CON DOMENICO FINIGUERRA TANTE IDEE IN DIFESA DEL TERRITORIO
Piombino (LI) – Domenico Finiguerra, sindaco dal 2002 al 2012 di Cassinetta di Lugagnano (MI), è stato ospite di una serata organizzata dal gruppo Movimento 5 Stelle di Piombino, sabato 30 novembre presso il Centro Giò De Andrè. Lo scopo della sua presenza è stato quello di presentare un modello di Comune virtuoso per quanto riguarda il consumo del territorio e la crescita urbanistica zero. Un appuntamento che si è inserito all’interno di un progetto più ampio che ha visto dei focus su ulteriori temi come l’incontro “Rifiuti zero”, con Paul Connet, l’alimentazione e il signoraggio bancario.
Finiguerra, al suo 380° incontro pubblico, ha dunque raccontato ad un’attenta platea la propria esperienza come sindaco di Cassinetta di Lugagnano dove è riuscito a farsi eleggere nel 2002 proprio grazie a un programma elettorale che prevedeva una politica di protezione del territorio, con un utilizzo dei soli volumi esistenti, e grazie a una sentita partecipazione cittadina, attraverso incontri informativi e assemblee pubbliche. Tutto questo in un momento particolare, come ha ricordato lo stesso Finiguerra, perchè il territorio nel milanese era fortemente appetibile dal punto di vista edilizio e allo stesso tempo perchè parlare di consumo di suolo zero era innovativo, al contrario di adesso che, almeno sulla carta, sembra essere il filo conduttore nei programmi politici (a tutt’oggi ci sono ben 7 progetti di legge per il consumo del territorio).
Finiguerra ha voluto mettere l’accento su un’importante concetto: la sua lista civica non voleva stoppare l’edilizia, non erano dei “Signor NO”, bensì voleva fermare il consumo di nuovo terreno, attraverso il riutilizzo dei volumi esistenti, il cui recupero ha portato comunque lavoro. L’ex sindaco di Cassinetta ha spiegato che un importante ingrediente della sua ricetta per un “Comune virtuoso”, per il quale è stato anche premiato, è stato il patto con i cittadini, i quali sono stati chiamati a partecipare direttamente nella fase di costruizione del piano regolatore con questionari, assemblee pubbliche e addirittura l’adesione al progetto dei bambini e questo coinvolgimento diretto ha fatto anche sì che i cittadini diventassero i controllori dei politici, eludendo una logica fatta di clientele, sprechi, abusivismo e accordi con i costruttori («Io costruttore costruisco al Comune la pista ciclabile che gli serve se in cambio posso costruire anche un centro commerciale»). I cittadini hanno accettato di pagare maggiori tasse per avere comunque i servizi necessari, e i costi pubblici sono stati ridotti al minimo.
«A Cassinetta non facciamo tanti eventi, non ci sono auto blu, c’è una Panda verde che usiamo tutti, cerchiamo di spostarci in bicicletta e tante cose le facciamo perchè i cittadini partecipano attivamente alla vita della comunità». E ancora: «Sono state importate le buone pratiche di altri Comuni, per esempio per la raccolta differenziata che ora è totalmente porta a porta, oppure piccoli risparmi energetici, come la sostituzione delle lampadine del cimitero, con lampade a Led. Fondamentale anche la ricerca di finanziamenti: questa è la politica che si consuma la suola delle scarpe».
«La nostra non è stata una scelta di estetica. Il fatto è che, a differenza di altri beni, la terra non è rinnovabile. Una volta consumata quella terra non esisterà più». I dati apportati sono preoccupanti: in Italia si consumano 8mq al secondo, e sono 61 milioni gli ettari necessari per assorbire l’intero inquinamento della popolazione italiana mentre noi ne abbiamo solo 12 milioni.
Sul territorio della Val di Cornia dice: «A San Vincenzo c’erano quattro strade, ora ci sono 7000 abitanti e 8000 abitazioni, e dal 2001 al 2011 si è registrato un + 70% del consumo del territorio». Mentre per Piombino esprime la sua preoccupazione per un ritardo «di almeno 20 anni» sulla progettazione di piani di riqualificazione e bonifica dell’area. «Dicono che i soldi per bonificare non ci sono. Però per altre opere, come la TAV, i soldi vengono trovati». La riconversione, secondo Finiguerra, va fatta anche spaccando i modelli culturali, anche per quanto riguarda l’istruzione o l’enogastronomia. «E chi lascia dietro di sè le macerie sociali, ad esempio quando viene delocalizzata una fabbrica, deve essere costretto a pagare quelle macerie, per esempio facendo sì che gli immobili “abbandonati” passino sotto la proprietà dello Stato, invece adesso sono i cittadini a pagarle».
Tra le tante riflessioni emerse anche quella sull’importanza dell’informazione rivolta ai cittadini, ancora troppo scarsa perchè gli stessi possano farsi un’opinione basandosi su un quantitativo sufficiente di dati. Riflessione condivisa dalla nostra testata che ha voluto essere presente all’incontro. Si citano due sentenze, ben poco conosciute, a favore di altrettanti Comuni, in cui il Consiglio di Stato ha deciso che, se gli iter per la costruzione edilizia non sono ancora conclusi, il Comune può decidere di non tenere conto delle decisioni precedenti e, nello specifico, portare un terreno da edificabile ad agricolo. Una sentenza sicuramente rivoluzionaria che potrebbe costituire un precedente nel percorso di cambiamento della cultura del rispetto della terra.
Domenico Finiguerra ex sindaco di Cassinetta di Lugagnano ( MI ) è stato invitato dal Movimento Cinque Stelle di Piombino a parlare della sua esperienza di come si amministra virtuosamente un comune, in particolare l’urbanistica.
Mi domando se c’era davvero bisogno di un uomo cresciuto sulle sponde del naviglio che scendesse giù in Toscana a spiegare come si fa buona amministrazione in un paese di 1900 abitanti.
1900 abitanti sul naviglio, di questo si tratta e non di altro.
Ma per piacere, vi ci mettete anche voi del Cinque Stelle con queste stupidaggini.
Non c’è più rimedio.
quali sarebbero invece i rimedi migliori? e sopratutto migliori per chi?