“FUMATE” ALLA LUCCHINI: I RISULTATI DEI CONTROLLI ARPAT

ARPATPiombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di ARPAT a riguardo le emissioni di fumo provenienti dalla cockeria che hanno destato preoccupazione nella popolazione piombinese.

«Pervengono ad ARPAT numerose segnalazioni circa il fenomeno delle “fumate” da varie parti dello stabilimento Lucchini, si tratta del complesso fenomeno delle emissioni fuggitive, cioè di emissioni che sfuggono ai sistemi di captazione e di depurazione esistenti.

Per poter comprendere a fondo le cause e le possibili soluzioni per i problemi segnalati occorre inquadrare nel suo insieme il ciclo siderurgico integrale.

Si tratta di un complesso di impianti, processi e tecnologie che utilizzano materie prime polverulente e portano ad un prodotto finito che è rappresentato dall’acciaio sotto forma di semilavorati lunghi che si suddividono in tondi quadri o piatti a seconda della loro forma. Il processo avviene in continuo ed una volta caricato l’altoforno si debbono per forza rispettare i tempi e le lavorazioni pena il danneggiamento permanente dell’impianto.

Tutto il processo, trattando materiali polverulenti o incandescenti quali la ghisa fusa e l’acciao liquido, è una continua sorgente di polveri, che debbono essere obbligatoriamente captate e depurate, pena un inquinamento ambientale insostenibile.

A questo si aggiunge la complicazione che una volta caricato l’altoforno , occorre obbligatoriamente spillare la ghisa, portarla in acciaieria trasformarla in acciaio colarlo e solo dopo può essere raffreddato con la cessazione della produzione di polveri. In altre parole sono necessarie continue opere di manutenzione e di messa a punto degli impianti per poter garantire le migliori prestazioni ambientali.

Tutti gli impianti di captazione e di depurazione delle polveri sono calcolati per assicurare le prestazioni previste dalla legge e dalle migliori tecniche disponibili codificate dalla normativa europea. Quando per ragioni fra le più disparate, che vanno da una reazione anomala del bagno di fusione fino ad arrivare al cuscinetto dell’ultimo aspiratore, l’impianto di captazione non riesce ad aspirare le polveri che si sprigionano dal processo, allora si ha il fenomeno delle emissioni fuggitive, quelle che appunto si vedono dal tetto del capannone dell’acciaieria.

Il fenomeno è quindi ben noto ed è stato esaminato a fondo nell’ambito della commissione ministeriale che ha supportato il recente rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale DEC-MIN-0000127-GAB allo stabilimento Lucchini di Piombino, rilasciata il 18 aprile ed entrata in vigore il 15 maggio scorso. Da tale data l’Autorità competente per i controlli ambientali e la verifica del rispetto di quanto previsto dall’AIA è il Ministero dell’Ambiente con il supporto di Ispra (l’agenzia ambientale nazionale), che si avvale anche del contributo di ARPAT.

Nello specifico sono state imposte delle prescrizioni che attenueranno il fenomeno e che comunque mostreranno risultati visibili solo a medio periodo. In particolare l’AIA prevede per il capannone dell’acciaieria l’utilizzo di un misuratore di opacità già presente, e quindi della polverosità, dell’aria ambiente che da lì fuoriesce. Utilizzando i dati strumentali si avrà una sorta di conteggio delle emissioni fuggitive così da attuare tutti gli accorgimenti impiantistici e gestionali per ridurre al minimo il fenomeno. Il succitato misuratore di opacita’ è fuori servizio dal dicembre 2012; il suo corretto funzionamento fa parte delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione ambientale integrata vigente. La riparazione dell’opacimetro è un obbligo dell’Azienda, come pure quello di mantenere la piena efficienza degli impianti di captazione e di abbattimento degli inquinanti, in ogni caso esso servirebbe a quantificare le emissioni fuggitive, ma non certo ad abbatterle.

Non è tecnicamente possibile, e nemmeno è richiesto dalla legge, dimensionare gli impianti di abbattimento per captare qualsiasi emissione in qualsiasi circostanza, anche in caso di problemi tecnici imprevisti, per cui anche in presenza di un buon impianto si possono registrare delle anomalie funzionali.

