NOTIZIE DALLA COSTA ETRUSCA DEL 14 MARZO 2014
COMITATO PER CAMPIGLIA: “SERVONO CHIARIMENTI SU RIMIGLIANO”
Campiglia M.ma (LI) – Il Comitato si interroga sull’attuazione della variante al regolamento urbanistico per la tenuta di Rimigliano e sostiene come essa “significhi lo stravolgimento di tutto l’insieme dei complessi poderali della Tenuta di Rimigliano. Qualunque progetto, anche il migliore, non sarebbe stato in grado di sanare gli errori di fondo con cui è nata la variante urbanistica”. Riportiamo di seguito il testo del comunicato.
«Il progetto del Podere Le Chiusacce segna l’inizio dell’attuazione della Variante del Regolamento Urbanistico per la Tenuta di Rimigliano.
Il progetto prevede di mantenere l’edificio originario principale, a due piani e in parte ad un piano, di demolire quattro annessi a un piano e trasferire dal Podere Poggettino-Contessa Lea, una superficie di mq.862,72 lì rappresentata da tettoie metalliche.
Il progetto dimostra quanto è sempre stato sostenuto dal Comitato e cioè che la Variante al Regolamento Urbanistico avrebbe significato lo stravolgimento di tutto l’insieme dei complessi poderali della Tenuta di Rimigliano e che qualunque progetto, anche il migliore, non sarebbe stato in grado di sanare gli errori di fondo con cui è nata la variante urbanistica.
Tutelare l’immagine della Tenuta significava innanzi tutto capire che l’originalità di questo specifico paesaggio nasce dalla presenza di uno spazio che, grazie al sistema di quinte di filari di pini alternato ai seminativi, sembra immenso e in cui l’uomo ha costruito edifici molto semplici, alti due piani e dominanti su una serie di annessi alti un piano che, visti anche da lontano sono gerarchicamente sottoposti all’unico edificio principale, quasi austero, in cui predominano i pieni delle murature sui vuoti delle finestre e che appare perso in un paesaggio aperto limitato dai monti lontani e dalla macchia mediterranea lungo il mare. E tutto questo non ha niente a che vedre con il progetto presentato ed il “borghetto” proposto.
A questo punto ci si chiede che fare per evitare di ripetere per gli altri poderi lo stesso errore. Secondo il Comitato bisogna avere il coraggio almeno di non concentrare tutte le volumetrie concesse da norme comunali indecenti nelle sole unità poderali. Questo vorrebbe dire ammettere nei nuclei attuali il mantenimento dei soli edifici originali, ricostruendo in loco il volume degli annessi in muratura che possono essere demoliti. Tutti gli altri volumi derivanti (ahimè) dalla presenza di vani con altezze superiori ai tre metri e da tettoie che, grazie ad interpretazioni cervellotiche, diventano volumi (con una interpretazione normativa che esiste solo a San Vincenzo), sarebbe a questo punto meglio se fossero realizzati in nuclei localizzati ex novo nella Tenuta. In questo modo almeno si salvaguarderebbe in gran parte l’immagine delle “unità poderali” originarie invece di comprometterle tutte completamente come avverrà con la ripetizione del modello di questo primo progetto al Podere Le Chiusacce.
Oltre ad una maggiore attenzione al risultato paesaggistico, il Comitato per Campiglia chiede all’Amministrazione una posizione chiara sulla definizione dei manufatti legittimi. A tale proposito la proprietà, non avendo altro documento dimostrativo della legittimità, si rifà a due voli aerei, uno del 1954 ed uno del 1976, e presenta delle testimonianze giurate sulla presenza degli edifici prima del 1967. Insieme alle testimonianze giurate ha presentato anche una memoria dove il legale incaricato, oltre chiedersi se sia realmente ammissibile la modifica la legittimità fatta dal Comune dell’art.5 delle N.T.A. Del R.U., si pone, ironicamente, l’interrogativo sul perché il Comune che ha fatto un Piano Urbanistico in base a certi dati e che quindi ne è diventato in qualche modo “fidefacente” chieda ora di dimostrarne la legittimità. La stessa memoria mette in evidenza che di fronte a una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà ipotizzata dal Dirigente del Comune, “spetta all’Amministrazione il controllo della veridicità della stessa”.
