SIDERURGIA: IN VAL DI CORNIA PREOCCUPAZIONE PER LA LUCCHINI
PIombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo due interventi sulla situazione Lucchini. Il primo è dell’assessore Pedroni del comune di Campiglia, che commenta la lettera che il sindaco di Piombino ha inviato a Gianni Letta. L’altro è un comunicato di SEL Piombino Val di Cornia.
Ecco l’interventi di Pedroni.
«Ho letto attentamente la lettera che il sindaco Anselmi ha inviato al presidente del consiglio Letta ed esprimo la mia totale condivisione ed apprezzamento. Non siamo assolutamente, e non lo abbiamo mai fatto, nella fase della drammatizzazione finalizzata, ma siamo nella reale possibilità che la vicenda Lucchini diventi una tragedia sociale di enormi proporzioni. Mi pare che le opzioni che vengono prospettate non risolvano assolutamente il problema, vendere a pezzi gli impianti o realizzare un eventuale forno elettrico credo che siano fantasie quasi al pari del famoso “Progetto Utopia” di “pomiciniana” memoria. È invece degno d’interesse il progetto Corex o Finex che finalmente ci proietterebbe verso l’innovazione tecnologica indispensabile visto che il nostro territorio deve necessariamente far convivere industria e turismo.
Il mantenimento del ciclo integrale non è una volontà per rimanere ancorati al passato, ma una necessità che deriva dal fatto che non è un processo superato, o sostituibile con altri sistemi, ed è fondamentale per la qualità di alcuni tipi di prodotti finiti. Il ciclo integrale poi, ha riflessi importanti anche su altre attività collegate all’area a caldo come ad esempio centrali, impianti di itticoltura, cave e fabbriche di calce. Io credo che il tempo sia maturo affinché il Governo intervenga decisamente e celermente. Non ci possiamo permettere la politica del rimando.
L’industria in Italia è sempre un settore strategico? Se la riposta, come auspico, è affermativa, la conseguenza logica è l’intervento dello Stato a sostegno e garanzia di un comparto che, se fosse eliminato, oltre a fare precipitare l’economia della Val di Cornia con la perdita di 4.500-5.000 posti di lavoro, condannerebbe la nazione a diventare un paese totalmente importatore di prodotti siderurgici. Gli errori vengono da lontano e mi riferisco alle privatizzazioni dei primi anni ’90 con la totale uscita dello Stato dal settore siderurgico, ma non è detto che oggi non ci sia la possibilità di rimediare, occorrono volontà chiare e tempo certi».
Paolo Pedroni
Ass. alle attività produttive
Comune di Campiglia Marittima
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Di seguito l’intervento di SEL.
«Gli allarmi per la Lucchini si susseguono inesorabilmente .
Continuano gli incontri ai vari livelli istituzionali, ultimo quello al Ministero dello Sviluppo Economico ma emergono sempre le solite cose:
– a settembre, se non ci sono novità, si va allo spengimento dell’altoforno.
– Si richiama la necessità di sinergie tra Taranto e Piombino
– Si punta al mantenimento dell’area a caldo con investimenti innovativi di processo
– Utilizzo delle opportunità del Action Plan della UE
Scongiurare lo spengimento dell’altoforno è in questa fase decisivo ma per far che cosa?
La politica del prendere tempo senza un piano produttivo e di riassetto della Lucchini che coinvolga tutta la siderurgia italiana , non risolverà i problemi, anzi probabilmente , in alcuni casi, le accentuerà.
Il problema è tutto politico e ruota intorno al nodo centrale di un governo continuamente traballante, in continua fibrillazione , con un PDL che impone l’agenda di marcia delle priorità ( IMU, IVA, Giustizia) . Una politica industriale che rimetta al centro innovazione, ricerca, sinergie, utilizzo fondi comunitari ecc. è lontana da venire e per ora, tutto si basa solo sulla buona volontà di qualche sottosegretario.
Intanto il tempo passa e si avvicina il pericolo della fine del secondo stabilimento siderurgico a ciclo integrale, vera sciagura per tutta la Val di Cornia e per la Toscana stessa.
Certo, non si può dire , che i lavoratori/trici della Lucchini non ne siano consapevoli, ma il resto del nostro territorio sembra in stato comatoso.
Poco si è visto nel resto della Val di Cornia ( risultato anche della fine di politiche unitarie) : i consigli comunali sempre più estraniati e una comunicazione che alterna soluzioni miracolistiche a disfatte prossime.
Noi pensiamo che senza una forte mobilitazione di tutto il territorio, con forme di pressione ad elevato impatto visivo non si cambia un declino che oggi sembra inevitabile».
Sinistra Ecologia Libertà
Piombino Val di Cornia