MOVIMENTO 5 STELLE: «DISCARICA, LA SOLUZIONE È LA DIFFERENZIATA»
Il MoVimento 5 Stelle Piombino ha visitato il sito della discarica piombinese, Ischia di Crociano, per ottenere informazioni sulla situazione dei rifiuti nel nostro Comune. La visita è stata preceduta da un incontro con Fulvio Murzi, Amministratore Unico di Asiu e Tap, e con Enrico Barbarese, Direttore di Asiu e Tap, durante il quale gli argomenti trattati sono stati molti e il giudizio finale negativo.
Il M5S è scettico riguardo alla raccolta porta a porta, che non sarebbe dovuta partire dal centro città, bensì dalla periferia, e che avrebbe avuto bisogno di una maggiore sensibilizzazione e preparazione dei cittadini.
Anche il progetto Bio-E lascia dei dubbi al M5S, che non vi vede una soluzione definitiva bensì temporanea in attesa della costruzione della nuova discarica.
«La soluzione a cui dovremmo auspicare ‒ sostengono i 5 Stelle ‒ è l’incremento della raccolta differenziata attraverso il porta a porta esteso a tutta la città, in modo da ridurre il materiale indifferenziato da conferire in discarica, eliminando di conseguenza, in maniera progressiva, il “carburante” degli inceneritori».
La nuova discarica sorgerà all’interno di un terreno demaniale in concessione a Lucchini S.p.a., attualmente sottoposto al trasferimento dei rifiuti che vi sono stati accatastati dallo stabilimento.
Un altro problema sta nel fatto che il Conglomix MID viene prodotto dalla società TAP attraverso il riciclo di alcuni tipi di scorie della Lucchini; attualmente quest’ultima non ha liquidità, quindi TAP necessita di trovare altre tipologie di materiali per produrre il Conglomix ed essere pagata. Murzi ha di nuovo ipotizzato l’utilizzo delle ceneri dell’inceneritore, intendendo in questo modo un vero ciclo a rifiuto zero.
«Inutile dire che il nostro punto di vista su questo aspetto ‒ concludono i 5 Stelle ‒ è assolutamente critico, in quanto lo scarto della termovalorizzazione è ricco di diossina, pericolosissima per la salute. Non vi sono ad oggi neanche le autorizzazioni che consentano un’operazione del genere, ma Murzi e Barbarese non escludono a priori questa possibilità, dichiarando di voler prima provare e analizzare i test risultanti».
La visita ha evidenziato che all’interno dei capannoni vi sono alcuni impianti completamente fermi e inutilizzati da anni, in attesa di smantellamento. Ciò che ha colpito maggiormente il M5S è stata la presenza impressionante dei gabbiani, tutti accovacciati sui rifiuti a cercare cibo tra l’immondizia (insediativisi negli anni Novanta, quando il materiale organico vi veniva gettato dentro), e lo scaricamento del camion, che ha gettato nella fossa l’intero contenuto dei cassonetti grigi dell’indifferenziato, senza una minima selezione e senza l’apertura dei sacchetti.
Segue il comunicato stampa integrale inviatoci dal MoVimento 5 Stelle.
«Il MoVimento 5 Stelle Piombino Venerdì 26 Luglio ha visitato Ischia di Crociano, sito della discarica piombinese. Lo scopo della visita era volto principalmente all’acquisizione di informazioni che ci permettessero di capire meglio la situazione dei rifiuti nel nostro comune.
Siamo stati accolti alle ore 13.00, sotto un caldo cocente, da Fulvio Murzi (Amministratore Unico di Asiu e Tap) e da Enrico Barbarese (Direttore di Asiu e Tap) che ci hanno dapprima fatto accomodare negli uffici per una chiacchierata introduttiva, e successivamente ci hanno accompagnato a visitare gli impianti del sito.