Chiediamo allora all’amministrazione, di verificare autonomamente la datazione degli edifici senza affidarsi acriticamente agli atti notori presentati dalla proprietà e di assumere una posizione molto prudente nell’interpretazione delle norme e dei documenti e nella valutazione dei manufatti che dovrebbero essere almeno realizzati con materiali edili per considerarli tali.
Chiediamo poi fin da ora all’Amministrazione di non approvare un nuovo Piano Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale per i volumi dichiarati presenti in aree agricole, se finalizzato alla loro totale deruralizzazione, ricordando che nel PPMAA già approvato è totalmente sottodimensionato il fabbisogno di edifici funzionali alle esigenze attuali e ancor più future della Azienda Agricola e che certe condizioni indicate nella approvazione del Piano devono essere accompagnate da dimensionamenti certi e localizzazioni esatte e non da generiche dichiarazioni di intenzioni come è stato permesso di fare.
Questo lo diciamo perché non si deve dimenticare che tutta questa operazione edilizia deve, come dichiarato negli atti, servire per mantenere e potenziare l’attività della Azienda Agricola, che ormai tardivamente diventerà ANPIL. Chiediamo infine alla proprietà quali piani precisi ha in merito all’Azienda Agricola, quali programmi aziendali e quali investimenti intende realmente fare e quando e quanti posti di lavoro sarà in grado di attivare».
Comitato per Campiglia
Alberto Primi
_____________________
LUCCHINI: UNA SETTIMANA PER ADEGUARE LE OFFERTE NON CONFORMI
Piombino (LI) – Fabiani e Giuliani commentano la decisione di fornire più tempo per adeguare le offerte non conformi, che sono 8 su un totale di 9.
All’indomani dell’apertura delle buste conosciamo lo stato delle offerte non vincolanti pervenute alla scadenza del bando di gara fissato per il 10 marzo; le proposte pervenute sono 9, di cui 8 incomplete per mancanza di documentazione finanziaria e/o industriale. Il Commissario d’intesa con il Ministero ha dato una settimana di tempo per adeguare le offerte non conformi e garantire, così, una maggiore pluralità della gara.
“Con soddisfazione possiamo affermare che le richieste presentate con il Documento votato all’unanimità dalla Direzione PD e recapitato anche al Vice Ministro De Vincenti sono state parzialmente accolte – ha dichiarato il Segretario PD Val di Cornia-Elba Valerio Fabiani –. L’ufficialità delle offerte presentate per l’acquisto del Polo Piombinese ci dà speranza ed energia per proseguire sulla strada che insieme al Governo, alla Regione, alla Provincia ed al Comune abbiamo intrapreso. La decisione di ieri di concedere una settimana di tempo in più ai presentatori delle offerte – ha aggiunto il Segretario PD – la troviamo di grande buon senso. Per la delicatezza della partita che stiamo giocando, infatti, nessuna delle offerte può essere esclusa per questioni formali.
Bene anche l’impegno a trovare le risorse necessarie per l’acquisto del minerale al fine di garantire la continuità produttiva dell’altoforno. Una chiusura anticipata comprometterebbe tutto. Adesso però, che non si perda altro tempo per la sottoscrizione dell’Accordo di programma che definisce e concretizza quel progetto di riconversione ecologica ed industriale del territorio, da cui dipende una parte importante del nostro futuro”.
“Il tavolo che si è costituito ha avuto un approccio serio alla vicenda Lucchini – ha dichiarato il neo vincitore delle primarie Massimo Giuliani – ed ha avuto la capacità di garantire la più ampia possibilità di scelta delle offerte presentate, mettendo a disposizione dei proponenti un’ulteriore settimana di tempo. Tengo a ringraziare – ha aggiunto Giuliani – le Istituzioni a tutti i livelli, a partire in primo luogo dall’Amministrazione Comunale di Piombino, dalla Regione Toscana e dal Governo. Un ringraziamento particolare anche per il lavoro svolto in questi ultimi mesi, ma non solo, dal sindacato e dal Partito Democratico. Ci auguriamo che questa settimana in più a disposizione riesca a condurci ad una risoluzione che sia in linea con le esigenze della città e con quelle della fabbrica. Tra i proponenti esiste ancora il giordano arabo, ma si sono affacciate anche altre interessanti offerte che dovranno essere valutate sulla base del Protocollo d’intesa firmato il 16 gennaio da Governo, Comune, Provincia e Regione”.
