione della recente campagna elettorale che vedeva i nostri due partiti alleati, ma i nostri interlocutori hanno gentilmente declinato l’invito, le porte del centrosinistra sono aperte, non saremo noi a chiuderle, non siamo noi ad aver paura del confronto.
8) Si faccia una domanda, si dia una risposta.
In queste ore il destino del PD si incrocia con quello del Paese, e la balcanizzazione in correnti e correntine che abbiamo visto in occasione dell’elezione del Capo dello Stato, con le dimissioni di Bersani e la crisi che si è aperta preoccupano molti cittadini, a partire da quelli che c’hanno votato e che guardano a noi con interesse. Più che rispondere ad una domanda che potrei comodamente scegliere vorrei provare a rispondere alle molte domande che tante di queste persone si stanno facendo in queste ore. Voglio dire loro che non li lasceremo soli. Sappiamo bene che in Italia c’è un forte bisogno di un grande partito della sinistra che non si accontenti di esercitare un ruolo di testimonianza ma che invece si misuri con la fatica del governo, per cambiare questo Paese. C’è bisogno di un PD popolare, radicato nei problemi dei lavoratori, dipendenti o autonomi che siano, vicino ai più deboli e alle nuove generazioni, che si fondi ancora sulla certezza che solo risolvendo i problemi di questa parte della società italiana sarà possibile costruire un Paese migliore per tutti.
Faremo un congresso dove discuteremo di queste cose, dedicando più tempo a domandarci cosa o come, piuttosto che chi. Metteremo al primo posto del nostro dibattito identità e organizzazione nuova di un partito progressista del nuovo secolo. Io credo che lo si debba fare attingendo a piene mani da quello straordinario patrimonio rinnovato di idee e persone di cui disponiamo nei territori, nel partito, nelle amministrazioni locali e regionali e nell’associazionismo diffuso. Io credo che ora la parola debba tornare a iscritti e elettori PD che anche in questi giorni difficili hanno dimostrato di voler molto più bene loro a questo partito di alcuni dei nostri dirigenti nazionali.
Giuseppe Trinchini
parole parole parole… vecchi linguaggi e solite promesse
Boia… n’avesse beccata una. provate a rileggere queste interviste ai politici locali a distanza di qualche mese… Al confronto quelli del meteo sono Nostradamus.
Tanto, lo sapete, se uno poi li mette davanti alla prova dei fatti, la colpa è sempre di qualcun altro. Che scherzi!
E’ desolante leggere queste parole, sono il classico esempio di come il mondo della politica abbia un solo e unico scopo: quello di tenere in piedi il proprio regime di potere. La tristezza è che per farlo basta rimbecillire il popolo con le promesse e ancora più triste è assistere a come il popolo ci crede. Una volta veniva pubblicato un giornale “L’Asino”, trattava di ammonire il popolo a fare come l’asino, cioè cascarci una volta, ma due volte no. Peccato abbia cessato le pubblicazioni… di certo per disperazione.