PIOMBINO: IN CONSIGLIO LA REVOCA DEI REVISORI
La seconda commissione consiliare del comune di Piombino ha affrontato martedì 4 giugno il problema del bilancio e dei rilievi sollevati dai revisori dei conti. Dopo la nota trasmessa dal segretario generale Maria Luisa Massai dal titolo «Segnalazione inadempienze e comportamento non conforme a diligenza dei revisori dei conti», da noi pubblicata in anteprima, in cui viene esaminato passo passo il comportamento dei tre sindaci (le cui motivazioni di inadempienza riportate vanno dalla tardiva – di poche ore – presentazione della relazione sul consuntivo 2012, al «duplice rifiuto» del collegio dei revisori a partecipare alla riunione della seconda commissione convocata per il 28 maggio, dopo che però nella prima erano stati sonoramente maltrattati), la commissione consiliare avrebbe deciso, da indiscrezioni recepite in ambito comunale, di portare in consiglio la proposta di votare la revoca dei revisori.
Se così fosse la revoca dei revisori sarebbe discussa prima della conferma o meno della “Corte dei Conti” sul loro operato. Ora, se questo atto passasse in consiglio, potrebbe accadere che fra qualche tempo la Corte confermi le analisi degli esperti nominati dalla Prefettura e questi, giustamente, facciano causa al Comune per danni sia economici (perdita dell’incarico) che d’immagine.
Vista la gravità e importanza di tale voto, sarebbe opportuno che siano i consiglieri che voteranno “sì” a tale atto a pagare col loro portafoglio eventuali avvocati e richieste di danni. Perché chi ci dice in questa fase che gli incompetenti non siano invece il segretario generale e i vecchi revisori piombinesi? Perché nel caso che la Corte dei conti dia ragione agli attuali revisori il primo andrebbe licenziato in tronco, e i secondi denunciati per non aver effettuato il loro compito di controllori. Quindi sarebbe molto più saggio aspettare che le pratiche facciano il loro corso… e decidere dopo che l’arbitro (la Corte dei Conti) abbia espresso il proprio parere.
Altrimenti è un po’ come quando a scuola il prof da quattro, e l’alunno lo licenziasse per assumerne uno che gli da sei…. tutto si può fare basta saperlo ed avere un elettorato che concorda.
Però ricordo a tutti i consiglieri comunali che non c’è neanche questa certezza. I Revisori dei conti con la nuova legge vengono estratti a sorte con sistema computerizzato dalla prefettura di Livorno da un albo già chiuso. Quindi c’è il “rischio” che ne arrivino altri tre (che come i primi tre non si conoscevano tra loro) che boccino anche questi il bilancio del comune… a questo punto cosa voteranno i consiglieri? La Ricusazione della Corte dei conti con lo stesso aplomb del nostro Silvio nazionale?
Grillo Parlante
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AMERINI: SONO STATO L’UNICO A DIRE “NO” ALLA REVOCA DEI REVISORI
Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
Nel prossimo consiglio comunale, previsto per il giorno 13 giugno, sarà portata in approvazione la delibera relativa all’attivazione della procedura di revoca del mandato ai Revisori dei Conti. Lo hanno deciso la maggioranza dei presidenti dei gruppi consiliari, al termine della riunione della IIª Commissione Consiliare Dipartimentale tenutasi il 4 giugno “a porte chiuse”. La riunione è stata effettuata “ a porte chiuse”, su richiesta della Segretaria Comunale, in applicazione di quanto stabilito dallo Statuto del Comune per le riunioni che “esaminano fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali delle persone”.
Che c’era la volontà di attivare la procedura di revoca dei Revisori era nell’aria, specialmente dopo la relazione della dott.ssa Massai sulle “inadempienze e comportamento non conforme a diligenza” degli stessi (la relazione, come è noto, è stata resa pubblica). A mio parere, visto la richiesta di effettuare la riunione “a porte chiuse” (richiesta avanzata anche per la discussione sull’attivazione della procedura di revoca), la relazione doveva essere un documento riservato.