Durante la chiacchierata iniziale il Sig. Murzi ci ha esposto l’attuale passaggio ad ATO SUD, a cui verranno assegnate le funzioni di raccolta e spazzamento, mentre gli impianti e le strutture esistenti resteranno di competenza dei Comuni, illustrandoci poi il progetto della raccolta porta a porta che partirà da settembre nel centro storico e la nuova tecnologia Bio-E. Abbiamo quindi manifestato i nostri numerosi dubbi sulle modalità con cui tale progetto sarà realizzato, non comprendendo fino in fondo le motivazioni che hanno spinto Asiu a programmare il porta a porta iniziando proprio dal centro storico. Crediamo che logisticamente non sia la soluzione migliore per introdurre la raccolta porta a porta a Piombino, in quanto tale progetto necessita di una preparazione lunga, in cui vengono informate le persone e predisposte le strategie per rendere la raccolta estendibile in futuro al resto della città. In un mese di tempo è difficile riuscire a realizzare una sensibilizzazione notevole affinché i cittadini ne capiscano l’importanza. A seguito del fallimento del progetto al Poggetto-Cotone di qualche anno fa, tentare di nuovo la raccolta porta a porta in una quartiere come il centro storico, con tutti i problemi logistici che ne conseguono (spazi limitati nei condomini, strade molto frequentate da pedoni, ZTL, difficoltà di accesso dei mezzi di smaltimento, …), forse rappresenta un errore. Eliminare i cassonetti da Via del Popolo, Piazzetta dei Grani e altri luoghi caratteristici non può essere la motivazione principale, insieme alla già presente raccolta del vetro effettuata da bar e ristoranti. Iniziare il porta a porta da quartieri come Montemazzano, Ghiaccioni e zone periferiche di nuova costruzione, in cui vi sono maggiori spazi condominiali e giardini per poter gestire i raccoglitori dei vari materiali, sarebbe una scelta più lungimirante a nostro avviso. Il nostro obiettivo è infatti quello di estendere a tutta la città tale esperienza che, ormai collaudata nei luoghi periferici, sarebbe maggiormente accettata infine anche nei quartieri più centrali. Il rischio è non riuscire ad ottenere la fiducia dei cittadini su un progetto così importante, che permetterebbe di fare un passo avanti nella gestione dei rifiuti, e non renderlo credibile nemmeno in futuro. Infine, ma non in ultimo, è necessario un confronto diretto con i cittadini e con le associazioni per riuscire a sensibilizzare la popolazione alla raccolta porta a porta, avvalendosi, come è accaduto per Campiglia M. ma, anche della collaborazione dei vigili urbani, in quanto, concordiamo con Murzi che il giornalino o la pubblicità cartacea purtroppo non sono efficaci.
Per quanto concerne il progetto Bio-E, ci è stato spiegato che si tratta di veri e propri sacchi di Gore-tex all’interno dei quali inserire i rifiuti indifferenziati, che consentono di ottenere dopo alcuni giorni una riduzione del volume dei rifiuti del 40%, nonché il recupero di tutto il biogas presente. Tale soluzione, ci è parso di capire, che sia definitiva anche per il futuro, in quanto consente di poter sfruttare più a lungo la discarica, paventando addirittura, ma solo come opzione possibile, di inviare il contenuto del sacco una volta aperto ed essiccato dal processo concluso, alla termovalorizzazione. A nostro avviso il Bio-E non può rappresentare la soluzione definitiva, ma semmai solo temporanea per sopperire alla vicina scadenza di utilizzo dell’attuale discarica ed in attesa della costruzione di quella nuova. La soluzione a cui dovremmo auspicare è l’incremento della raccolta differenziata attraverso il porta a porta esteso a tutta la città, in modo da ridurre il materiale indifferenziato da conferire in discarica, eliminando di conseguenza, in maniera progressiva, il “carburante” degli inceneritori.