Risulta però fondamentale distinguere fra un evento sporadico e la progressiva perdita delle prestazioni degli impianti di captazione; questo è possibile misurando la frequenza degli eventi registrati dall’opacimetro. In altre parole, è la frequenza e, in seconda analisi, l’intensità di un evento che lo fanno inquadrare come anomalia oppure come dimostrazione di perdita di prestazioni dell’impianto di captazione.

In ogni caso non bisogna mai dimenticare che i tempi rigidi dettati dal ciclo integrale permettono solo l’ordinaria manutenzione e quindi piccoli aggiustamenti, mentre per gli interventi di straordinaria manutenzione occorre fermare l’impianto e sono necessari tempi lunghi di intervento.

Le fumate di colore rosso e nero che più volte vengono segnalate non sono fenomeni legati al normale ciclo produttivo ma rappresentano una eccezione, un problema tecnico temporaneo che origina polveri diffuse, le quali, in condizioni ordinarie vengono captate, depurate e successivamente restituite in atmosfera convogliate attraverso un camino dotato di misuratore in continuo.

Misuratori in continuo sono installati sulle emissioni convogliate più importanti dello stabilimento e precisamente: la batteria 45 forni della cokeria, le cappe di sfornamento cokeria, l’ecologico cokeria, l’aspirazione campi di colata altoforno e l’impianto di aspirazione polveri della stock house. Sono inoltre in funzione due impianti di aspirazione dell’aria ambiente del capannone acciaieria con depurazione dell’aria attraverso filtro a maniche prima dell’emissione in atmosfera attraverso un camino. Si tratta di due impianti funzionanti in parallelo con una portata complessiva di oltre 3 milioni di metri cubi per ora, ciascuno dei quali costituito da tre ventilatori centrifughi.

Sulla funzionalità di tali ventilatori, recentemente è stata effettuata da ARPAT una verifica del corretto funzionamento, che permette di escludere che il sistema di captazione delle emissioni diffuse non sia in servizio, anche se è difficile entrare nel dettaglio del suo effettivo stato di efficienza.

Sono inoltre in atto pratiche operative atte a prevenire il fenomeno le quali includono tutte le operazioni che partono dalla fase di versamento ghisa in siviera e successivo travaso nel convertitore, comprendono la fase di insufflazione dell’ossigeno, fino ad arrivare alla fase finale di spillatura dell’acciaio in siviera. Sarebbe opportuna una revisione seguita da una manutenzione delle parti usurate di tutto l’impianto di aspirazione.

Detto questo, non si può che rilevare che, ultimamente, le fumate sono aumentate come quantità e intensità, del resto si viene da un periodo di mesi di fermata dell’altoforno e dell’acciaieria e in tale periodo sicuramente non c’erano emissioni fuggitive. E’ possibile che il fenomeno sia anche legato a problemi di manutenzione, come è noto la Lucchini è attualmente gestita in amministrazione controllata da un Commissario, le manutenzioni necessarie richiedono notevoli investimenti continui nel tempo, le due cose mal si conciliano.

In ogni caso i fenomeni hanno caratteristiche temporanee anche se sono molto appariscenti e a conferma di cio’ i dati rilevati ad oggi dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria non risentono di questi fenomeni e mostrano invece un miglioramento continuo nel tempo, della qualità dell’aria nel suo insieme.

L’Agenzia descrive la qualità ambientale con dati oggettivi e tutti i dati rilevati sulla qualità dell’aria di Piombino sono disponibili quotidianamente sul sito Web ARPAT con il bollettino giornaliero e con la pubblicazione del rapporto annuale sul monitoraggio del benzo(a)pirene , che mostrano invece un miglioramento continuo nel tempo.

Inoltre, nei primi mesi dell’anno (in attuazione di quanto previsto dalla precedente autorizzazione alle emissioni in atmosfera dell’impianto cokeria  rilasciata dall’Amministrazione provinciale, ARPAT ha anche effettuato i controlli alle emissioni dei macroinquinanti e dei microinquinanti provenienti dal camino delle batterie di distillazione coke, rilevando il piu’ ampio rispetto dei limiti previsti dalla vecchia autorizzazione».

ARPAT
Agenzia per la protezione ambientale della Toscana
Scritto da il 3.9.2013. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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