Sono stato l’unico, dei presenti al momento della votazione, ad essere contrario all’attivazione della procedura di revoca dei Revisori.
Ritengo che una tale decisione, eventualmente, doveva essere presa dopo la pronuncia della Corte dei Conti. Tutti i documenti, compreso le relazioni dei Revisori con le giustificazioni sulle presunte inadempienze, sono stati inviati alla Corte dei Conti e, quindi, spetta ai Giudici stabilire se sono state rispettate o meno le leggi. Quando si va a toccare la professionalità e la reputazione delle persone, si provoca nelle stesse una reazione che potrebbe portare, nel caso di una pronuncia della Corte a loro favore, a un contenzioso negativo, e costoso, per il comune. Questo rischio, a mio parere, si poteva evitare, come si poteva evitare di dare adito a interpretazioni “diverse”, che potrebbero sorgere nei cittadini, provocate da una decisione affrettata e con un risultato incerto. Preciso che quanto sopra sono posizioni e decisioni prese dai Presidenti dei Gruppi Consiliari al di fuori della riunione “a porte chiuse” della Seconda Commissione.
Futuro e Libertà per L’Italia
Amerini Giampiero
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Intanto il movimento 5 stelle attacca sulla riunione a porte chiuse…
COMMISSIONE CONSILIARE “A PORTE CHIUSE”: PERCHE’ SI VUOLE ESCLUDERE I CITTADINI?
La Commissione Consiliare del 4 maggio 2013, avente all’ODG la discussione in merito al Collegio dei Revisori contabili e la valutazione su inadempimenti di legge, è stata convocata “a porte chiuse”.
Al 3° punto dell’articolo 19 del Regolamento delle attività del Consiglio Comunale (Funzionamento delle Commissioni) c’è scritto: “Le sedute delle commissioni sono di regola pubbliche, salvo diversa disposizione del Presidente”. Ecco, ci chiediamo perché è stato deciso di convocare questa Commissione “a porte chiuse”, senza dare l’opportunità al cittadino di poter assistere alle discussioni che riguardano argomenti fondamentali per l’intera vita amministrativa delle città.
Ci risulta che siano state pochissime le occasioni in cui il Comune ha optato per riunioni private, e solitamente per ragioni di tutela della privacy di persone delle quali era necessario discutere, tuttavia non ci sembra questo il caso.
Riepiloghiamo un attimo, per chiarezza, l’intera situazione.
L’attuale Collegio dei Revisori contabili ha espresso il suo parere negativo sul Bilancio Consuntivo 2012, dettagliando le motivazioni in una Relazione. La critica principale che essi muovono nei confronti dell’Amministrazione Comunale riguarda la gestione dell’indebitamento e l’operazione che coinvolge la Società Piombino Patrimoniale, S.r.l. posseduta interamente dal Comune di Piombino, nata nel 2006 allo scopo di valorizzare il patrimonio immobiliare comunale. Per acquistare tali beni, la società ha acceso dei mutui presso MPS e Unicredit, e per i quali il comune ricopre il ruolo di fideiussore. A causa della crisi del mercato immobiliare, la società non è riuscita a realizzare le plusvalenze sperate dalla gestione del patrimonio, perciò il comune ha deciso di riappropriarsi dei propri beni attraverso l’accollo dei debiti.
L’accollo non è però andato a buon fine, perché le banche non hanno risposto alla richiesta. E’ stato stipulato quindi un cosiddetto “accollo interno”, con cui il Comune non si assume le passività del mutuo, che rimane intestato alla Società, ma si limita a pagare alla Piombino Patrimoniale le rate semestrali di tale mutuo.
Non comprendiamo il perché un ente pubblico debba cedere il proprio patrimonio ad una società interamente posseduta dallo stesso, assumendo per giunta il ruolo di fideiussore dei mutui contratti da tale società, per acquisire detto patrimonio, ed infine ritrovarsi nella condizione di dover riacquistare in un modo così burocraticamente macchinoso i propri beni.
