INTERROGAZIONE di 5 STELLE SULL’AUTOSTRADA TIRRENICA SAT
Il movimento 5 stelle ha presentato alla Camera un’interrogazione a risposta in commissione (5-01764) al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per sapere se «se il Governo sia consapevole dell’ennesimo enorme errore strategico infrastrutturale che secondo gli interroganti si sta commettendo (dando l’Aurelia alla SAT, ndr.), e quali iniziative intenda adottare per mostrarsi effettivamente vicino ed utile al proprio territorio ed ai propri cittadini, gli unici verso i quali una classe dirigente ha degli obblighi».
presentato da DE ROSA Massimo Felice testo di DE ROSA, TERZONI, MASSIMILIANO BERNINI, LOREFICE, BECHIS, DE LORENZIS.
Sabato 21 dicembre 2013, seduta n. 143
«Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
la società SAT, Società autostrada tirrenica p.a., è stata autorizzata alla realizzazione dell’autostrada tirrenica, da Rosignano a Civitavecchia;
tale corridoio autostradale appare non solo non necessario, ma dannoso per lo sviluppo economico, per il turismo e per l’ambiente della zona della Maremma. Esso, infatti, produrrà un impoverimento certo dei residenti e di un ambiente, ad oggi, unico, ben conservato, armonico, poco urbanizzato;
non si guadagnerà in velocità di scorrimento degli automezzi, in quanto già oggi, sulla statale «Aurelia», i 115 chilometri di variante da Rosignano a Grosseto si percorrono a 110 chilometri orari; con un’autostrada a 130 chilometri orari si guadagnerebbero, in via ipotetica, una manciata di minuti, ma le previste 4 barriere vanificheranno il magro guadagno, e nel periodo estivo renderanno caotico il traffico dei turisti;
l’Unione europea nel suo libro bianco non chiede che il corridoio TEN1(Berlino-Palermo) sia fatto con autostrada a pedaggio (in Germania non lo sono), chiede solo che ci sia «continuità di larghezza di carreggiata», e questo è assicurato, almeno nel tratto Rosignano-Grosseto Sud, dalla Variante Aurelia, bella superstrada, quattro corsie con guardrail, larga a sufficienza, sicura, collaudata dall’ANAS per 110 chilometri orari, già pagata con i fondi statali e gratuita; cosa diversa sono i 106 chilometri a sud di Grosseto, che da anni gridano vendetta per la pericolosità e i morti. È da lì che si sarebbe dovuto iniziare se realmente si avesse avuto a cuore la sicurezza dei cittadini, non iniziando da dove la strada è già sicura;
il progetto CIPE 2008 era approvato dalle amministrazioni e dalla SAT, non dalle associazioni ambientaliste e soprattutto, nella sua prima stesura, era stato bocciato dalla Commissione dell’Unione europea per la concorrenza, in quanto prevedeva il cosiddetto «accollo» da parte dello Stato: 3,8 miliardi a favore di SAT nel 2046, alla fine della concessione. Cioè a fronte di un’opera che sarebbe costata a SAT 3,8 miliardi, lo Stato, al momento di riprenderla, avrebbe rimborsato tutto l’investimento iniziale e così SAT, per 35 anni, avrebbe incassato il pedaggio;
i cittadini pagheranno di tasca propria l’infrastruttura, tre volte. Prima, con la variante già pagata negli anni; poi durante i 35 anni gestionali col pedaggio; infine, restituendo alla SAT in toto i costi dell’opera;
il progetto CIPE definitivo non parla più di accollo, e per questo la SAT l’ha rigettato, variando in pochi mesi le cifre sul traffico e presentando un progetto di Autostrada in sede Aurelia, ad un costo ben inferiore di 2,2 miliardi di euro; pagare il pedaggio su di un bene già pubblico è incomprensibile. La variante è già esistente e la società SAT non farà altro che allargarla in qualche tratto e installare i caselli per la riscossione, oltre che recintarla lungo i lati del percorso; il pedaggio, se applicato ai residenti, rappresenterebbe una nuova, iniqua tassa sui cittadini, un pedaggio tra l’altro, esoso, tra i più cari d’Europa, 18 centesimi per chilometro (1,80 euro ogni 10 chilometri di tratta); il progetto non prevede interventi nelle gallerie o sui viadotti, a riprova che la variante va già bene così com’è, e che, a giudizio degli interroganti, si vuole realizzare un’autostrada che di fatto produce benefici solo per SAT; un mancato adeguamento di carreggiata per le gallerie e per i viadotti crea una larghezza della carreggiata variabile (oggi non presente) aumentando i rischi e venendo ad essere in chiaro contrasto con quanto chiesto dall’Unione europea;
il Progetto ANAS 2001 prevedeva la messa in sicurezza e raddoppio dell’Aurelia stessa a sud di Grosseto, progetto fatto sotto il Governo Amato ed approvato dalla commissione ministeriale per la valutazione di impatto ambientale e da tutte le parti sociali, ambientalisti compresi; tale soluzione avrebbe avuto il merito di consegnare una strada Aurelia sicura, gratuita per tutti – turismo incluso – e poco impattante sul territorio. Tale progetto ANAS 2001 si è dimostrato essere inoltre la soluzione più vantaggiosa in termini di analisi costi-benefici nello studio fatto nel 2004 dai professori Marco Ponti e Andrea Boitani, che non sono due ambientalisti ma architetti, docenti di economia dei trasporti del Politecnico e della Cattolica di Milano; le continue promesse di esenzione al pagamento del pedaggio non hanno trovato alcuna approvazione da parte del CIPE dato che manca, a tutt’oggi, ogni e qualsiasi valutazione di carattere economico-finanziario della loro sostenibilità e di colui che se ne accolla il costo;
sulla società SAT esiste inoltre un gigantesco conflitto d’interessi: Antonio Bargone, presidente SAT è anche commissario governativo straordinario per l’Autostrada Tirrenica che la stessa SAT deve costruire, cioè fa il controllore di sé stesso –: se il Governo sia consapevole dell’ennesimo enorme errore strategico infrastrutturale che secondo gli interroganti si sta commettendo e quali iniziative intenda adottare per mostrarsi effettivamente vicino ed utile al proprio territorio ed ai propri cittadini, gli unici verso i quali una classe dirigente ha degli obblighi».
(5-01764)