LUCCHINI: NOVE OFFERTE, L’ANALISI DI ROSSI E ANSELMI
AGGIORNAMENTO 2: Piombino (LI) – Il Commissario della Lucchini SpA in Amministrazione Straordinaria Piero Nardi ha presentato questa mattina al Vice Ministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti la sintesi delle offerte non vincolanti pervenute, come da disciplinare di gara, entro il l0 marzo.
Le offerte – precisa un comunicato del Mise – ammontano a nove, di cui otto non risultano ancora complete dal punto di vista documentale, in particolare sul versante finanziario o su quello industriale. Al fine di garantire la pluralità degli operatori ammissibili all’ulteriore fase di gara, il Commissario – d’intesa con il Ministero – ha ritenuto di richiedere ai presentatori delle otto offerte incomplete le necessarie integrazioni alla documentazione da esibire entro il termine di una settimana.
Oggi il governatore della Toscana, Enrico Rossi, il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, e il presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà, hanno fatto il punto della situazione al ministero dello Sviluppo Economico e domani sarà la volta dell’incontro del viceministro Claudio Vincenti con i sindacati.
Dopo l’incontro di stasera il governatore ha espresso una certa soddisfazione, perché – spiega Rossi – “le manifestazioni di interesse per Piombino sono superiori a quelle che si pensava”. Delle 9 proposte presentate, infatti 7, tra cui anche quella della Smc che fa capo all’imprenditore giordano Khaled al Habahbeh, riguardano lo stabilimento di Piombino, e due quello di Lecco.
“La buona notizia – spiega Rossi – è che alcune di queste fanno riferimento al forno elettrico e al Corex”, ovvero a quanto è stato indicato dalla Regione nel suo progetto di riconversione ecologica del polo siderurgico di Piombino, per il quale la sola Regione è pronta a investire 50 milioni di euro in caso di accordo di programma col Governo.
“Certo – ha rilevato Rossi – la proposta araba è così forte che supera l’accordo di programma”. Nel caso che la Smc non presentasse le integrazioni e le garanzie richieste dal ministero (è fra gli 8 presentatori a cui sono state richieste dal Mise), Rossi ha chiesto al Governo di privilegiare, nella fase di valutazione delle offerte vincolanti, quelle che siano in linea con il progetto toscano di riconversione del polo piombinese. Da quello che era trapelato nei giorni scorsi sulle proposte per l’acciaieria, infatti diverse riguarderebbero non l’intero impianto.
Ma all’ipotesi di uno ‘spezzatino’ si erano duramente opposti in primi i dipendenti perché si punta a mantenere intera l’azienda, mirando alto, anche con la riconversione del polo siderurgico in un hub per accogliere le grandi navi da rottamare candidando Piombino per lo smantellamento della Concordia.
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ANSELMI: IL COMUNE NON AUTORIZZA FORNI ELETTRICI IN CENTRO CITTA’
«Le offerte per la Lucchini sono nove – inizia il sindaco di Piombino – due sono per Lecco e due per la sola cokeria, una riguarda l’intero stabilimento di Piombino, di Lecco, Condove, la Vertek e la GSI. Si può immaginare che si tratti dell’offerta araba.
Quattro riguardano la gestione dei soli laminatoi e della logistica portuale. Fra queste, una ipotizza la eventuale realizzazione di un forno elettrico, un’altra la eventuale realizzazione di un forno elettrico combinato con un Corex. Otto delle nove offerte sono incomplete; verranno concessi 7 giorni per integrare la documentazione dopodiché le proposte complete potranno accedere alla fase della due diligence e alla predisposizione delle eventuali offerte vincolanti.
Il Viceministro De Vincenti ci ha informato che il Commissario Nardi sta verificando gli spazi di cassa per procedere all’ordine di una fornitura di materie prime che consentirebbero di tenere in vita l’altoforno fino a fine aprile-primi di maggio, permettendo di gestire la verifica delle offerte ad altoforno acceso. Quello che avevamo chiesto.
Noi continuiamo ad auspicare che la modernizzazione ecologica dell’assetto industriale si possa fare senza rotture produttive e minimizzando l’impatto sociale; prendiamo tuttavia positivamente atto che non abbiamo davanti il deserto e che il ventaglio si è aperto. Apprezziamo che con l’approccio messo in campo si siano tenute dentro tutte le ipotesi, comprese quelle più ambiziose. Fra dieci giorni faremo il punto.
Informo – conclude Anselmi – che i nostri strumenti urbanistici non consentono la realizzazione di un forno elettrico nel capannone convertitori, dunque sarà possibile solo l’opzione distante dalla città».
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