Abbiamo poi richiesto alcune informazioni relative alla discarica attuale e alla discarica di nuova costruzione: Ischia di Crociano è stata aperta negli anni 95’/96’, alla fine degli anni 90’ venne effettuata una ri-modellazione rispetto al progetto originale a causa dell’emergenza rifiuti Elba, mentre per quanto riguarda l’innalzamento è stata richiesta negli ultimi anni una sola deroga e non vi è intenzione di richiederne ulteriori. Per riuscire a prolungare la durata della discarica attuale finché non sarà completata quella nuova, è necessario selezionare il rifiuto, privilegiando quello urbano rispetto agli speciali e utilizzare il Bio-E. C’è stato un periodo in cui anche il materiale organico veniva gettato in discarica, a causa della mancanza di macchinari adeguati, mentre adesso non è così. Tuttavia quel periodo ha contribuito alla nidificazione a terra dei gabbiani che presso la discarica trovavano cibo con facilità, ma che tuttora prosegue, in quanto all’interno dell’indifferenziato vi è comunque una parte di materiale organico che attira stormi di volatili.
Il luogo in cui sorgerà la nuova discarica (progettata a bio-celle separate) non possiamo visitarlo perché si tratta di un terreno demaniale in concessione a Lucchini S.p.a. e sul quale sono presenti accatastamenti di rifiuti dello stabilimento. Lucchini possiede già una regolare discarica adiacente, ma è esaurita, perciò i rifiuti sono stati gettati in un’area non attrezzata, per la quale ha subìto anche una multa di milioni di euro. Sono in atto quindi i trasferimenti del materiale che vi è depositato per liberare l’area e far partire i lavori. Alla domanda: “Dove vengono portati i rifiuti speciali presenti in quell’area?” Murzi risponde “Non lo so, e non mi interessa. Non è mia competenza controllare ciò che stanno facendo, a me interessa solo che l’area venga sgomberata”.
A questo punto affrontiamo l’argomento “Conglomix”, chiedendo delucidazioni sulle tipologie di materiali che vengono utilizzati per realizzarlo e sulla destinazione di questo particolare prodotto. Il Sig. Murzi ci ha spiegato che il Conglomix MID (il nome precedente era CIC – conglomerato idraulico catalizzato) viene prodotto dalla società TAP attraverso il riciclo di alcuni tipi di scorie della Lucchini, in particolare scorie LD (scarti dei convertitori) e scorie MS (scarti di acciaieria), nonché alcune polveri fini. Tali scorie vengono lavate e mescolate con il cemento per ottenere un prodotto che al momento della posa in opera è modellabile come la plastilina, mentre dopo essere stato compresso solidifica e diventa impermeabile, senza cessione di materiale. “Le autorizzazioni sono tutte presenti e il Conglomix è pronto per essere adoperato, prodotto e venduto”, afferma il Sig. Murzi. L’unico problema attualmente è rappresentato dal fatto che Lucchini è l’unico soggetto che apporta la materia prima a TAP pagandone il conferimento ad un prezzo di circa 20,00 € a tonnellata, frutto di un accordo che permette allo stabilimento di risparmiare rispetto ai prezzi di mercato e a TAP di sostenere i costi di produzione. Lucchini è però in un momento complicato, non dispone di liquidità tali da riuscire a pagare i conferimenti delle scorie e non sappiamo in futuro come evolverà la situazione, perciò TAP ha necessità di trovare altre tipologie di materiali per produrre il Conglomix in modo da ricevere di nuovo il pagamento del conferimento. Murzi ha quindi di nuovo ipotizzato l’utilizzo delle ceneri dell’inceneritore, intendendo in questo modo un vero ciclo a rifiuto zero.
Inutile dire che il nostro punto di vista su questo aspetto è assolutamente critico, in quanto lo scarto della termovalorizzazione è ricco di diossina, pericolosissima per la salute. Non vi sono ad oggi neanche le autorizzazioni che consentano un’operazione del genere, ma Murzi e Barbarese non escludono a priori questa possibilità, dichiarando di voler prima provare e analizzare i test risultanti.
