PIOMBINO: APPROVATO IL REGOLAMENTO URBANISTICO
AGGIORNAMENTO: Al termine dell’articolo il commento del Consigliere Comunale Luigi Coppola (UDC).
Approvato in consiglio comunale il Regolamento urbanistico del Comune di Piombino, lo strumento che governerà le trasformazioni territoriali per i prossimi 5 anni a Piombino. Ad esprimere voto favorevole PD, Italia dei Valori che aveva espresso un voto contrario al momento dell’adozione, Per Piombino e Spirito Libero. Contraria invece la minoranza con Futuro e Libertà, Gruppo Misto con Gelichi, Forza Italia, Rifondazione Comunista. La discussione, che ha impegnato tutta la mattinata, ha affrontato moltissime questioni legate alle scelte contenute nel piano. Tra queste anche la lunghezza dei tempi che hanno portato all’elaborazione e all’approvazione del Regolamento.
Tempi lunghi che sono stati causati, come ha spiegato Francardi, da tutta una serie di ragioni, tra cui la necessità di anticipare alcune Varianti strategiche come quella dell’Accordo di pianificazione. “Uno strumento quest’ultimo molto importante – ha detto il sindaco – che è servito a far partire recentemente i lavori al porto di Piombino e senza il quale oggi sarebbe più complicato parlare di diversificazione e di sviluppo. Il Regolamento Urbanistico arriva quindi in un frangente terminale della nostra legislatura, non certo per una volontà politica”
Come ha spiegato l’assessore Luciano Francardi nella sua presentazione il nuovo piano “non prevede estensioni di insediamenti residenziali e la filosofia che lo contrassegna è quella della riqualificazione e della rigenerazione urbana. Nel corso del 2013 sono state vagliate e analizzate le 307 osservazioni presentate da cittadini e imprese, a partire dal settembre 2013 quando si è concluso il periodo tecnico di presentazione delle osservazioni stesse. Molte delle osservazioni non accolte interessavano proprio le richieste di nuovi insediamenti.
In pratica le trasformazioni principali, in tutto sono 42 le aree di trasformazione individuate, passano attraverso la rilettura di alcune parti strategiche, tutte strettamente collegate tra di loro. Gli obiettivi che hanno guidato i tecnici e l’amministrazione, sulla base anche del percorso partecipativo che si è svolto da maggio fino a settembre 2011, sono stati quelli di favorire la rigenerazione urbana lavorando all’interno della città esistente, senza nessuna espansione al di fuori di essa, accrescere l’effetto città, razionalizzare i servizi, favorire azioni progressive di pedonalizzazioni e parcheggi, che saranno realizzati con un piano della mobilità.
Una rilettura complessiva che vede una riqualificazione complessiva del centro e dell’area intorno ai binari, con il trasferimento del centro commerciale Coop in via Flèmalle, degli uffici comunali nell’edificio dell’Iti, la trasformazione del mercato coperto in una piazza aperta, lo spostamento della stazione ferroviaria verso la Ferriera con l’eliminazione dei binari da piazza Gramsci che consentirà il collegamento tra via Roma e via Carducci e la realizzazione di un parco verde.
L’Istituto tecnico commerciale verrà spostato a Montemazzano, nel campetto di calcio dove il piano di Città futura prevedeva la realizzazione di circa 200 appartamenti e dove troverà collocazione anche la nuova struttura della Società della Salute.
Al posto dell’Itc di viale Michelangelo potranno essere realizzate invece residenze e strutture turistiche alberghiere.
“Non ci sarà un allargamento della città – conclude Francardi – I nuovi alloggi previsti, 822 a cui si aggiungono anche i 320 realizzabili con le previsione del vecchio piano regolatore, potranno essere realizzati puntando sul completamento delle aree disponibili, sui cambiamenti d’uso, con possibilità in alcuni casi di rialzamenti,. Riuso e riqualificazione dell’esistente con il divieto di trasformare i fondi in appartamenti, possibilità di frazionamenti di unità abitative fino a 45 metri quadrati. Sono gli strumenti che potranno essere utilizzati per evitare nuove edificazioni nel territorio aperto.
