“UN’ALTRA PIOMBINO”: «LA NOSTRA LISTA SI FONDA SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA»

Marina Riccucci e Cinzia Bartalini

Marina Riccucci e Cinzia Bartalini

Abbiamo intervistato Marina Riccucci e Cinzia Bartalini, portavoce della nuova lista civica “Un’altra Piombino”. Ecco cosa ci hanno raccontato sui loro progetti in vista delle amministrative di maggio.

La lista civica “Un’altra Piombino” è stata presentata ufficialmente oltre un mese fa: cosa è cambiato per voi da quella data?

Abbiamo preso contatto con molte persone, abbiamo scritto il nostro programma, abbiamo fatto altri due incontri, abbiamo dialogato con gli studenti di alcune scuole della città. Non abbiamo modificato le nostre idee, ma abbiamo approfondito contenuti e acquisito una conoscenza maggiore della realtà locale.

Stanno nascendo tante liste civiche: in cosa vi differenziate dalle altre?

Siamo l’unica lista che rivendica e che sceglie come pratica e come metodo quello della democrazia partecipata. Non è una cosa da poco. Un’altra Piombino è una lista civica di sinistra. Nasce dall’incontro di persone che provengono da percorsi diversi, ma che sono tutte animate dalla voglia di dare un contributo di idee e di proposte per invertire la tendenza, che è quella che porta, inevitabilmente, alla “chiusura” di Piombino, come città, come centro produttivo, come territorio dalle molte e ancora inespresse risorse. Questo è ciò che ci distingue dalle altre liste civiche.

Stanno funzionando gli spazi di ascolto delle idee del cittadino che avete progettato?

In questa prima fase ci siamo concentrati a costruire il programma con il quale presentarci agli elettori. Gli incontri che finora abbiamo avuto sono stati proficui: molto abbiamo ascoltato, molto materiale abbiamo raccolto. Possiamo dire che le idee e le proposte che presenteremo la prossima settimana, insieme al nostro candidato a sindaco, conterranno molti elementi di novità. Siamo intenzionati a continuare a fare incontri e dibattiti: siamo fiduciosi che piano piano sempre più persone verranno a dire e a parlare. Parlare con gli altri è prima di tutto un gesto di libertà, prestare ascolto un modo per arricchire le menti e produrre le idee.

Quali sono secondo voi gli errori compiuti dalla passata amministrazione? 

L’amministrazione uscente si è caratterizzata per avere lanciato proclami roboanti, per avere annunciato “svolte storiche”, per avere spesso lasciato tutto sulla carta. Si potrebbe fare un lungo elenco, ma basta ricordare: la vicenda dei fanghi di Bagnoli, quella di Piazza dei Grani, quella di Città Futura, quella della nuova piscina olimpionica… Ma la cosa che contestiamo di più è che in una crisi economica e sociale così dirompente si sia ignorata completamente ogni forma di politica sovracomunale e si sia azzerata ogni azione di rafforzamento di ciò costituisce l‘”eccellenza locale”. Un esempio valga per tutti: la depotenzializzazione dei parchi.

Tra i vostri temi più sentiti c’è la legalità: quanto il fatto che tra voi ci siano persone aderenti a Libera influisce sui vostri principi ispiratori?

Senza legalità è più difficile uscire dalla crisi. L’incontro con chi aderisce a Libera è un arricchimento. I valori ispiratori di Libera posso essere così sintetizzati:

– Giustizia come riconoscimento pieno della dignità di ogni persona alla luce della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani;

– Pace compresa e praticata come nonviolenza, presa di distanza netta dagli strumenti tipici dell’agire mafioso;

– Legalità democratica intesa come uguaglianza di tutte le persone davanti alle legge nel rispetto della Carta Costituzionale del nostro Paese;

– Partecipazione attiva e responsabile delle organizzazioni sociali e dei cittadini nel contrasto alle forme di illegalità, di criminalità organizzata e corruzione, nonché nella diffusione della cultura della legalità democratica;

– Tutela e rispetto dei diritti e della qualità della vita;

– Riconoscimento del lavoro come diritto e contributo di ogni persona alla crescita delle comunità.

“La costruzione dell’uguaglianza e della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra equella informale chi ci chiama in causa tutti come cittadini responsabili. La povertà dovrebbe essere illegale nel nostro paese. La crisi per molti è una condanna, per altri è un’occasione. Le mafie hanno trovato inedite sponde nella società dell’io, nel suo diffuso analfabetismo etico. Oggi sempre più evidenti i favoriindiretti alle mafie che sono forti in una società diseguale e culturalmente depressa e con una politica debole.” sostiene don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele e di Libera.

La Costituzione ci impegna in tal senso a fare ognuno la sua parte. La lotta alla povertà va ripensata in termini di interdipendenza tra le persone,le specie e all’interno degli equilibri naturali dei nostri ecosistemi. Possiamo da subito portare avanti azioni di contrasto dal basso alla povertà.

L’adesione al programma Miseria Ladra è fonte ispiratrice per il programma con il quale ci presentiamo agli elettori.

Quali sono gli altri punti cardine del vostro programma?

Piombino oggi ha oltre 9.000 disoccupati e una percentuale di disoccupazione giovanile che supera il 40% (con una forte componente femminile). In questo contesto la città progressivamente declina. Fermare questa deriva è il primo compito di chi si propone come forza di governo. Partendo dal concetto che riteniamo fondamentale, per cui tutte le persone hanno pari diritti, non vogliamo fare una politica del bisogno né una politica dell’emergenza, ma intendiamo promuovere una politica di diversificazione economica, incentivare attività imprenditoriali private e pubbliche capaci di superare la mentalità produttiva che ha caratterizzato Piombino negli ultimi 50 anni; sostenere la scuola pubblica ed esaltarne le forze e la potenzialità, in modo che vengano proprio anche dalla scuola indicazioni e proposte di qualificazione; tutela la sanità e garantire i servizi che la sanità pubblica è tenuta a offrire, ragionare di infrastrutture, porre fine al consumo del territorio e risanare quello che decenni di industrializzazione indiscriminata hanno devastato promuovere il turismo sostenibile; promuovere un’equa politica della casa, sostenendo gli affitti concordati, riducendo la speculazione e incentivando i privati ad aprire le case secondo logiche solidali; promuovere il contatto costante tra istituzione e cittadini mediante modalità diversificate (prima di tutto rivalorizzando i quartieri); farsi carico della povertà, che è un fenomeno in aumento e che colpisce fasce sempre più ampie; tutelare il diritto al lavoro e alla sicurezza sul lavoro.

Scritto da il 28.3.2014. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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