CORRIERE ETRUSCO: NUMERO 12, EDITORIALE E PDF
Piombino (LI) – E’ disponibile nei punti di distribuzione della città (il cui elenco potete leggerlo al termine dell’editoriale) il DODICESIMO NUMERO del supplemento settimanale “Corriere Etrusco” Cartaceo. Pubblichiamo integralmente l’editoriale del giornale in questa pagina e il link alla versione in formato elettronico, per poterlo leggere ed eventualmente stampare tramite internet anche sul tuo computer.
Buona lettura…
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EDITORIALE:
I giovani-vecchi e i vecchi-giovani
Non basta l’età anagrafica per essere giovani, e questo (specialmente) in politica è più di una semplice verità. Ci sono giovani che sono anni che militano nei partiti senza avere mai espresso nulla di concreto; ci sono giovani che per anni hanno fatto da “galoppini” al gruppo di potere di turno e questo è stato il loro migliore esercizio di militanza politica; ci sono giovani che sono cresciuti all’ombra dei soliti marpioni politici acquisendo la loro stessa mentalità, la loro stessa “grettezza” politica, il loro stesso agire “furbesco” che a poco più di trent’anni li ha di fatto resi già vecchi. Vecchi come i loro maestri/maestre che il tempo ha reso, politicamente parlando, come impresentabili al cospetto degli elettori.
Questi giovani, pur avendo trent’anni, poco più o poco meno, non sono giovani ma vecchi; vecchi nell’anima, nel loro muoversi, nel loro atteggiarsi da leader, nel loro pensare arguto, nel loro agire mediocre. Questi giovani-vecchi non sognano, non sono capaci di sognare. L’unica cosa che sono capaci di sognare è il potere, e non ambiscono a nulla se non alla mera fama incoronata dal semplice successo personale.
Per essere giovani non occorre avere solo una buona data anagrafica, ma bisogna esserlo davvero, dentro la propria testa.
Dall’altra parte poi abbiamo invece i settantenni che si spacciano per il nuovo che avanza, di cui il nostro Silvione nazionale è l’esempio più plateale. Ma questi li trovi anche vicino casa, vestiti con la camicina attillata o la giacca alla moda nell’associazione locale di turno, cercando di spacciarsi ancora al passo coi tempi, ma incollati alla stessa poltrona da più decadi impedendo ai giovani, quelli veri, di crescere, creando di fatto, un buco generazionale e l’invecchiamento del volontariato locale. Una situazione questa che logora i pochi giovani che ancora hanno voglia di fare, facendoli allontanare dalla politica e dal terzo settore, mentre i “vecchi-giovani” sono tutti impegnati a “imbonire” i loro “giovani-vecchi”.
Giuseppe Trinchini