PASQUINELLI: «LA CRISI LUCCHINI ARRIVATA NEL SILENZIO GENERALE»
Piombino (LI) – Le amministrative si avvicinano e prosegue la nostra rassegna sui candidati in competizione per il Palazzo Comunale. Abbiamo intervistato il candidato sindaco del M5S, Daniele Pasquinelli in merito al futuro della città e alle sfide che attendono il territorio nei prossimi mesi. Ecco cosa ci ha raccontato.
Daniele Pasquinelli è il candidato sindaco del M5S di Piombino. Cosa l’ha spinta ad assumersi questo onere? Si può davvero cambiare questa città?
Credo sia dovere di un qualsiasi cittadino consapevole interessarsi della cosa pubblica. La mia generazione ha perso la capacità e la voglia di essere parte attiva nel costruire il proprio futuro. Da quando ne ho memoria la maggioranza degli italiani ha interpretato il proprio voto come una delega, come se il mondo finisse all’interno di una cabina elettorale. Questo ha permesso alla politica di agire indisturbata nel crearsi privilegi inaccettabili e nel distruggere le risorse che facevano dell’Italia un paese dalle potenzialità immense. A maggior ragione questo vale a livello territoriale. Alle precedenti amministrazione è mancata la capacità di programmare lo sviluppo del territorio. Lo sviluppo non cade dall’alto, ma va studiato, programmato e condiviso. Al contrario, patti territoriali scellerati hanno bloccato molti naturali processi di valorizzazione e non mi riferisco solamente a turismo e commercio, ma anche all’industria. Per quel che riguarda la mia candidatura, ci tengo a precisare che il Movimento 5 Stelle non sceglie un capo, ma un portavoce. La nostra guida è il programma che è frutto del lavoro di molti cittadini comuni che nel corso degli ultimi due anni hanno messo a disposizione le loro competenze o più semplicemente conoscono i problemi per il semplice fatto di viverli quotidianamente.
Il nostro territorio potrebbe attraversare il peggior periodo della storia recente, quindi non è più il momento di attendere. Basta rincorrere utopistici progetti, messi sul piatto semplicemente perché alimentano speranze in una cittadinanza spaventata e confusa. Non abbiamo bisogno di un autostrada o di un polo di smaltimento navale. C’è da rimboccarsi le maniche e lavorare. Se ognuno di noi darà il suo contributo, un futuro c’é.
Come pensa che sia possibile “scardinare” l’egemonia del PD a Piombino?
Sinceramente non mi pongo il problema. Se basassimo la nostra azione politica sul contrastare il PD avremmo perso in partenza. Il Movimento 5 Stelle è altro. I partiti sono diventati costosissimi apparati autoreferenziali e sono capaci solamente di creare privilegi per politici e burocrati. Noi non proponiamo soluzioni calate dall’alto. Noi vogliamo aprire l’amministrazione comunale ai cittadini ed il nostro obiettivo sarà quello di fornirgli gli strumenti per partecipare. Vogliamo inserire nello statuto comunale la possibilità di utilizzo del referendum propositivo senza quorum, ma anche strumenti per instaurare un rapporto agile e diretto tra cittadini ed amministrazione, come assemblee pubbliche e quant’ altro sarà possibile individuare. Se saremo in grado di trasmettere questo ai piombinesi dipende solo da noi.
Quali sono i punti forti del suo programma? Su cosa deve puntare la città per superare la crisi?
