COMITATO PER CAMPIGLIA: «LA STAZIONE UNA LOCATION PER I FILM DI PAURA»

stazione_campigliaCampiglia M.ma (LI) – Riceviamo e pubblichiamo integralmente il commento di Alberto Primi (Comitato per Campiglia) sulla nuova struttura dell’area della Stazione di Campiglia.

«L’Amministrazione di Campiglia è riuscita a realizzare alla stazione di Venturina, la più brutta e sgangherata sistemazione di aree pubbliche di tutte le stazioni della costa, da Livorno a Grosseto.

Quello che avrebbe dovuto essere il biglietto da visita di un Comune che dice di volere rafforzare lo sviluppo del sistema turistico, artigianale e agricolo, e che quindi avrebbe dovuto dare  un’immagine al meglio delle possibilità, è diventato un luogo che, insieme al vicino nuovo spazio urbano chiamato pomposamente “Area Servizi per l’ Assistenza all’Uomo ed al Veicolo”, è degno delle migliori location per film di paura.

Il progetto originario redatto dal Comune prevedeva spazi di sosta per autobus, marciapiedi e pensiline per chi attendeva di salirvi, due posti taxi, due posti auto con contrassegno disabili e alcuni posti auto per la sosta breve. Il progetto prevedeva inoltre la realizzazione di due grandi aiole con alberi, a filtro tra la stazione e l’espansione urbana. Si trattava di un progetto semplice che comunque, con un po’ di attenzione nella realizzazione, magari portandovi una delle fontane sottoutilizzate del comune, avrebbe potuto dare una risposta all’esigenza di trasformare una stazione in aperta campagna in una stazione urbana minimamente dignitosa.

Invece il risultato finale  funzionalmente è un fallimento, infatti è stato aumentato il numero di spazi per autobus annullando qualunque spazio per la sosta breve. Quindi chi deve fermarsi per portare o per accogliere un passeggero che, senza essere handicappato, ha scarse capacità motorie perché vecchio, perché obeso, perché è una donna incinta,  perché con un bambino piccolo in collo o altro, dovrebbe parcheggiare a più di 100 metri, o come già succede, fermarsi  impropriamente sui marciapiedi appena fatti. Sempre grazie al maggior spazio dato agli autobus, gli spazi di sosta per taxi e per handicappati sono stati allontanati e messi malamente a incastro là dove  era prevista un’aiola. Infine è stata creata al posto della seconda aiola, uno spazio pavimentato del tutto privo di una qualche funzione comprensibile.

Il risultato finale anche formalmente è un obbrobrio. L’avere infatti eliminato ogni sistemazione a verde (è rimasta una aiuola triangolare di mq. 80 circa sui mq. 500 circa previsti) per pavimentare tutto con blocchetti di cemento o asfalto, ha fatto sì che l’edificio della stazione, già modesto di suo, fosse privato di un qualunque elemento di mitigazione e risultasse non inserito in uno spazio urbano, ma in un deserto di cemento e asfalto che non migliorerà molto anche quando la lottizzazione sarà, se mai lo sarà, completata, visto che essa nasce all’insegna della più spudorata disattenzione alla qualità degli spazi urbani.

Qualcuno ha detto che le aiuole non sono state fatte perché il sottosuolo era pieno di canalizzazioni cementate e che quindi le piante non avrebbero potuto attecchire. Ma se l’informazione è vera, forse qualcuno avrebbe dovuto ricordarsi che un’aiuola rialzata di cm.50 permette di piantare alcune alberature e cespugli senza problemi ed è anche in grado di fornire  sul piano dei muretti di contenimento delle sedute oggi rappresentate da due panchine prive di ripari dalla pioggia e dal sole.

Se poi si guarda alle sistemazioni dei parcheggi e strade nelle aree esterne alla stazione,  non si capisce se siano provvisorie o, ahimè, definitive. Quel che vediamo è una strada cieca che porta ad uno sterrato pieno di auto, una strada di parcheggio che diventa viabilità principale con curva a gomito senza segnalazione adeguata in uno dei due sensi sulla durata ammessa di parcheggio, un intrico di canne e cespugli degno delle periferie urbane più disastrate.

E’ indispensabile allora una immediata correzione e rivisitazione di quanto fatto perché non è accettabile che si siano spesi centinaia di migliaia di euro in maniera così indifferente ai bisogni dei cittadini e alla qualità dei loro luoghi di vita e di lavoro.

