LUCCHINI: KLESH E SMC ESCLUSE, GLI ALTRI ACCEDONO ALLA “DUE DILIGENCE”
AGGIORNAMENTO 2: Secondo le ricostruzioni di questi giorni – come confermato sul Sole 24H di oggi – ad abbandonare il percorso del bando sono il gruppo Klesch, che si è rifiutato di trasmettere al commissario i propri bilanci, e la tunisina Smc, che non è riuscita a produrre in tempo utile garanzie finanziarie adeguate.
Questo nonostante l’entourage della società nordafricana affermi che è tuttora in corso il trasferimento di una somma di 500 milioni sul conto corrente della filiale romana della Ubae (Unione delle banche arabe ed europee), mentre dovrebbe essere perfezionato entro il 4 aprile un aumento del capitale sociale. Teoricamente entrambe le società, pur non avendo accesso alla data room Lucchini, potrebbero comunque formulare in futuro un’offerta vincolante che il commissario sarà chiamato a valutare, se superiore alle altre.
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AGGIORNAMENTO: Il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti ha ricevuto oggi il commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi, che “gli ha riferito lo stato di avanzamento della procedura a evidenza pubblica per la vendita dei rami d’azienda di Piombino e Lecco”.
De Vincenti “ha preso atto che solo due delle offerte non vincolanti non sono complete nella documentazione secondo quanto previsto dal disciplinare di gara e che per le altre è stata avviata la fase di due diligence”.
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La corsa per gli asset toscani della Lucchini perde un nuovo concorrente. Si tratta della svizzera Klesch, che aveva manifestato interesse, avviando un tavolo di confronto, già nel corso del 2012, poiché si rifiuta di fornire, come peraltro richiesto dalle regole del bando, i bilanci degli ultimi tre anni di attività.
«Klesch – si legge sul Sole 24H – è disponibile a consegnare i propri bilanci, ma ha richiesto un accordo di riservatezza che eviti il rischio di una pubblicità dei documenti. Ma il commissario ha rifiutato». Dal punto di vista formale non è ancora corretto considerare Klesch fuori dai giochi ma il quotidiano di Confindustria pone l’offerta svizzera in una fase di stallo.
In attesa di comunicazioni ufficiali, ancora non si sono viste le garanzie della nordafricana SMC che chiede altro tempo. Il gruppo che fa capo a Khaled al Habahbeh starebbe cercando di condurre in porto un aumento di capitale, il cui via libera è atteso per il 4 aprile. Smc non avendo consegnato i bilanci e le garanzie reali richieste dalla procedura, come si legge sempre sul Sole 24H, hanno scritto al ministero una lettera in cui si auto-dichiarano all’interno della gara, a prescindere dalle decisioni del commissario.
In un altro articolo firmato Mariano Maugeri sembra che il magnate Al Habahbeh sia stato condannato due volte negli Usa, la prima a trentasei mesi di prigione nel 2001 per truffa ai danni di un istituto di credito per truffa bancaria, e la seconda per traffico di metanfetamine, una sorta di cocaina dei poveri.
Difficile per i piombinesi e dipendenti Lucchini far convivere queste notizie con gli annunci tranquillizzanti che giungono dalle istituzioni e dai sindacati.
Povero Anselmi, povero Tortolini, povero Manciulli, povera Velo, povero Fabiani e poveri Sindacati.
Fortuna che con Giuliani ci sarà continuità amministrativa, l’innovazione non si fermerà.