NOTIZIE DALLA COSTA ETRUSCA DEL 22 FEBBRAIO 2014
RICCUCCI (AS): «LA COLLETTIVITA’ COSTRETTA A FRUGARSI NELLE TASCHE PER MANTERERE IL PORTO»
Paolo Riccucci, candidato sindaco neoeletto di Assemblea Sanvincenzina, commenta le ultime dichiarazioni della giunta sul porto.
«Il 10 febbraio scorso, l’intera giunta esclusa Tognoni (assente), ha approvato una delibera in cui si affida ad un consulente l’incarico di chiarire come si possa modificare la sostanza economica dell’appalto alla Marina di San Vincenzo senza finire in guai giudiziari. Un atteggiamento difficilmente comprensibile perché di aziende in crisi ce ne sono troppe nel nostro comune ma simili attenzioni non si registrano negli altri casi. Un atteggiamento inspiegabile perché, come ha sottolineato giustamente un ex assessore sui social network, se il problema nel vendere i posti barca dovesse essere la durata della concessione, al Comune basterebbe garantire che, a scadenza della concessione, la struttura non sarà demolita.
L’elenco dei fallimenti amministrativi che questa delibera, da sola, testimonia è lungo e doloroso.
In primo luogo questa pratica amministrativa è pericolosa perché, se con la semplice constatazione che gli affari non vanno bene si possono modificare i contenuti delle gare d’appalto, ogni azienda che partecipa alle gare, proporrà l’improponibile.
In secondo luogo il Comune si dimostra, ancora una volta, subalterno agli interessi del gestore della struttura che, detto per inciso, è ancora da collaudare. Passano infatti in secondo piano le considerazioni sulle penali (messe addirittura in forse dall’intervento di Bandini) e si ripropongono le sciocchezze dell’opera che non ha avuto costi per la comunità garantendo invece forti introiti per il comune. Basti pensare alla perdita di un chilometro di spiaggia pubblica, alla trasformazione di un altro chilometro di spiaggia da naturale ad artificiale e ai costosi lavori anti-erosione che la nostra comunità ha dovuto sostenere. Tutto per 440.000€ l’anno di cui della metà se ne vanno per il canone demaniale.
Il fallimento politico fondamentale è tuttavia un altro. Il Porto avrebbe dovuto essere il “volano dello sviluppo”. Le maggioranze hanno raccontato balle su un’opera che avrebbe fatto da traino all’economia del paese. Oggi siamo di fronte all’economia del paese che, oltre a sostenere i pesanti costi delle conseguenze che il porto ha avuto sull’arenile e sul centro urbano, tenta in ogni modo di far quadrare i conti del porto.
Invece d’essere il gestore privato a produrre benefici per la collettività, è la collettività che deve rufolarsi nelle tasche per garantire l’equilibrio finanziario del gestore privato.
Su questo piano di trattativa non si deve e non si può scendere. Il dovere dell’Amministratore Bandini, che va apprezzato per la coerenza in un momento in cui i candidati del PD alle primarie sembrano tutti provenire dall’opposizione, è quello di pretendere dalla Marina il rispetto di quanto previsto dal capitolato ed applicare le sanzioni.
Rimane il problema di come far funzionare la struttura. Primo metodo che proponiamo: si comincino a rispettare le regole e gli accordi. Tutto sarà poi più semplice».
Per l’Assemblea Sanvincenzina,
il candidato sindaco Paolo Riccucci
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SAN VINCENZO: RINNOVATO IL CONSIGLIO DEI FOTOAMATORI
E’ stato rinnovato ieri 21 febbraio il consiglio del Circolo dei Fotoamatori di San Vincenzo.
Questi i nomi: Massimo Bertoncini (Presidente), Claudio Vallini (Vice Presidente), Rodolfo Tagliaferri (Segretario), Luigi Di Brino (Cassiere Economo). I Consiglieri sono: Fabio Del Ghianda, Giulia Del Ghianda, Francesco Govi, Patrizia Castelletti, Doriano Verani e Valdemaro Verani. Sindaci Revisori saranno Alessandro Sentieri e Fausto Biagetti.
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COPPOLA: «PRIORITARIO RIVEDERE IL MODELLO SOCIALE DELLA CITTA’»
Riceviamo a pubblichiamo integralmente.
«Siamo in piena campagna elettorale ed incominciano le prime avvisaglie di potenziali attacchi tesi a tutelare la propria parte politica, ma è evidente che il grande assente è un modo diverso di vedere il futuro. Purtroppo è normale che ciò accada, tutto ruota intorno al futuro della fabbrica e finchè non vi sarà qualche certezza non resta che aspettare, d’altronde si tratta di una vicenda che esula dalle competenze locali. Oltretutto, se si analizzano i progetti i campo, ci rendiamo conto che al di là delle pressioni politiche e sociali, non vi è altro modo per incidere.
Al momento è bene non esprimersi, qualsiasi valutazione sarebbe superflua e priva di contenuti, tranne se vi sono delle vocazioni che vanno contro l’industria, con una diversificazione totale tesa all’ambiente ed alla natura, allora a quel punto è chiaro che ci si potrebbe esprimere chiaramente.
D’altra parte però difficilmente si può pensare che la città possa sopravvivere nel breve e medio termine senza un riferimento industriale minimo, qualsiasi altro settore, peraltro a fronte di una crisi generale che non guarda in faccia nessuno, tranne realtà particolari, non potrebbe certo sostituire quei posti di lavoro rimasti, che fino ad oggi ha garantito la siderurgia.
Ciò non toglie che però si debba incominciare a ripensare la dimensione di città in cui dovremo vivere, i cambiamenti ciclici di fatto modificano gli assetti e se non non comprendessimo ciò, rischieremmo di pagarne le conseguenze in termini di qualità della vita.
Dobbiamo rivedere il modello sociale della nostra comunità e questo dovrà essere l’impegno programmatico per le prossime amministrative, più che proposte legate a formule di sviluppo che rischiano di essere superate già ancor prima di essere pianificate. L’esempio sono il piano strutturale ed il regolamento urbanistico in via di approvazione, oramai già datati per la velocità dei tempi che evolvono continuamente gli scenari.
Lo si è visto per la vicenda Lucchini, anni di grande sofferenza e senza soluzioni, all’improvviso arrivano proposte insperate che fino a pochi mesi fa erano solo impensabili.
Certamente non sappiamo se il tutto andrà in porto, ci mancherebbe, ma è evidente che l’era di internet e di tutti gli strumenti che mette a disposizione implica repentini cambiamenti che devono essere colti, sia che si tratti di opportunità o di grandi delusioni, e solo una classe di amministratori capace e pronta potrà fare la differenza».
Luigi Coppola