Se quanto abbiamo descritto, e che è sotto gli occhi di tutti, dà la misura di quanto Sindaco ed  Assessori amino il loro Comune e di quello che sono in grado di fare con i soldi pubblici, sono ben  giustificati quanti pensano che questi amministratori dovrebbero dedicarsi ad altre attività».

 

Comitato per Campiglia

Alberto Primi

Scritto da il 9.10.2013. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

13 Commenti per “COMITATO PER CAMPIGLIA: «LA STAZIONE UNA LOCATION PER I FILM DI PAURA»”

  1. Gianfranco Benedettini

    All’ ‘architetto Alberto Primi non garba l’esterno della stazione di Campiglia. Invece, a me sì. Sono i gusti che contrassegnano l’umanità. Siamo già intervenuti sulla vicenda, abbiamo spiegato, crediamo che tutti abbiano capito come siano andate le cose e le ragioni della realizzazione così come è. L’architetto afferma che la stazione è la più brutta della costa tirrenica. Per me non è di certo la più bella ma può stare fra i primi posti. Prendiamo quella di Grosseto: è più bella? Prendiamo quella di Pisa: è più bella? Prendiamo quella di Firenze: è più bella? Tutti i gusti son gusti, diceva un ben noto cittadino di Piombino. Tanta frase vale per Campiglia che, comunque, deve ancora essere ultimata. Stiamo facendo la contabilità finale per vedere se avanza qualcosa da destinare alle rifiniture. Quel che manca lo conosciamo bene proprio perché amiamo il nostro Comune e siamo ad amministrarlo per volontà popolare. Quanti pensano che dovremmo dedicarci ad altre attività, come con molta grazia espressiva dice l’architetto, sono una minoranza, rispettabile ma pur sempre minoranza destinata a non diventare maggioranza. Gianfranco Benedettini, assessore Comune di Campiglia

  2. Anche un gattino che si faceva il bidet diceva che tutti i gusti son giusti.
    Al Sig. Benedettini vorrei ricordare che Kant spiega come sia bello quel che è bello e non quel che piace.
    La mancanza di cultura architettonica che fa paragonare la stazione di Firenze (opera riconosciuta come fondamentale nella storia dell’architettura italiana) a quel che hanno fatto a Campiglia, mi conferma nella convinzione che l’Assessorato all’Urbanistica è dato in mano a chi non ha i minimi strumenti disciplinari per gestirlo.
    Quanto a governo del comune, il Comitato per Campigiia è del tutto indifferente a chi lo condurrà purché si tratti di persone rispettose della Costituzione, veramente democratiche, antifascisti e in grado di svolgere seriamente il loro lavoro in favore della collettività con capacità e cultura.
    Architetto Alberto Primi Presidente del Comitato per Campiglia.

  3. Astuto Cacciatore

    Fosse solo una faccenda estetica…, ma la cosa più notevole è la mancanza di funzionalità. Un ringraziamento ai progettisti e a chi il progetto l’ha approvato per aver reso diffiicile e scomodo l’accesso e la permanenza alla stazione di Campiglia, sono stati bravi.

  4. sono d’accordo che il nuovo progetto è un delirio che mette a dura prova il viaggiatore , ma anche il paragone con la stazione fiorentina di Michelucci da parte di un assessore all’urbanistica , è roba forte !!

  5. alice viaggiatrice

    hanno speso soldi pubblici per fare una cosa più brutta e meno funzionale. Ma i sindaci e gli assessori lo prendono il treno qualche volta? l’impressione è che non sanno di cosa parlano. Si difendono e basta, mai un’ammissione di responsabilità, mai un’autocritica. Che roba!

  6. piero

    confermo: hanno distrutto un piazzale e creato solo problemi. Provate a portare qualcuno alla stazione o ad aspettare qualcuno che arriva, non c’è un posto dove accostare la macchina e fermarsi un attimo.

  7. Giorgio

    Ma l’Architetto Primi non è quello che ha recentemente perso una causa contro il Comune di Campiglia?

