CAMPIGLIETO: IL FUTURO DELLA VAL DI CORNIA DOPO IL «NO FUSIONE»
Il fallito referendum su “Campiglieto” ha di sicuro risvegliato lo spirito dei Suveretani, che dopo tanti anni si sono emozionati nuovamente per la politica, ma ha anche “smosso le coscienze” del resto della Val di Cornia che vedono nel risultato referendario un segnale di novità politica in un territorio dove il “partito” ha governato ininterrottamente per sessanta cinque anni. Per la cronaca il referendum per la fusione tra Campiglia M.ma e Suvereto di domenica 6 e Lunedì 7 ottobre è stato bocciato con le seguenti percentuali: a Campiglia su 10.766 aventi diritto hanno votato 2864 (il 26,6 %). Di questo 26,6% il “Sì” ha totalizzato il 76,7% e il “No” ha ottenuto il 23,3%. A Suvereto su 2521 aventi diritto ha votato il 68,5% pari a 1717 votanti. Il “No” ha ottenuto l’82,12 % e il “Sì” il 17,88 %.
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PAZZAGLI: «UNA SONORA LEZIONE PER GLI AMMINISTRATORI LOCALI»
«È una vittoria dei cittadini e del territorio contro i politici che avrebbero voluto chiudere il comune. Una sonora lezione per gli amministratori locali, ai quali tanta gente ha voltato le spalle sia a Suvereto che a Campiglia: qui bocciando il progetto di fusione con l’82% di no, là non andando a votare (73%). Chi voleva cancellare i comuni dovrà farsi qualche domanda, pensando in primo luogo ai servizi e ai bisogni della gente, piuttosto che agli interessi politici di parte. Anche a livello regionale, con 5 sconfitte su 9, mi pare che la linea della fusione dei piccoli comuni esca ridimensionata dal referendum.
Ora si tratta di costruire laddove altri volevano distruggere: mantenere l’autonomia e al tempo stesso lavorare per coerenti politiche di area, con pari dignità e collaborazione tra i comuni. Così la vittoria del no potrà essere utile non solo a Suvereto, ma a tutta la Val di Cornia. Quello che accadrà dipende dagli amministratori, che spero sappiano mettere a frutto la chiara lezione del referendum. Basterebbe che facessero quello che stanno facendo quasi tutti i 5800 comuni italiani sotto i 5000 abitanti: associazione di funzioni e servizi e progetto di unione intercomunale con chi ci sta, non solo suvereto-campiglia. Le forme di collaborazione ci sono e sono previste dalla legge, anche incentivate (Unione). E’ necessario fare quello che avrebbe dovuto essere già fatto e che non hanno fatto per perdere tempo dietro a questa iniziativa della fusione. La legge non obbliga alla fusione, né ora né poi. Autonomi e insieme: questo deve essere il concetto guida.
Difficilmente le attuali maggioranze riusciranno dove hanno già fallito. Hanno fatto un uso strumentale della legge, usando lo spauracchio del commissariamento, dimenticando che il commissario sarebbe arrivato sicuramente proprio se avesse vinto il si (art. 3 proposta di legge regionale). Conviene guardare al rinnovo delle amministrazioni locali, nella prossima primavera, con persone e idee nuove».
Rossano Pazzagli
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GIULIANO PARODI: POST-REFERENDUM, ORA LE TERME A SUVERETO
«Il risultato referendario, al di la’ delle molteplici interpretazioni, a mio avviso ha dato due indicazioni precise: i cittadini di Suvereto, in controtendenza con l’aria che si respira a livello nazionale di anti-politica e disinteresse per la cosa pubblica, hanno dimostrato una notevole educazione civica, andando ad esercitare in massa il diritto principe della democrazia ossia il voto e, un forte attaccamento alle istituzioni, infatti la vittoria del NO ha sancito la volonta’ di mantenimento del Sindaco e del consiglio Comunale.
A questo punto e’ necessario che la politica faccia tesoro di questa indicazione chiara venuta dalla urne, mettendo sul tavolo da subito una nuova idea di sovra-comunalita’ che non deve avere carattere sussidiario e non passi da fantasiose fusioni, ma che sancisca collaborazioni tra comuni non dettate da obblighi di legge o per beneficenza, ma da una matura consapevolezza che i Comuni della Val di Cornia, pur nelle loro peculiarita’, fanno parte di un territorio omogeneo che necessita inevitabilmente una visione di insieme e una gestione unitaria, che vada dall’energie rinnovabili, al turismo alla piccola media impresa.
Suvereto e’ un comune sano e chiamarlo piccolo e’ un eufemismo visto l’estensione territoriale, con grandi potenzialita’, alcune gia’ sfruttate e altre da lanciare, una fra tutte il termalismo.