Un Regolamento urbanistico che deriva da scelte politiche ben precise, contestate da alcuni gruppi consiliari contrari perché non ritenute sufficienti o non adeguate a creare un giusto sviluppo per la città e il territorio.
“Credo che con questo Regolamento Urbanistico abbiamo provato a disegnare una città diversa da quella che abbiamo conosciuto noi – ha concluso il sindaco – a vedere una città che non c’è, che si apre alla dimensione collettiva di nuovi spazi, a un diverso utilizzo di contenitori esistenti in città. E’ capitato in questi anni di aver collocato l’asticella a un livello che non siamo riusciti a superare. Ma il coraggio di lanciare sfide importanti fa parte della politica. Io sono soddisfatto di questo Regolamento Urbanistico. C’è un’idea di centro nuovo, un’attenzione alle frazioni, un’idea di rilancio del commercio e delle imprese. C’è quello che potevamo inserire senza sciupare questo territorio.”
La documentazione e gli elaborati sono scaricabili dal sito internet del Comune di Piombino, www.comune.piombino.li.it nella sezione Pianificazione Territoriale – Regolamento Urbanistico.
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COPPOLA: «MANCANO PUNTI IMPORTANTI DI SVILUPPO»
Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
«Il Consiglio Comunale ha approvato il Regolamento Urbanistico con i voti della sola maggioranza che si è ricompattata, nonostante i mal di pancia. Ovviamente le questioni erano legate alle alleanze per le elezioni amministrative, che hanno pesato non poco in termini di allungamento dei tempi per l’approvazione, che sarebbe dovuta avvenire entro il 2013.
Pur avendo espresso un chiaro parere negativo per precise scelte politiche che non condividiamo nell’elaborazione del R.U., rileviamo che finalmente i professionisti, gli imprenditori ed i cittadini hanno a disposizione uno strumento che permette di uscire dal lungo periodo di salvaguardia che ha bloccato il settore edilizio.
I tempi di gestazione sono stati lunghissimi, oltre 7 anni, nonostante l’urgenza di un’impellente pianificazione territoriale che peraltro è in continua evoluzione viste le esigenze della società moderna.
A nostro avviso mancano punti importanti di sviluppo, viste le serie difficoltà in cui verte il territorio, oltretutto i tempi lunghi sono stati addebitati all’adeguamento degli strumenti urbanistici per il polo della nautica, che di fatto nasce già monco, in quanto la crisi del diportismo in Italia è irreversibile ed eventuali interventi su Poggio Batteria ed in Chiusa non avranno lungo respiro.
La vocazione di un porto deve affermarsi in modo chiaro ed inequivocabile, non si può pretendere che diventi un contenitore dove si possa fare di tutto, dalla crocieristica alla nautica di alto cabotaggio, alla nautica sociale e alla dismissione navale.
Serve un’impostazione precisa ed in sintonia con eventuali investitori per portare avanti progetti idonei e concreti, che abbiano delle basi solide in prospettiva futura e non solo l’obbiettivo di far un investimento finalizzato all’esclusiva realizzazione dell’infrastruttura.
Auspichiamo che, le deficità che a nostro avviso persistono possano essere colmate ciclicamente con gli strumenti urbanistici a disposizione ed in piena sintonia con le continue evoluzioni che la società di oggi ci propone continuamente.
Al di là delle considerazioni non certamente positive rispetto ai contenuti, che ovviamente appartengono a precise scelte politiche, non possiamo esimerci da prendere atto che il percorso istituzionale del R.U. ha coinvolto tutte le componenti indistintamente, al di là delle rispettive opinioni».
Luigi Coppola