PIOMBINO: «NON POSSIAMO FARE IL BILANCIO, NON CI DATE I DOCUMENTI»
Atto (e imbarazzo, ndr.) finale per quanto riguarda la vicenda dei revisori dei conti del Comune di Piombino. Vicenda nella quale tre professionisti iscritti all’albo nazionale dei revisori, estratti a sorte dalla prefettura e provenienti da tre città diverse, che si incontrano per la prima volta a Piombino il 18 gennaio del 2013, pare siano venuti con l’intenzione di “danneggiare” l’amministrazione comunale, che fino a quel giorno, con i revisori piombinesi nominati dal Consiglio comunale (ma di fatto dal Sindaco), non aveva mai avuto problemi.
Ma la cosa “comica”, leggendo “tra le righe” il comunicato inviato dal comune, è che non vengono presentati i revisori piombinesi come “amici” (cosa ovviamente non provata, ma altamente probabile vista la comune residenza), ma questi nuovi, che tra l’altro non si conoscono tra loro, Antonella Giovannetti di Quarrata, in qualità di presidente, Alessandro Nacci di San Miniato e Giuseppe Vanni di Montopoli Valdarno, come dei “nemici” del comune e di fatto, anche senza scriverlo esplicitamente, degli incompetenti che devono essere revocati per inadempienze tutte da dimostrare.
Ma la cosa più comica è che quando, i revisori hanno iniziato a lavorare sul previsionale 2013, il comune, che a quel punto visto che li vuole “cacciare” per inadempiense di fatto minori sarebbe dovuto essere “inattaccabile”, non è stato in grado di fornire buona parte della documentazione richiesta, e mancando «i numeri e le “pezze di appoggio” per capire e giustificare i numeri» il Collegio dei revisori dei conti ha comunicato ufficialmente, il giorno prima dell’avvio della procedura di revoca (vedi allegato cliccando qui), esaminando la proposta di bilancio di previsione 2013 del Comune, «di non poter esprimere un parere circa il raggiungimento ed il mantenimento degli equilibri di bilancio e sulla congruità, sulla coerenza, sull’ attendibilità contabile».
E così, mentre il consiglio comunale a porte chiuse, votava la revoca dell’incarico al collegio dei revisori dei conti, arrivava nella posta elettronica dei consiglieri comunali un altro parere «negativo» dei revisori, riguardante il «parere dell’organo di revisione alla proposta di bilancio di previsione per l’esercizio 2013 e di bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015». Trentaquattro pagine di analisi e dati in cui l’organo di revisione elenca tutta una serie di «mancanze» in base alle quali dichiara di non poter esprimere un parere sul bilancio previsionale perché il comune non gli trasmette i documenti.
I revisori in sostanza sostengono di non aver ricevuto – fra le molte cose – «il parere del responsabile del servizio finanziario dell’ente, la mancata giustificazione della notevole riduzione dell’importo delle spese correnti, le modalità non conosciute circa la determinazione delle principali poste di entrata corrente del bilancio di previsione 2013; la mancata individuazione delle spese e delle entrate avanti carattere non ripetitivo; la mancata puntuale inclusione degli interventi indicati nell’elenco annuale e nel programma triennale delle opere pubbliche». Per quanto riguarda l’elenco annuale ed il programma triennale dei lavori pubblici sostengono che «non sono stati adottati entro il 15 ottobre 2012 dalla giunta comunale e quindi non sono stati pubblicati per almeno 60 giorni all’albo pretorio e sul sito. L’organo di revisione precisa, iniziando l’analisi, inoltre che «sono stati inviati solo alcuni dei documenti obbligatori e le informazioni necessarie alla compilazione della relazione è pervenuta in data 3 giugno lo schema di bilancio di previsione per l’esercizio 2013 e lo schema di bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015. Il 4 giugno la relazione previsionale e programmatica predisposta dalla giunta».
Il Collegio rileva quindi:
- la mancata trasmissione del Parere del responsabile del servizio finanziario dell’ Ente,
- le modalità non conosciute circa la determinazione delle principali poste di entrata corrente del bilancio di previsione 2013,
- la mancata individuazione delle spese e delle entrate aventi carattere non ripetitivo,
- la mancata puntuale inclusione degli interventi indicati nell’elenco annuale e nel programma triennale delle opere pubbliche,
- la mancata giustificazione della notevolissima riduzione dell’importo delle spese correnti,
- le contingenti incertezze normative in merito alla determinazione del “Fondo di solidarietà”,
- l’appostazione nei capitoli afferenti alle partite di giro di poste di importo consistente per le quali non sono state fornite giustificazioni,
- le conseguenze derivanti dalle gravi irregolarità di gestione riscontrate dal Collegio durante l’esame del rendiconto 2012.
Quindi da una parte c’è un comune che contesta ai revisori la tardiva – di poche ore – presentazione della relazione sul consuntivo 2012, il «duplice rifiuto» del collegio a partecipare alla riunione della seconda commissione convocata per il 28 maggio (dopo che però nella prima erano stati sonoramente maltrattati, ndr.), e altre motivazioni minori. Dall’altra c’è però un comune che non è neanche in grado di fornire tutta la documentazione richiesta per elaborare il bilancio previsionale del 2013 alla data del 12 giugno.
Meno male che il 22 giugno inaugurano Piazza Bovio…
Giuseppe Trinchini
Andiamo con ordine e esaminiamo i fatti.
Il consiglio comunale di Piombino contesta ai revisori dei conti il loro lavoro e individuando profili di condotta scorretta e inadatta vuole avviare la revoca dei professionisti discutendo la cosa a porte chiuse per motivi di privacy.
I diretti interessati ( revisori ) al contrario desiderano un confronto aperto, alla luce del sole, perchè nulla hanno da nascondere. Ripeto coloro per i quali si invoca la privacy dicono ” no lasciate perdere la privacy, discutete con noi il bilancio del comune di fronte alla città non abbiamo nulla di cui vergognarci o celare “.
Una volta accertata la volontà dei revisori anche il più stolto degli uomini capirebbe che non sussistono più le condizioni per il dibattito a porte chiuse, ma ciò non viene compreso dai nostri rappresentanti istituzionali che perseverando nell’ottusità conducono il dibattito a porte chiuse.
Questo è accaduto a Piombino e queste sono le parole di EMANUELE d’APPIANO che nel 1451 dinanzi al Consiglio degli Anziani giuro’ ” convenne e promise per sè e suoi eredi e successori di mantenere e conservare al Comune e popolo di Piombino una vera,pura, perpetua e non simulata libertà, e difendere la prefata Comunita’ e il di lei popolo con tutte le forze, e conservargli illibata la libertà “.
Capito bene chi eravamo e cosa siamo ora !.