La conferenza dei Sindaci e l’Ufficio di piano, alcune settimane fa pare abbiano dato parere favorevole alla variante urbanistica che permette l’avvio della discussione sulle Terme di Suvereto in localita’ Bagnarello.
L’invito al Sindaco e’ quello di dare un accelerata a questo procedimento portando quanto prima in consiglio Comunale e nelle commissioni il progetto. Suvereto e i suoi cittadini hanno bisogno di economia reale per rilanciare il Paese, e con questo voto hanno dimostrato la volonta’ di stare al fianco delle Amministrazioni per mantenere la necessaria autonomia e potere decisionale che permette al nostro Comune di stare ai tavoli piu’ importante da protagonista e non certo in maniera subordinata».
Giuliano Parodi
capogruppo Ups
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NICOLA BERTINI: COSA FARE NEL FUTURO DELLA VAL DI CORNIA?
«Perfettamente d’accordo con Soffritti su un punto. I problemi – enormi – del nostro territorio rimangono dopo la vittoria schiacciante del no alla fusione. Credo che la vittoria del sì, li avrebbe aggravati, ma ora che il pericolo è scongiurato occorre chiarire cosa si intende fare.
Per prima cosa cerchiamo di rimediare a qualche errore. L’estemporanea idea di fusione, che tanto sapeva d’annessione, ha peggiorato i rapporti tra due comunità e il Sindaco di Campiglia gettando la croce sui suveretani che hanno festeggiato la vittoria del no, complica soltanto le cose. Peraltro dovrebbe prendersela anche con i Campigliesi perché quella che viene definita “larghissima maggioranza” per il sì, è in realtà un misero 20% degli aventi diritto, appena 2180 su 10700 cittadini. La fusione non è piaciuta né a Suvereto dove è stata rumorosamente bocciata né a Campiglia dove è stata silenziosamente bocciata.
Dato forse più sorprendente del primo se si pensa che Campiglia è il comune più grande, quello che avrebbe “fagocitato” Suvereto, un comune peraltro, in cui il 90% della cittadinanza vive in frazioni ed è pertanto meno sensibile agli argomenti di perdita di identità in seguito alla perdita del “comune”.
Comunque la battaglia s’è conclusa lasciando sul campo un bellissimo, promettente, disastro. In Val di Cornia è morto il mito dell’invincibilità del Partito e questo concede ampi spazi a chiunque voglia impegnarsi per cambiare le cose. Purtroppo nel momento contingente ciò determina un vero e proprio vuoto di rappresentanza. La linea dello smembramento della Val di Cornia con Piombino in provincia di Grosseto, Campiglietosuveriglia e San Vincenzo fuso con Castagneto e Sassetta come ha auspicato il Sindaco Biagi, è ormai un terribile ricordo.
è urgente ricostruire un’idea di sovra-comunalità che parta dal rispetto delle istituzioni e delle identità di ciascuna comunità e che si configuri come unione delle funzioni. La famosa Unione dei comuni che compariva in tutti i programmi di mandato degli attuali Sindaci. Il problema è che attualmente non esiste nessuno in grado di percorrere una simile strada.
A San Vincenzo Sindaco non rappresenta neppure più la sua maggioranza che si sparpaglia su una decina di posizioni diverse, A Campiglia e Suvereto i Sindaci non sono più rappresentativi della cittadinanza essendo stati, di fatto, sfiduciati dal responso referendario. Le dimissioni in simili circostanze non sono una richiesta demagogica né un attacco personale, si tratta solo di prendere atto della sfiducia ricevuta. Piombino sembra estraneo a qualsiasi tipo di ragionamento nonostante una visione coordinata e sovra-comunale avrebbe fatto certamente comodo per affrontare il problemi storici della siderurgia che adesso rischiano di trascinare l’intera area in una catastrofe economica e sociale.
Dunque, visto che è urgente affrontare i problemi economici e sociali di questo territorio, occorre chiedersi dove siano gli interlocutori credibili e rappresentativi dei cittadini per costruire un progetto di sovra-comunalità. Non vedendoli, prima si pone fine all’agonia di questo sistema di potere logoro e bloccato, meglio è per tutti».
Nicola Bertini
per il Forum del Centrosinistra per San Vincenzo
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PASQUINI: PER SUVERETO ANDARE OLTRE IL NO FUSIONE
«Siamo ancora euforici per la vittoria del no a Suvereto, e chi critica i festeggiamenti del paese paragonandoli a esultanze da stadio non capisce il valore che ha per noi questo risultato.
Ci siamo visti calare dall’alto la proposta di fusione all’improvviso, e la maggioranza dei cittadini ha capito subito che la via intrapresa dall’amministrazione e avallata dal gruppo di maggioranza non era una scelta buona per Suvereto. Le accuse di campanilismo sono infondate perché in questi mesi ho passato molto tempo a parlare con i miei compaesani e posso testimoniare che conoscevano bene la questione e la sapevano argomentare!