L’accusa più grave che i Revisori esprimono è perciò quella di “elusione del Patto di Stabilità”, in cui vi è una sorta di “dolo” che si aggiunge al semplice sforamento, in quanto la società è posseduta interamente dal Comune, perciò di fatto colui che assolve agli impegni è sempre il Comune stesso.
Dal momento del ricevimento della Relazione si sono susseguiti una serie di fatti che hanno dimostrato un approccio un po’ confusionario al problema da parte del Comune.
Durante il Consiglio Comunale del 30 aprile, data in cui è stato approvato il Bilancio incriminato, erano presenti in sala i Revisori, ma non è stata data loro l’opportunità di parlare all’intero consiglio, confrontandosi con tutti i consiglieri e permettendo che anche i cittadini presenti, e quelli eventualmente collegati in streaming, fossero informati della situazione. Ci domandiamo il perché si è preferito non far intervenire i revisori in quell’occasione.
Sono state poi indette alcune Commissioni Consiliari in cui si dibatteva sui contenuti della Relazione, sulle spiegazioni del Ragioniere Capo Monteleone, sul ritardo con cui tale Relazione è stata presentata, ed il tutto dopo aver ormai approvato il Bilancio in sede di Consiglio.
Alla penultima Commissione sono stati invitati i Revisori, che hanno partecipato attraverso la presenza di un membro del Collegio, il Dott. Vanni, il quale si è limitato a ribadire il contenuto della Relazione.
All’ultima ulteriore Commissione, a cui erano stati nuovamente invitati, i Revisori hanno deciso di non presenziare, con la motivazione consistente nel non ritenere utile la discussione ristretta di una Commissione e ritenendo molto più importante la loro partecipazione in un Consiglio Comunale.
A tale assenza qualcuno ha proposto addirittura la revoca dei Revisori dal loro incarico, adducendo alla mancanza di collaborazione.
Ed infine l’epilogo: convocazione della commissione del 4 giugno 2013 “a porte chiuse”. Perché escludere i cittadini? Si vuole forse andare a fondo con la proposta di revoca? Si vuole analizzare il comportamento di un organo che ha il compito istituzionale di esprimere pareri sull’adeguatezza di un Bilancio Comunale, e che ha l’obbligo di denuncia dei fatti non chiari?
Questa vicenda interessa tutti. Se la Corte dei Conti si esprimesse attraverso una decisione infausta verso il comune di Piombino, confermando quindi le tesi dei Revisori, verrebbero applicate una serie di sanzioni a causa della violazione del patto di stabilità.
Tali sanzioni prevedono:
1. la riduzione degli importi erogati dallo Stato all’ente locale pari agli importi che eccedono i limiti del patto;
2. il divieto di ogni tipo di assunzione, anche temporanea;
3. l’impossibilità di attivare nuovi mutui;
4. la definizione delle spese correnti in misura non superiore all’importo annuale medio degli impegni effettuati negli ultimi 3 anni;
5. la rideterminazione delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza, applicando una riduzione del 30% rispetto al loro ammontare.
Sono sanzioni che si ripercuotono su tutta la cittadinanza.
Ricordiamo inoltre che questo è il primo anno in cui, grazie ad un’apposita legge, la scelta dei Revisori Contabili del Comune deve avvenire attraverso un sorteggio e non sulla base di una scelta effettuata dallo stesso Ente Locale.
Il MoVimento 5 Stelle Piombino esige spiegazioni sul perché la Commissione sia stata effettuata “a porte chiuse”, in quanto riteniamo che il rispetto della privacy sia una motivazione che non trova nessuna giustificazione su quest’argomento.
MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO
Ed ora la parola agli ordini locali ed al consiglio nazionale che sicuramente valuteranno una sicura costituzione come Parte Civile….
“Il MoVimento 5 Stelle Piombino esige spiegazioni sul perché la Commissione sia stata effettuata “a porte chiuse”…”
La spiegazione è semplice: l’arroganza di chi pretende di amministrare questo Comune diventa sempre più feroce.