GUCCI: IMPRESE IN GRANDE DIFFICOLTA’ IN VAL DI CORNIA
Abbiamo intervistato Riccardo Gucci, presidente della CNA-Val di Cornia, confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, per analizzare il futuro della Val di Cornia dalla prospettiva dei piccoli imprenditori. Tra infrastrutture necessarie e crisi siderurgica, ecco quello che ci ha raccontato.
Che fine farà la Lucchini? Anche voi il 3 ottobre in piazza per lo sciopero unitario?
La risposta sta nella domanda e nel termine fine, nonostante tante belle parole. Ad oggi non c’è notizia di un possibile scenario di uscita da una situazione sempre più difficile, il cui epilogo si vedrà nei prossimi giorni. Cosa è mancato? Una politica industriale di questo Paese, che noi abbiamo richiamato già nei nostri interventi fin dal 2009, che metta al centro la produzione, che dichiari, non solo a parole, l’importanza strategica della siderurgia. Parteciperemo, in accordo con le altre associazioni di categoria, alla manifestazione del tre ottobre con un nostro rappresentante nazionale, ed invitiamo fin d’ora le aziende ad aderire con la sospensione dell’attività dalle 9 alle 12. E’ un atto dovuto, ma è ovvio che dobbiamo guardare al futuro, e quindi alle opportunità che possono derivare dalle nuove strutture portuali, dal progetto di ASIU sull’impianto termodinamico; opportunità che le aziende dovranno cogliere per tentare di alleviare i gravi contraccolpi derivanti da anni di crisi della siderurgia. Rimane la speranza che questo Paese non voglia abbandonare la siderurgia, ma trovi le risorse per rilanciare anche a Piombino una produzione di qualità e compatibile con gli altri settori a partire dal turismo.
Quale è la situazione delle piccole e medie imprese della Val di Cornia?
Le piccole e medie imprese del nostro settore sono in forte difficoltà, una crisi di così lunga durata ha messo a dura prova tutti. Sono pochi i settori non colpiti: l’edilizia è alla paralisi, il mercato immobiliare è fermo, le attività dell’indotto industriale hanno visto ridurre i loro fatturati in modo drastico, le attività di servizi e di consumo risentono dell’impoverimento dei nostri concittadini, che da anni vedono ridotti i loro stipendi agli ammortizzatori sociali o dalla mancanza di un lavoro .
L’IVA al 22% darà l’ultimo colpo di grazia agli artigiani alle piccole imprese? Quale poteva essere l’alternativa?
Sull’aumento dell’IVA siamo fortemente contrari per il contraccolpo che avrà sui consumi; anche l’ultimo aumento è stato spesso sostenuto dalle imprese, che non hanno più la capacità di aumentare i prezzi ai loro clienti. Ci auguriamo che il Governo trovi le risorse per non applicare questo ulteriore balzello e soprattutto che le trovi attraverso una riduzione degli sprechi e non con ulteriori aumenti di imposte, altrimenti sarebbe un controsenso.
Anche la CNA punta sullo sviluppo del Porto e lo smantellamento Concordia? E sulla piccola nautica da diporto?
Il porto in una città come Piombino è la prima infrastruttura sulla quale puntare, una profondità di 20 metri potrà accogliere navi più grandi che rendono molto più competitiva la merce in arrivo o in partenza. Inoltre riteniamo che a Piombino possono svilupparsi sia la demolizione dei grandi natanti, che nei prossimi anni per le nuove normative europee dovranno essere demolite nel nostro continente, ma anche per le riparazioni navali, che non trovando più spazi nel porto di Livorno, potrebbero creare una bella opportunità per il nostro territorio. La piccola nautica da diporto ha già spazi negli approdi esistenti, ma speriamo che il nuovo porto sulla Chiusa possa dare nuove risposte anche in questo senso, visto che siamo un paese di mare e di marinai. Per le imprese che rappresentiamo è importante lo spazio previsto per la cantieristica nei due porti in fase di progettazione.
