EDITORIALE: QUANDO TUTTI CI METTONO LA FACCIA
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: QUANDO TUTTI CI METTONO LA FACCIA
Corriere Etrusco “numero 50” del 28 marzo 2014.
Situazione sempre più difficile per la Lucchini. Le rappresentanze sindacali dell’impianto siderurgico piombinese, stanno valutando le iniziative da intraprendere per salvare i circa mille posti di lavoro che andranno persi con la chiusura dell’area a caldo se non arriverà il miracolo giordano.
La fase é delicata e in molti pongono la questione dei problemi di tenuta sociale che andranno a crearsi. Governo, istituzioni e forze sociali sono quindi chiamati a fare responsabilmente la loro parte, firmando il più velocemente possibile il previsto accordo di programma per la riconversione ecologica del polo siderurgico. La Regione conferma la disponibilità ad investire 60 milioni e la richiesta al Governo è di fare altrettanto, coinvolgendo il Ministero dell’ambiente per le bonifiche e quello dello sviluppo economico per il polo siderurgico.
La proposta che sembra essere sulla carta la più convincente per lo stabilimento, escludendo la SMC, è quella indiana della Jsw (Jindal south west) in quanto considera il polo siderurgico come un impianto strategico per l’Europa e parla di valorizzazione del porto e di disponibilità per il Corex e il forno elettrico.
La crisi in città già oggi si tocca con mano, con decine di fondi sfitti e, dopo la prima fase della crisi che è partita nel 2009 nella quale hanno chiuso le aziende cosiddette “decotte”, oggi chiudono aziende “sane” che vedono nel continuare a tenere aperto il rischio di erosione di quanto accantonato negli anni passati. A queste si aggiungono la chiusura di alcuni negozi di catene nazionali, e l’immagine generale che si vede muovendosi tra le attività commerciali della città è comunque preoccupante.
Si preannuncia un periodo di crisi nel quale c’è anche il rischio concreto che salti lo smaltimento della Costa Concordia. A questo si aggiunge l’ipotesi di una mancata soluzione alla crisi della siderurgia, le lungaggini nei tempi di realizzazione del porto e la mancata realizzazione della SS398 sono un cocktail insostenibili per il territorio.
Per la prima volta Piombino, che fino ad oggi ha sentito solo parzialmente i “morsi” della crisi, rischia di ricevere un ulteriore colpo alla propria solidità economica. E chi andrà ad amministrare il territorio ne dovrà per forza tenere conto.
Giuseppe Trinchini