Questa battaglia storica per difendere il nostro comune non ha significato chiusura, ma ha risvegliato una passione civica latente, ha unito tutti senza distinzioni di orientamento politico e ha fatto ritrovare la voglia di partecipare alla cosa pubblica. Oltre all’aver scongiurato la chiusura del nostro comune, la ritrovata partecipazione è una risorsa per ritrovare la buona politica, quella che coinvolge e appassiona.
Questo NO gridato con testa e cuore dai Suveretani è anche un NO a questo modo fare politica, a questa abitudine troppo radicata di portare davanti ai cittadini decisioni sempre già confezionate per fargliele poi digerire e convincerli che sono giuste.
Questo vale anche per Campiglia dove la scarsa partecipazione al voto la dice lunga sul rapporto tra amministrazione e cittadini che denuncia uno scollamento sempre maggiore.
La segreteria del Partito democratico si è già affrettata a dire che la sconfitta del si al referendum non coinvolge il partito, ma questo lo diranno i cittadini tra qualche mese, perché anche se nel frattempo il congresso del partito riaccenderà l’interesse, dubito che i Suveretani si scorderanno facilmente di chi avrebbe voluto chiudere il comune».
Jessica Pasquini
Consigliere comunale Gruppo Autonomo Suvereto
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COMUNE DEI CITTADINI: A CAMPIGLIA INDIFFERENZA “EPOCALE”
«Dopo il referendum nessuna autocritica in chi ha sostenuto la fusione, nonostante la sonora sconfitta. Niente da dire se a Suvereto ha votato il 68% degli aventi diritto e se l’82% dei cittadini si è espressa contro la fusione. Niente da dire se a Campiglia i votanti sono stati il 26,6%, mentre il 73,4% dei cittadini ha dimostrato indifferenza per una decisione che doveva essere epocale. Per il Sindaco di Campiglia 2185 cittadini su 10766 (ossia il 20%) sono diventati addirittura una larghissima maggioranza di favorevoli.
Si assolvono dicendo (bontà loro!) che hanno il merito di aver consentito ai cittadini di pronunciarsi su una decisione già presa dai consigli comunali, con la sola opposizione delle liste civiche di Campiglia e Suvereto. Poco importa se i cittadini la pensavano diversamente da loro.
Si preferisce accusare il Comitato per il NO di aver sostenuto le proprie ragioni con passione e gli ex sindaci di Suvereto di essersi occupati di questioni che oggi non li riguardano, come se chi cessa di svolgere incarichi amministrativi perdesse il diritto d’opinione.
Non li sfiora il dubbio che una fusione deve essere sostenuta da un progetto concreto, che viene messo in atto gradualmente, e da un clima di fiducia che deve essere costruito con i fatti prima e non con le promesse per il dopo. Tutte cose che a Campiglia e Suvereto non sono accadute perché hanno deciso la fusione ad aprile dopo aver fallito nell’obiettivo di far lavorare insieme tutti i Comuni della Val di Cornia come avevano promesso agli elettori.
Se sapessero ascoltare comprenderebbero anche che i loro cittadini, fautori o oppositori della fusione, hanno tutti manifestato larga condivisione per progetti di valorizzazione e sviluppo che riguardano le risorse dell’intera Val di Cornia e per processi di riorganizzazione tra tutti i Comuni finalizzati a creare maggiori economie ed efficienza nella gestione dei servizi.
Si riparta dunque da quella che continua ad essere una ricchezza culturale delle nostre comunità, dove non c’è né astio, né municipalismo. I dissidi, se ci sono stati, sono stati provocati da una scelta maldestra e improvvisata e presto saranno archiviati. Il no alla fusione tra Campiglia e Suvereto è di fatto un si alla ripresa del dialogo costruttivo tra tutti i Comuni della Val di Cornia.
Si completi dunque l’associazione delle funzioni tra Campiglia e Suvereto entro il 31 dicembre 2013 e nella prossima legislatura si riprenda il cammino laddove le attuali amministrazioni hanno fallito, ovvero far lavorare insieme tutti i Comuni della Val di Cornia nell’interesse dei nostri cittadini».
Comune dei Cittadini
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«Insieme adesso bisogna guardare all’Alta Maremma. La campagna referendaria è finita e tutti dobbiamo prenderne atto; al tempo stesso bisogna guardare al futuro nella consapevolezza che il bene delle comunità è il solo obiettivo e che per questo possiamo sperare di mantenere una partecipazione elevata che aiuta il governo della politica e delle istituzioni.
CAMPIGLIETO: IL FUTURO DELLA VAL DI CORNIA DOPO IL «NO FUSIONE»: Il fallito referendum su… http://t.co/vYz7sL571f