Questo quadro ipotizzato ci induce ad alcuni ragionamenti: TAP è una società posseduta per il 25% da Lucchini e per la restante parte da ASIU, Lucchini è sotto amministrazione straordinaria, ma potrebbe trasformarsi presto in fallimento, in più rappresenta l’unico soggetto che attraverso il pagamento del conferimento delle scorie sostiene i costi di produzione di TAP. Nascono quindi le due esigenze di tipo economico, da un lato valutare la possibilità di estromettere Lucchini dall’azionariato di TAP (trovando un altro socio oppure accrescendo le quote di ASIU) e dall’altro cercare un altro soggetto che apporti rifiuti speciali, pagandone il conferimento, per mantenere in funzione gli impianti.
Quale sarà quindi la direzione che intraprenderanno Asiu e Tap per risolvere questi problemi?
Inoltre, lo “scambio di materie” con l’inceneritore di Scarlino (possibile termovalorizzazione del residuo del Bio-E e riutilizzo delle ceneri per il Conglomix), non rappresenta assolutamente, a nostro avviso, il concetto di Rifiuto Zero, anzi, si pone in netto contrasto con il fine ultimo di Rifiuti Zero, ovvero realizzare un’alta percentuale di Raccolta Differenziata, attraverso la quale incrementare il riciclo della materia, ed eliminando progressivamente l’importanza degli inceneritori e delle discariche. Se vi sarà un interesse di tipo economico ad inviare rifiuti indifferenziati all’inceneritore per poi riutilizzare le ceneri, non vi sarà analogamente negli stessi soggetti la volontà di incrementare il riciclo. Fermo restando che la legge potrebbe non consentire di mescolare o diluire rifiuti pericolosi con altre sostanze per creare un materiale diverso.
Terminata la chiacchierata, ci incamminiamo verso gli impianti, visitando dapprima la piattaforma TAP, toccando con mano il Conglomix steso nel piazzale e attraversando l’area in cui vengono depositate le scorie Lucchini utilizzate. Queste scorie sono stoccate a cielo aperto nonostante siano polveri e materiali granulosi, ma il Sig. Murzi ci ha assicurato che si tratta di sostanze già lavate e nebulizzate per evitare la dispersione in aria.
Attraversiamo poi la zona delle vasche in cui recuperano l’acqua piovana e depurano l’acqua contaminata, dando vita ad un circuito chiuso che gli consente di non utilizzare l’acqua dell’acquedotto. Scorgiamo poco distante le aree interessate da Lucchini, la sua discarica regolare e quella “improvvisata”, ricca di mezzi in funzione per liberare la zona dai rifiuti accatastati.
Proseguiamo all’interno dei capannoni ed è qui che facciamo la conoscenza di Pasquale Potenza, uno dei responsabili della gestione della discarica proveniente dalla zona del senese, ma non abbiamo molte informazioni sul suo conto. All’interno dei capannoni vi sono alcuni impianti completamente fermi e inutilizzati da anni, tanto che abbiamo notato la completa assenza di personale a lavoro in tutta l’area, e che avrebbero dovuto rappresentare impianti di preselezione dei rifiuti da gettare in discarica e impianti per la produzione del “compost” da materiale organico. Uno di questi due macchinari è stato progettato agli inizi degli anni ’90 e ultimato nel ’99, ma al momento dell’utilizzo tale impianto risultava essere già obsoleto e completamente superato. Nonostante i milioni di euro spesi, sono entrambi in attesa di essere smantellati.
Infine eccoci al momento della visita della discarica vera e propria, raggiungibile attraverso una strada in salita che la fiancheggia, la presenza dei gabbiani è impressionante, tutti accovacciati sui rifiuti a cercare cibo tra l’immondizia. Abbiamo assistito anche allo scaricamento del camion, che ha gettato nella fossa l’intero contenuto dei cassonetti grigi dell’indifferenziato, senza una minima selezione e senza l’apertura dei sacchetti.
Ringraziamo per la disponibilità dimostrata dal Sig. Murzi e dal Sig. Barbarese, tale visita ci è stata molto utile per lo studio dei problemi relativi ai rifiuti della nostra zona».