EDITORIALE: NEMICI “COMUNI” IN VAL DI CORNIA?
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
___________________________
Corriere Etrusco “numero 34” del 29 novembre 2013.
Vere o false che siano, le denunce della lista “Comune dei Cittadini” in merito all’ordine del giorno approvato dal gruppo consiliare di maggioranza “Campiglia Democratica” che blocca l’associazione di funzioni tra Campiglia e Suvereto, denotano una scarsa lungimiranza in merito agli assetti da dare alle politiche sovra-comunali nel prossimo futuro.
Pur prendendo per vero il disagio e la preoccupazione denunciate dall’amministrazione di Campiglia riguardo alla situazione di Suvereto, e che l’attuale crisi economica non le permetta di farsi carico da sola di tutte le funzioni del comune più piccolo, questa vicenda rimane comunque soltanto la punta dell’iceberg della grave crisi delle politiche sovracomunali in Val di Cornia.
Questo territorio infatti vantava una lunga tradizione di coordinamento – dai piani urbanistici degli anni ’70 all’Associazione intercomunale degli anni ’80, al Comitato di coordinamento territoriale dei primi anni ‘90, fino al Circondario nato nel 1998 e chiuso nel 2010. Accanto a questi strumenti istituzionali, erano nati anche consorzi, e altre forme di collaborazione in vari campi, dai trasporti ai servizi sociali, dall’acqua ai parchi. Nel Circondario i cinque comuni di Campiglia, Piombino, San Vincenzo, Sassetta e Suvereto avevano associato varie funzioni amministrative, beneficiando anche degli incentivi regionali.
Ora, dopo numerosi comunicati delle opposizioni e la fallita vicenda della “Fusione” sembra tutto morto, azzerato. La stagione della collaborazione in Val di Cornia è finita e siamo arrivati alle ripicche.
Non bisogna poi tacere delle gravi responsabilità che il Comune di Piombino, sede dell’allora Circondario, ha avuto in questo tracollo della sovracomunalità. Chiuso questo ente infatti, anziché proseguire in una logica sovra-territoriale, ciascuno si è ripreso le proprie funzioni, i propri “giocattolini” ed è tornato a operare autonomamente a casa sua.
La soluzione più semplice e intuitiva sarebbe stata trasformare il Circondario in Unione dei Comuni, come è avvenuto ad esempio per molte comunità montane. Invece no: Piombino si è disinteressato del problema cominciando a strizzare l’occhio a Grosseto (anche se ad oggi non si sa con quali risultati), i piccoli comuni di Sassetta e di Suvereto sono andati in difficoltà, anche a causa delle leggi nazionali, San Vincenzo si è messo a guardare a nord, e a Campiglia hanno pensato di “annettere” Suvereto con il sostegno del PD e della Regione Toscana. Ma i cittadini hanno detto “No” a larghissima maggioranza, bocciando questo tentativo di ”fusione”.
Siamo di fronte ad un cumulo di macerie della sovracomunalità: in poco tempo è stato distrutto il lavoro di decenni.
La proposta di fondere Campiglia e Suvereto è stata solo un tentativo improvvisato di nascondere il fallimento delle politiche delle ultime amministrazioni. Il progetto dell’Alta Maremma, altrettanto improvvisato, prova a metterci un’altra pezza, ma non può funzionare perché ormai le attuali amministrazioni e maggioranze hanno perso credibilità in materia.
Ormai tutti sono proiettati alle scelte che le nuove amministrazioni che si insedieranno nel 2014 prenderanno sulla materia. L’auspicio è che i nuovi sindaci sappiano ritrovare la strada e ricominciare a collaborare, senza furberie né ripicche, coniugando le autonomie comunali con una effettiva politica di area a partire dai principali servizi e dal governo del territorio.
Giuseppe Trinchini
mi pare che fra Campiglia e Suvereto ci sia un crocicchio, con un gruppo di case che si chiama il Cafaggio…mi sbaglio..?
Perchè non facciamo un comune anche lì?