CRISI LUCCHINI: SALE LA TENSIONE
Piombino (LI) – Momento estremamente delicato questo per la crisi che sta attraversando la Lucchini. In particolare ieri venerdì 26 luglio si sono svolti praticamente in contemporanea lo sciopero di 4 ore da parte degli operai dello stabilimento e l’incontro a Roma tra il sindaco Anselmi e il ministro Zanonato.
Gianni Anselmi ieri su facebook scriveva così, motivando la sua assenza ala manifestazione organizzata dai sindacati Fim/Fiom/Uilm: «L’ENNESIMO PELLEGRINAGGIO – questa mattina non potro’ partecipare alla manifestazione organizzata dal sindacato. Dopo la lettera al premier Letta sulla crisi del nostro polo industriale, questa mattina a Roma incontro il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e il sottosegretario Claudio De Vincenti. Spero si possa dare una svolta alla situazione: solo il Governo può farlo, noi abbiamo fatto da anni e stiamo facendo tutto il possibile e ben oltre quanto ci compete, con l’obiettivo di avere a Piombino una siderurgia moderna e non quella che si vede oggi».
Alla manifestazione hanno sfilato circa 1000 persone per protestare contro il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro, tanti operai, non solo della Lucchini ma anche di altre aziende locali, a testimoniare che al destino della Lucchini è legato anche un indotto di altre realtà.Una partecipazione però più scarsa di quanto ci si sarebbe aspettato, visto che si stanno attraversando delle ore decisive, ma con informazioni ancora poco chiare, per il destino dello stabilimento.
Intanto sono emerse notizie sull’incontro a Roma tra Anselmi, Zanonato, il sottosegretario Caudio De Vicenti, anche alla presenza dell’assessore toscano Gianfranco Simoncini e il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà. Si sta cercando cioè di verificare se è possibile instaurare un sistema di sinergie con l’Ilva di Taranto
Anselmi dopo l’incontro ha dichiarato: «Sono anni che poniamo questi problemi e ora stanno diventando stringenti – ha detto il sindaco di Piombino al rientro da Roma -. Oggi abbiamo ribadito al ministro e al sottosegretario le ragioni che giorni fa ci hanno spinto a inviare la lettera aperta a Enrico Letta. In primis, l’obiettivo di allungare la vita all’altoforno Lucchini per evitare fermate traumatiche. E su questo punto il Governo si è impegnato a verificare rapidamente tutte le possibili sinergie con Taranto. Poi, dato che comunque l’altoforno è a fine vita e non ci sono interessi privati ad un suo ‘revamping’, abbiamo chiesto di verificare se ci siano le condizioni procedurali e finanziarie perché l’altoforno venga sostituito con un impianto a minore impatto ambientale, come i moderni Corex o Finex, che consentirebbe a Piombino di mantenere e qualificare l’area a caldo».