Tutti i punti del nostro programma sono sviluppati nell’ottica di creare valore aggiunto sul nostro territorio. Il nostro sogno è una Piombino che riesce a creare lavoro stabile dalle proprie risorse. A tale scopo abbiamo cercato di guardare a 360° e di individuare tutti i settori “sottosfruttati” che il nostro territorio offre, dal turismo cittadino ai beni culturali. Ne cito uno al quale tengo personalmente: la creazione di un polo industriale del riciclo e del riuso. Una delle grandi sfide che ci siamo posti è quella di riuscire a creare valore nei rifiuti. Viviamo in un territorio dove esistono due discariche ed una terza è in fase di realizzazione. Adottando la strategia Rifiuti 0, non solo si può smettere di avvelenare l’ambiente, ma rendiamo disponibile a km 0 materia prima 2° a basso costo. Questo sarà sicuramente attrattivo verso piccole e medie imprese che sfruttando la materia prima 2° saranno competitive sul mercato. Non solo, ma donando valore al rifiuto si coprono i costi di gestione e raccolta, con evidente vantaggio in termini di tassazione. Ovviamente, affinché tutto questo possa realizzarsi, non si può prescindere dal servizio di raccolta porta a porta spinto.
Lei è un operaio Lucchini. Questi giorni sono decisivi per il futuro della fabbrica. Cosa è stato sbagliato e cosa fare per il futuro siderurgico della città?
Lo stabilimento di Piombino è una grande opera incompiuta, lasciata a metà del suo sviluppo per la decisione di passati governi di dirottare risorse verso Taranto. Poi gli imprenditori che dal 1993 si sono susseguiti alla proprietà hanno fatto il resto, evitando accuratamente di investire in alcun modo in impianti e ricerca. Oggi l’alto valore di mercato delle materie prime e la mancanza di quote di mercato rende molto difficile trarre profitto dalla produzione di acciaio. Come si risolleva lo stabilimento Lucchini? Creando nuovi mercati. Non solo a Piombino, ma in tutto il settore manifatturiero italiano serve un piano industriale pluriennale che sia in grado di rivolgersi al mercato interno. Servono leggi che obbligano le imprese a reinvestire una parte consistente degli utili in azienda, ma nessun governo, di destra, di sinistra o di larghe intese, ha mai mostrato interesse a tutelare fattori produttivi fondamentali come l’acciaio. Anche a livello locale si sarebbe potuto fare molto, recuperando aree sottoutilizzate, investendo in fonti di energia rinnovabili e fornendo energia a basso costo, creando le condizioni per l’insediamento di medie imprese che utilizzano il semi-prodotto Lucchini. Così si continuerebbe la naturale filiera produttiva dell’acciaio verso prodotti ad alto valore aggiunto. Prodotti che riescono a ritagliarsi una quota di mercato al riparo dalla concorrenza delle economie emergenti e quindi creando in loco clienti Lucchini a km 0. Purtroppo occorreva avere un visione strategica dello sviluppo territoriale che negli anni passati è mancata totalmente. Adesso si può solo sperare nella volontà di investire di qualche imprenditore. Un altro salvatore della patria. La cosa che mi lascia più amareggiato è che siamo arrivati a questo nel silenzio generale. La vertenza Lucchini ha trovato spazio solo nella cronaca locale. Né la stampa nazionale né i telegiornali ne hanno dato notizia, mentre le vicende di Taranto hanno occupato quotidianamente l’attenzione dei media. Forse mettere in risalto l’assenza del governo di fronte all’opinione pubblica non avrebbe risolto il problema, ma sicuramente avrebbe aiutato.
Vi siete sempre battuti contro il progetto dell’autostrada tirrenica. Quali iniziative avete in cantiere per il prossimo futuro?
Innanzitutto questa non è una battaglia solamente del Movimento 5 Stelle Piombino, ma di tutti i MeetUp dei paesi toccati dalla variante Aurelia. Il Movimento 5 Stelle non vuole metter il cappello su questa iniziativa che deve essere popolare e condivisa da chi ha a cuore la tutela del bene pubblico. Esiste un comitato NO SAT che coordina tutte le voci aderenti alla protesta e ogni giorno che passa siamo sempre di più. Questo a testimonianza del fatto che sta maturando nei cittadini la percezione della truffa che si sta cercando di perpetrare nei loro confronti. Alcuni nostri portavoce si stanno occupando della faccenda in sede parlamentare, soprattutto perché siamo preoccupati del fatto che si sta delineando l’ ennesimo vile ricatto ai danni della città, con l’ accorpamento dell’autostrada Tirrenica al prolungamento della 398 fino al porto. I primi di maggio i nostri portavoce saranno a Piombino per partecipare all’ vento NO SAT che stiamo organizzando e crediamo che i cittadini interverranno numerosi, anche se attualmente sono le vicende Lucchini a catturare l’attenzione generale.
