GELICHI: «RISPOSTE PRECISE A DOMANDE CONCRETE»
Piombino (LI) – Abbiamo intervistato il Portavoce della lista civica “Ascolta Piombino” su alcune delle principali problematiche della Val di Cornia.
1) Da segretario comunale del PD a capo di una lista di opposizione, Ci racconta come è nata “Ascolta Piombino”?
La mia esperienza nel PD è stata utile per capire cose che immaginavo ma ancora non avevo toccato con mano, il progetto era bellissimo, ma il mio PD, quello del Lingotto, è un’altra cosa, qualcosa che deve ancora nascere.
AscoltaPiombino sorge dall’esigenza di dare un senso logico alla politica, che non sia solo incentrato sulla carriera, sull’autoreferenzialità, e sul pensiero che l’elettorato fideista vota a prescindere, una sorta di tifoso calcistico. Una politica nuova che va oltre gli schemi classici di destra e sinistra, una politica per la gente, che si occupa delle cose e cerca di dare risposte concrete; niente retorica, niente passerelle, niente clientele, niente lobbies, solo rimettere al centro l’uomo e le esigenze di una collettività. Le proposte ora ci sono, stiamo ancora lavorando per nuove idee, queste possono non piacere, ma almeno non sono parole nel vuoto.
2) La scadenza del periodo di commissariamento della Lucchini, prevista per giugno, si sta lentamente avvicinando. C’è ancora un futuro per la siderurgia a Piombino?
La questione Lucchini va oltre le possibilità locali, alla fine di un lungo percorso durato qualche anno, finalmente, dai sapienti, è stata evocata l’Europa. Cosa c’è per il futuro, non lo so, spero che si salvi il salvabile, certo con un tavolo progettuale organico, con all’interno le bonifiche e senza preconcetti, sarebbe stato meglio; ora se ne stanno occupando i big della politica nazionale, speriamo.
3) Il “decreto Piombino” é stato presentato come salvatore dei destini della città e della siderurgia. Quanto c’è di vero secondo lei?
Anche questa è una domanda difficile, presuppone una visione lunga, e io di solito cerco di volare basso, anche perché il tonfo poi sarebbe tremendo, soprattutto quando ci s’immagina chissà che cosa. E’ positivo il fatto che siamo considerati area di crisi complessa, è corretto che ci sia un Commissario, certo anche in questo caso un progetto d’insieme e un buon team di tecnici non avrebbe guastato, anche qui che dire, aspettiamo fiduciosi.
4) Campiglia e Suvereto hanno iniziato l’iter per la fusione. San Vincenzo fa l’unione con Castagneto. Piombino vuole andare in provincia di Grosseto. Quale è l’idea della Val di Cornia a livello politico-amministrativo?
Siamo allo sbando, manca completamente la Politica, quella vera, e pensare che sono tutti comuni sotto la stessa bandiera. Grosseto se pur una buona idea è roba da convegni, un iter lungo con tutte le incognite legate alla futura presenza delle province o la loro riorganizzazione per aree, oggi mi sarei aspettato più un tavolo permanente per la crisi con le associazioni di categoria invece che una discussione così sterile, voterò sì in Consiglio, ma avrei investito tempo e risorse in altre priorità.
5) Se le dico “patrimoniale”, lei cosa mi risponde? In quale stato sono le altre partecipate della città?
La “Piombino Patrimoniale S.r.l.” è nata per vendere il patrimonio pubblico e oggi fa di tutto, all’infuori di quello per cui è nata. I Comuni dovrebbero riappropriarsi del proprio ruolo pubblico, prevalentemente di pianificazione controllo e trasparenza, in genere le partecipate sono soggetti che viaggiano spesso sull’interpretazione delle competenze, con ruoli anche imprenditoriali che non gli competono, almeno non con i soldi dei cittadini.
6) Si faccia una domanda, si dia una risposta.
Mi chiedo dove stiamo andando e se qualcuno è in grado di darci una risposta concreta.
Vedo solo tanto fumo, tante chiacchiere a vuoto e inutili passerelle, vedo una disoccupazione in crescita esponenziale, soprattutto quella femminile, un decoro urbano in declino, un tessuto sociale che si schiaccia verso il basso e un contesto della sicurezza sempre più a rischio. Se la risposta a tutto questo è che Piombino dovrà diventare un Polo europeo per le rottamazioni delle navi, mi viene da piangere.
Al netto dell’eresia tecnica, consiglio la lettura del libro verde “COM 2007 269”, così si uccide definitivamente ogni nostra naturale vocazione al mare, per la nautica, la cantieristica, la filiera del pescato, il mercato ittico, l’industria conserviera, il turismo dentro una cinta urbana che può aprire finalmente agli investimenti, liberandosi di un’ideologia spicciola d’altri tempi. Noi siamo in una posizione unica davanti ad un arcipelago che non ha uguali, i piedi sopra un tesoro e vogliamo bruciare tutto, come Nerone; ciechi e ancorati ad un modello assistenziale ormai finito, la mucca non ha più niente da spremere, pensiamo ai nostri figli, ridiamogli un futuro a Piombino, anche diverso.
Giuseppe Trinchini