COPPOLA: NON FANNO IL PORTO, MA VIENE LA CONCORDIA?

il consigliere comunale dell'UDC Luigi Coppola

il consigliere comunale dell’UDC Luigi Coppola

Il consigliere piombinese  UDC Luigi Coppola chiede chiarimenti sulle ultime affermazioni Commissario dell’APPE Luciano Guerrieri apparse sulla stampa, relative al nuovo ritardo dovuto alla mancata approvazione del progetto definitivo da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici, un organismo mastodontico formato da una cinquantina di persone, massimo organo consultivo dello Stato riconducibile al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il 29 dicembre scorso infatti si è riunita l’assemblea del Cslp che avrebbe dovuto approvare il progetto. Ma l’ingegner Massimo Sessa, presidente della terza sezione lavori marittimi e, ad interim, anche dello stesso Cslp, ha preso altro tempo restituendo le carte, chiedendo ulteriori integrazioni e rinviando tutti al 14 gennaio, e facendo slittare a non prima dell’inizio di febbraio l’avvio dei lavori.

Ricordiamo ai nostri lettori inoltre che Franco Porcellacchia, responsabile del progetto di rimozione di Costa Crociere ha affermato recentemente che «Abbiamo ipotizzato di dare il via alle operazioni preliminari al rigalleggiamento, che consiste nella sistemazione dei 19 cassoni mancanti, nel mese di aprile. Questa tempistica consentirà di riportare in galleggiamento la nave entro giugno».  Da qui i dubbi del consigliere UDC che vede sempre più improbabile l’arrivo della nave da smantellare.

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«La questione inerente la Concordia – inizia Coppola – sta acquisendo contorni abbastanza anomali ed ad accrescere le perplessità sono le affermazioni del Commissario dell’APPE Luciano Guerrieri apparse sulla stampa che a nostro avviso hanno bisogno di precisi chiarimenti nell’ambito istituzionale.
In poche parole, se non abbiamo capito male, si procede su due binari diversi rispetto agli interventi sul porto: da un lato il polo di rottamazione per la sopravvivenza dello stabilimento Lucchini, e dall’altra la vicenda Concordia che però potrebbe non essere demolita a Piombino per margini temporali ridotti nella realizzazione del bacino.
La nave arriverà a Piombino, ma sarà trasportata altrove per mancanza delle infrastrutture necessarie allo smantellamento, oppure, potrebbe rimanere in porto per un tempo più lungo in attesa che i lavori siano terminati.
Sinceramente la situazione ci sembra alquanto ingarbugliata e crediamo che non si possa continuare a discutere senza chiarezza su questioni che aprono parentesi importanti sul futuro del nostro territorio.
Ad oggi vi è un presunto progetto, in quanto non vi è ufficialità sotto il profilo amministrativo, di filiera corta per la rottamazione di navi collegato alla nuova acciaieria, quando non sappiamo ancora cosa accadrà per lo stabilimento Lucchini.

Insomma, la Concordia è servita come strumento per ottenere finanziamenti per il porto, anche se non vi saranno le condizioni per smantellarla a Piombino. Auspichiamo che sia fatta chiarezza in tal senso, anche perché i 65 milioni per gli interventi portuali stanziati fra CIPE (5 milioni) e regione (60 milioni con fideiussione) devono essere investiti per un’operazione che permetta di avere un lungo respiro per uno sviluppo concreto e non solo per garantire 3 anni di lavoro alle ditte impegnate. A fronte di ciò, non avendo documentazioni disponibili da poter valutare, visto che si tratta solo di intenti, a parte i lavori che dovrebbero partire entro fine gennaio, non è neanche possibile capire al momento se vi saranno precise considerazioni sotto il profilo ambientale, sia a mare che a terra».

Luigi Coppola

Scritto da il 7.1.2014. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “COPPOLA: NON FANNO IL PORTO, MA VIENE LA CONCORDIA?”

  1. Astuto Cacciatore

    ORMAI PIOMBINO HA CHIUSO, finisce un’epoca che tutti abbiamo conosciuto, dentro alla quale vivevamo senza vederne i limiti, come tutte le cose che si danno per scontate. Un grosso stipendificio ha esaurito le sue risorse, capita, purtroppo. Si cerca di dare ancora qualche illusione alla gente con queste caramelle del porto, ma ormai non ci resta che emigrare.

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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