Il M5S di Piombino ha una storia abbastanza recente e “non lineare”. Come pensate di radicarvi nel territorio?
Semplicemente aprendo le porte della politica a tutti. Le nostre riunioni sono aperte, per partecipare non occorrono tessere, né requisiti particolari. Basta solo la voglia di dedicare un po’ del proprio tempo al bene comune. Per noi ogni opinione è importante e la politica non è un mestiere. Per fare politica attivamente occorre solo senso civico e voglia di partecipare. Il nostro scopo è ridare voce ai cittadini.
La vostra è una delle poche voci che si è levata contro la realizzazione di una piattaforma di smaltimento navale. Puoi motivare questa posizione.
Esistono molteplici motivazioni per opporci alla realizzazione di una piattaforma di smaltimento navale, ma prima fra tutte la mancanza di progettualità. Il nuovo piano regolatore portuale è un opera ben dettagliata dal punto di vista progettuale e corredata di costi stimati come risulta dal piano delle opere triennali 2010 – 2013 presentato dall’Autorità portuale Piombino. Come risulta evidente, all’interno del piano regolatore, non esistono strutture adatte allo smaltimento in modo controllato. Come si pensa di inserire un struttura così complessa all’interno del piano regolatore? Esistono strutture di stoccaggio degli inquinanti contenuti nelle navi? ( le navi non sono solo rottame ferroso) Esistono impianti nel territorio in grado di smaltire tali inquinanti? In assenza di normative europee che garantiscono un mercato di riferimento, sarà conveniente per gli armatori portare a demolire le navi a Piombino? Inoltre è stata effettuata una valutazione di impatto ambientale? Ovviamente no. In quanto tale autorizzazione può essere ottenuta solo in presenza di un progetto e richiede comunque lunghi tempi di valutazione. L’acciaio verniciato e contaminato da centinaia di elementi diversi, può essere conferito tal quale nei forni elettrici? O ha bisogno di trattamenti tali che farebbero salire enormemente i costi di lavorazione? Quali sono i tempi di realizzazione? Quando si pensa di reperire i fondi necessari? Ad oggi gli unici fondi certi sono € 142.450.000, come risulta da programma triennale dello opere pubbliche 2014-2016 ed approvato con delibera 35/13 del 6/settembre 2013, di cui 85.000.000 destinati agli interventi connessi al nuovo piano regolatore e/o alla realizzazione della piattaforma di smaltimento navale, così suddivisi: 10.000.000 il primo anno(2014), 50.000.000 il secondo anno, 25.000.000 il terzo anno. Contro un costo stimato dell’intera opera portuale (senza piattaforma) di oltre 570.000.000. La cosa triste è che si sta cercando di insinuare nella mente della cittadinanza che la salvezza della siderurgia piombinese sia legata realizzazione di quest’ opera. Se lo smaltimento navale in Europa fosse un affare, altri paesi con più risorse del nostro si sarebbero già inseriti in questo mercato. Sono mesi che solleviamo queste domande, ma nessuno ancora è riuscito a darci delle risposte.
Intervista al candidato #Sindacopiombino del #M5S Daniele Pasquinelli.
http://t.co/mO0JorGwvL
Intervista al candidato #Sindacopiombino del #M5S Daniele Pasquinelli
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#professionecittadino#20puntiperpiombino
@CorriereEtrusco non al silenzio, già sarebbe qualcosa… in mezzo alle fregnacce più incredibili, stile SMC.