__________________________
X CONGRESSO DI CGIL TOSCANA A PIOMBINO
Piombino (LI) – La Cgil Toscana si appresta a svolgere il suo X Congresso, dopo le assemblee di base e i congressi delle Camere del lavoro e delle categorie regionali (il percorso congressuale dell’organizzazione a livello nazionale si ultimerà a maggio).
Il X Congresso di Cgil Toscana si svolgerà a Piombino martedì 18 marzo e mercoledì 19 marzo: sono attesi circa 350 delegati degli oltre 511.685 iscritti toscani dell’organizzazione. Dopo l’elezione del segretario generale Fiom-Cgil Toscana, Massimo Braccini, del 10 marzo tenutasi a Piombino, la città torna protagonista di un evento importante per focalizzare l’attenzione sulla crisi Lucchini e sulle problematiche lavorative ad essa collegate.
__________________________________
I FILM DEL WEEKEND AL CINEMA VERDI
San Vincenzo (LI) – Doppio appuntamento al Cinema Teatro Comunale Verdi, che offre ai più piccoli un film d’animazione sui giochi di costruzione più amati di sempre, mentre ai grandi il film rivelazione, originale e fresco, del giovane salernitano Sidney Sibilia.
“Lego Movie” sarà proiettato sabato 15 alle 17.30 e alle 20.00 e domenica 16 alle ore 15.30.
“Smetto quando voglio” è in programma sabato 15 alle 21.45 e domenica 16 alle 17.30, 19.30 e 21.30.
Cinema Teatro Comunale Verdi via Vittorio Emanuele II, San Vincenzo (Li). Tel. 0565-701918 e 393-9204347, www.cinemateatroverdi.it
___________________
LEGAMBIENTE: «NON CHIARO L’AVVIO DEI LAVORI DI AMPLIAMENTO DEL PORTO DI PIOMBINO»
Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
«Nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto il verbale della riunione dell’assemblea del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del 24 gennaio scorso, riguardante l’avvio dei lavori di ampliamento del Porto di Piombino.
Da questo documento, si apprende innanzitutto che il parere della Commissione non è stato assunto all’unanimità, bensì coi voti contrari di ben quattro componenti e che altri tecnici, pur favorevoli, hanno rilevato notevolissime criticità nel progetto. Questi ultimi, in particolare, hanno considerato la proposta progettuale “non definitiva” e hanno pertanto chiesto numerose prescrizioni vincolanti, che dovranno essere necessariamente inserite nel progetto esecutivo. L’assemblea ha rimandato, comunque, al Commissario straordinario Enrico Rossi l’assunzione delle responsabilità esecutive del caso.
I temi contestati sono di tipo procedurale, e afferiscono alle variazioni del Piano Regolatore Portuale riguardo all’approfondimento dei fondali, variazioni che dovranno essere sottoposte alla valutazione di deroga ambientale. Altre forti criticità del progetto sono state rilevate negli aspetti che riguardano la bonifica; nella viabilità di accesso (finora non prevista), che potrebbe limitare la piena operatività del porto; nella qualità e quantità della pavimentazione dei piazzali, di cui non esiste ad oggi il calcolo dimensionale. Infine, si è rilevata assolutamente lacunosa l’analisi economica e di funzionalità del porto.
Maggiori particolari (tecnici ed economici) sarebbero contenuti nella Relazione di parere, ben richiamata nel verbale, di cui pertanto abbiamo tempestivamente domandato copia all’Autorità Portuale, contestualmente ad
una richiesta d’incontro. Ebbene: attendiamo da oltre una settimana un qualche cenno di riscontro, se non di disponibilità. Senza risultato alcuno.
A Legambiente non rimane pertanto che esprimere profonda preoccupazione per la situazione che si è creata. Per tutte le ragioni appena esposte, non possiamo non chiedere chiarimenti a tutte le Istituzioni preposte, a partire
dal commissario straordinario Rossi. I dubbi sorgono così spontanei: il Presidente della Giunta Regionale ha firmato i documenti di propria competenza? Sulla base di quale dispositivo giuridico sono potuti partire i lavori, se non è stato approvato prima il progetto definitivo ed esecutivo dell’intera opera portuale? Attendiamo risposte e rassicurazioni, possibilmente in tempi ragionevoli».
Legambiente Val di Cornia