  8. Rispondo volentieri al Sig. Giorgio pur premettendo che la domanda mi sembra fuori tema e riguarda aspetti personali che non dovrebbero entrare nella discussione sulla stazione e, proprio perché personali richiederebbero almeno una firma completa.
    Comunque per amore di informazione tengo a raccontare estesamente la cosa. Alcuni anni or sono, a seguito di una denuncia firmata con un nome risultato poi falso e inesistente, il Comune provvide a fare un sopralluogo in un cantiere di un edificio in costruzione del quale ero progettista e direttore dei lavori. Tutti i presunti abusi denunciati dall’anonimo, risultarono inesistenti, ma i vigili tennero a rilevare e verbalizzare la presenza di un tratto di strada di cantiere( quindi provvisorio) non denunciato in progetto. Fu fatto notare che nelle aree prive di vincoli paesaggistici, idrogeologici, ecc. la realizzazione di viabilità di cantiere (funzionale quindi alla sola realizzazione dell’opera ) non ha bisogno di autorizzazioni. La segnalazione alla procura ebbe luogo comunque con l’avvallo del Comandante dei vigili e dei responsabili dell’Ufficio Urbanistica ed edilizia privata che sostennero la tesi del vigile.
    In sede di istruttoria risultò che quanto sostenuto dal Comune era privo di fondamento e tutto fu archiviato senza neppur giungere al dibattimento.
    Poiché questo giochetto mi costò € 6.000 al netto di IVA e contributi integrativi (come da fattura) ho chiesto per vie legali al Comune il rimborso delle spese sostenute e i danni derivanti dal fatto che un professionista indagato non può ricevere incarichi pubblici.
    In primo grado di giudizio il Tribunale di Piombino sentenziò contro di me sostenendo in pratica che i Comuni possono fare quel che vogliono senza rispondere ai danni che il loro comportamento può provocare. Evidentemente contro questa sentenza ho ricorso in appello la cui sentenza, se sarò ancora vivo, conoscerò dopo il 2017.
    Tengo a sottolineare ancora che questo tipo di commenti andrebbero censurati, specialmente se anonimi, dalla redazione del Corriere Etrusco perché fuori tema e perché equivoci nello scopo.

  9. Annette Leemann

    Vorrei sapere se i commenti che appaiono sotto gli articoli del Corriere Etrusco sono filtrati, cioè approvati o no dalla redazione, prima di essere pubblicati sul sito. Una procedura che è rispettata da tutti i siti di informazione seri.

    Faccio la domanda perché sono rimasta stupita (eufemismo…) quando ho scoperto il commento di un certo Giorgio (10 ottobre, ore 20:26) sotto l’articolo sulla stazione firmato dal Comitato per Campiglia.

    Primo, questo commento non ha assolutamente niente a che vedere con il dibattito sulla stazione. Secondo, questo Giorgio (vale a dire uno pseudo) si permette delle allusioni senza fondamenta che lasciano la porta aperta a delle interpretazioni negative sull’integrità di una persona. Come curatrice di un sito internet di informazioni, non avrei mai dato l’ok a un commento come quello.

    Questa mia reazione, intendiamoci bene, non è dettata dalla lunga amicizia che mi lega a Alberto Primi. Il sussulto mi è venuto perché sono giornalista con 40 anni di esperienza alle spalle e con un rispetto immenso per le regole deontologiche di questo bel mestiere.

    Detto questo mi congratulo per il Corriere Etrusco. Lo leggo spesso e volentieri perché è fatto bene e rimane una referenza in zona.

    Annette Leemann
    PS: La mia madrelingua è il francese. Questo spiega gli inevitabili errori che troverete in questo commento.

  10. Rispondo personalmente alla segnalazione di Annette Leemann.

    Avevo notato il commento di dubbio gusto del signor “Giorgio”, ma avendo visto che Alberto Primi stava seguendo la discussione, essendo già intervenuto in questo articolo, ho preferito pubblicarlo in attesa della sua replica che di fatti è giunta di li a poco.

    Generalmente i nostri redattori censurano parolacce, bestemmie e termini offensivi o palesemente falsi.

    Questo perché in passato un filtro più “potente” aveva causato comunque polemiche accusandoci, al contrario, di cancellare i commenti dei lettori.

    Buona serata,
    Giuseppe Trinchini – Direttore Corriere Etrusco

  11. claudio

    Non vi seguo. Non vedo nessun dubbio gusto e, vista anche la risposta dell’Arch. Primi, la domanda posta (garbatamente) dal Sig. Giorgio mi pare sia pertinente e, giornalisticamente parlando, assolutamente rilevante. Addirittura uno scoop.

    Ora per me è tutto chiaro: prima di questo chiarimento, invece, non si capiva per quale motivo Primi scrivesse delle cose senza alcuna apparente attinenza con la realtà. Anche per questo, per non aver censurato qualcosa che non era da censurare, mi associo ai complimenti al Corriere Etrusco.

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