FORUM PER SAN VINCENZO: «PARTECIPAZIONE A PAGAMENTO?»
San Vincenzo (LI) – Il Forum del Centro Sinistra per San Vincenzo commenta la scelta della maggioranza di rivolgersi a Sociolab, una società coinvolta negli anni scorsi in altri progetti partecipativi, per redigere il programma elettorare. Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
«Vi hanno mai chiesto dei soldi per esprimere un’opinione in un’assemblea pubblica? A San Vincenzo questo succede spesso perché la partecipazione dei cittadini è ormai appaltata ad una società privata. C’è da fare il Piano Strutturale? Facciamo ascoltare i cittadini dalla Sociolab. C’è da fare il programma elettorale? Perché farlo da soli, c’è la Sociolab. Quindi i cittadini che prendono parte a queste assemblee, hanno pagato per esprimere la loro opinione. Di questo passo chissà che la stessa amministrazione del comune non sia appaltata ad un’azienda del settore. In fondo se si è privatizzata la partecipazione dei cittadini sarebbe logico giungere alle estreme conseguenze privatizzando quello che dovrebbe essere il risultato della partecipazione: l’amministrazione.
Qualsiasi forza politica trova nel rapporto diretto con i cittadini la sua prima ragione d’essere e la sua più nobile funzione sociale. Sorprenderà alcuni, ma un partito dovrebbe servire proprio a parlare con i cittadini e a far esprimere ai cittadini le istanze in modo da mediarle, da renderle compatibili con l’attività amministrativa o di governo. Scioccherà alcuni ma il ruolo della politica non è, o non dovrebbe essere, quello di elargire favori e bisbigliare minacce per incollarsi nella stanza dei bottoni.
Dal confronto diretto con la cittadinanza deriva l’arricchimento reciproco che solo può garantire lo sviluppo di nuove sensibilità e la concreta e reale rappresentanza delle esigenze della società. Semplificando possiamo dire che questo è “amministrare”.
Invece arrivano dei “tecnici”, professionisti dell’ascolto a pagamento, a organizzare conviviali riunioni con pasticcini e pizzette. Professionisti pagati per fare quello che una certa politica non sa più fare, non vuole più fare o non è più in grado di fare: avere un contatto diretto con i cittadini, metterci la faccia.
L’infatuazione per questa “nuova” forma di rapporto con i cittadini, mediata, a pagamento e “tecnica” è pericolosa. Sappiamo infatti dai percorsi partecipati del Piano Strutturale e del Piano di Baratti a Piombino, che il reale obiettivo di questi incontri non è quello di recepire e sintetizzare le istanze dei cittadini – istanze, che nel migliore dei casi vengono dimenticate – ma quello di dare l’illusione al singolo, finalmente, d’essere ascoltato, di contare qualcosa. È inevitabile che così sia, i professionisti che organizzano questi percorsi sono retribuiti da un committente che ha precisi obiettivi ed è interessato a indirizzare in una certa direzione le assemblee per ottenere il risultato sperato.
Alla fine il risultato sarà quello che era già stato scelto dalle solite tre o quattro persone, chiuse in chissà quale stanza perché la sintesi delle assemblee non può essere imparziale: l’esito sarà quello desiderato. Sappiamo che in questi tempi così difficili, l’immagine è spesso più importante della sostanza e questa, per la cittadinanza, è una trappola insidiosa perché altera il naturale rapporto tra rappresentati e rappresentanti persino in un comune piccolo come il nostro. Una trappola le cui conseguenze nel breve e medio termine potrebbero essere nefaste anche in campo economico perché sappiamo tutti che un rapporto sano con le Istituzioni è il più efficace alleato per le imprese e per il lavoro. Ironico che il Partito “Democratico” tenti in ogni modo di drogare la democrazia con queste costosi e pericolosissimi allucinogeni».
Per il Forum del Centrosinistra
Nicola Bertini Maurizio Viliani
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