CORRIERE ETRUSCO: NUMERO 13, EDITORIALE E PDF
Piombino (LI) – E’ disponibile nei punti di distribuzione della città (il cui elenco potete leggerlo al termine dell’editoriale) il TREDICESIMO NUMERO del supplemento settimanale “Corriere Etrusco” Cartaceo. Pubblichiamo integralmente l’editoriale del giornale in questa pagina e il link alla versione in formato elettronico, per poterlo leggere ed eventualmente stampare tramite internet anche sul tuo computer.
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EDITORIALE:
Diamoci pace… per via della pace
La vicenda delle palazzine di Via della pace si sta avviando verso la conclusione più ovvia: panorama perduto per sempre, costruttore che conclude l’opera e niente da pagare né all’amministrazione comunale né a chi ha sbagliato. Tra le lettere che ci sono giunte sull’argomento vogliamo pubblicare quella di Bruno Laguzzi che riassume bene il disagio dei residenti per lo scempio di uno degli angoli più belli della città.
«La situazione attuale – commenta – indica chiaramente che l’impresa costruttrice delle palazzine di via della Pace non sta eseguendo quanto l’assessore del Comune Francardi aveva dichiarato due mesi fa”.
Ricordo che a diversi cittadini e partiti le parole del Francardi erano sembrate troppo “blande”, e le sanzioni “troppo lievi”, le modifiche imposte “poco convincenti”.
Bisogna ammettere oggi che le dichiarazioni dell’assessore erano state buttate li per calmare le acque ma non hanno avuto effetto.
Le balaustre sono state costruite in muratura (era stato promesso il vetro trasparente, ndr.) pregiudicando la vista panoramica. I locali extracorsa degli ascensori sono stati chiusi con muratura. La sanzione di 100.000 euro scommetto che sarà presto messa in discussione da qualche bravo legale che la farà cancellare. Mi chiedo come questa vicenda finirà».
Ma come risponde il comune a tanti cittadini indignati? «Il “deterioramento” della vista dal belvedere antistante via della pace a causa del nuovo skyline – commenta Francardi su Piombino oggi – sarà compensato da ulteriori spazi di uso pubblico previsti nell’ambito del parco». Fatto sta che Piombino, che non è New York, per l’ennesima volta dai tempi di “ponte d’Oro”, per ottenere qualcosa (in questo caso qualche ettaro di verde) deve rinunciare a un altro dei suoi gioielli.
Giuseppe Trinchini