Piombino e le infrastrutture. SS 398 e Autostrada. I costi del pedaggio non danneggeranno i “padroncini” e l’economia del territorio?
La 398 non è più prorogabile; non c’è sviluppo senza una viabilità adeguata, l’abbiamo visto anche quest’estate, c’è la necessità che il traffico per e dal porto non passi dalla città. Ci dispiace che ad oggi non ci sia ancora la delibera del CIPE per il finanziamento necessario alla realizzazione di questo pezzo di viabilità, che sarà ancora più necessario con la realizzazione del nuovo porto. Sull’autostrada, anche qui, le richieste risalgono alla notte dei tempi. A forza di aspettare, ci appare normale che la costa non abbia una autostrada, mentre da altre parti si potenziano, da noi si va avanti con tempi di lumaca. Certo il costo spaventa gli autotrasportatori e non solo, ma ricordiamoci le difficoltà sia a nord ma sopratutto a sud del nostro territorio, le infrastrutture sono necessarie allo sviluppo di qualsiasi attività.
Comune Unico. Unione dei comuni e Fusione. Cosa propone la CNA per il territorio?
Cna ha insieme alle altre categorie economiche in altre realtà come l’Elba proposto e promosso il Comune Unico, battaglia persa, visto che i cittadini hanno fatto scelte diverse, ma i motivi per sostenere fusioni tra i comuni sono validi dovunque, quelli di una semplificazione ed omogeneità amministrativa, minori costi della politica con la diminuzione di consigli, assessori, dipendenti ecc. Inoltre le maggiori risorse, che in parte per la deroga al patto di stabilità ed in parte per gli incentivi i comuni potrebbero mettere in campo, sono risorse spendibili che ricadrebbero direttamente sull’economia e quindi anche sulle aziende del territorio. Comunque sono scelte dei cittadini e quindi anche degli imprenditori in quanto cittadini; ci sembra giusto che sia data la possibilità di scegliere. Ciò che invece vediamo come negativo, anche per le varie esperienze già fatte, è il ritorno a strutture sovra comunali. Siamo per la riduzione degli enti, a partire dalle province, non per crearne dei nuovi, che purtroppo rappresentano sempre un maggior costo per le aziende.
Quale futuro per la Val di Cornia?
Questo nostro piccolo territorio, deve incominciare a confrontarsi con il resto del mondo, aprirsi a nuove sfide, che ci permettano veramente di tornare ad essere protagonisti, come lo siamo stati per decenni con la produzione siderurgica, e, quindi, nel futuro vedo un porto, che collocato al centro del Mediterraneo, sia di riferimento a tanti paesi che vi si affacciano, ma anche il ritorno ad una produzione dell’acciaio con il corex o il forno elettrico, per non disperdere le capacità produttive delle nostre aziende. Così come gli investimenti in tecnologie per le energie rinnovabili, ed inoltre la parte di territorio non più sfruttato dalle fabbriche potrebbe diventare un laboratorio per nuovi metodi di bonifica. Sogno e spero, che si ritorni a credere nel lavoro, come unico motore per uscire dalla crisi, per dare dignità alle persone, e noi artigiani e piccoli imprenditori siamo forti del nostro “saper fare”, che ci ha permesso di adattarci a tutti i cambiamenti, e che rimarrà il vero valore anche nel futuro.
Giuseppe Trinchini
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Come possiamo pensare che “‘sti politici” possano aderire all’unificazione dei comuni, con la”perdita” dei loro posti di lavoro!!!!!!! a sbafo? Non illudiamoci; ci vuole una vera rivoluzione da subito: 1) riduzione del 70% delle leggi 2) abolizione delle concessioni, permessi etc . questo creerà sicuramente “morti e feriti” ma quello che abbiamo ora ha fatto una strage. Iniziamo dalla ns zona e ssaremo la stesta di ponte per la ripresa dell’Italia