CHI FERMERÀ LA MUSICA A PIOMBINO?
Val di Cornia – Brutta notizia per i musicisti locali e per i gestori dei locali del territorio.
È stato approvato lo scorso gennaio un decreto regionale in materia di inquinamento acustico in cui, all’articolo 16 «si specifica caso per caso il numero consentito per gli eventi, musicali o non, relativi al superamento dei limiti consentiti in termini di decibel. Venti sono i giorni in deroga all’anno per manifestazioni all’aperto organizzate o patrocinate da enti locali e soggetti pubblici; dieci quelli per attività realizzate da soggetti privati; appena cinque, indipendentemente da chi organizza, i giorni per eventi al chiuso».
Per eventi in deroga si intendono quegli eventi che superano i limiti di decibel previsti per l’inquinamento acustico. Seguendo alla lettera il decreto regionale a Piombino non potrebbero esserci più di dieci giorni in deroga divisi per tutti i locali. La norma approvata, infatti, ha portato il numero di serate consentite da 30 a 10.
L’approvazione ha scatenato la reazione degli avventori, dei musicisti e dei semplici appassionati che hanno deciso di promuovere una petizione per modificare il decreto e cercare di “salvare l’estate piombinese”.
L’intervento più duro è certamente quello di Spirito Libero:
«Con la legge sull’inquinamento acustico ‒ inizia Stefano Ferrini di Spirito Libero ‒ la Regione Toscana sceglie la rendita a scapito del lavoro. È una porcata di legge che tutela i cittadini dei centri storici, proprietari o affittuari di casa, a scapito di chi ogni giorno deve guadagnarsi la pagnotta, dalle scuole di musica ai bar e ristoranti, ma anche a quei giovani che magari con qualche serata si ripagano le spese che sostengono per imparare musica.
Cosa ci sia di sinistra in tutto questo, sinceramente ci sfugge proprio ‒ continua Ferrini ‒. Non sono certo centri storici morti e silenziosi che creano più reddito ed occupazione ed aiutano la crescita economica, sociale ed anche culturale di una città. E centri storici morti e silenziosi non sono neppure più sicuri: infatti i problemi di ordine pubblico, compreso lo spaccio di droga, si hanno quando i locali chiudono, non prima. Allora confidiamo che il Comune di Piombino, che pure deve adeguarsi a questa legge, faccia l’impossibile per mitigarne l’effetto negativo, individuando sottozone come la delibera prevede per aumentare il numero degli eventi organizzabili, interpretandola nella maniera più estensiva e provando a cambiare la zonizzazione.
Inoltre, poiché la legge regionale fissa in 20 gli eventi in deroga se organizzati o patrocinati da soggetti pubblici in luoghi diversi da quelli adibiti al pubblico spettacolo, il Comune faccia un progetto con pubblici esercizi ed associazioni di categoria per patrocinarne un certo numero, tolti ovviamente quelli organizzati direttamente. Potrebbe chiamarsi “Piombino note di notte”, sarebbe non solo un segnale forte della direzione in cui questa città vuole andare, ma aiuterebbe anche ad aumentare il numero degli eventi musicali organizzabili, con conseguenze positive su quell’immagine turistica che da anni anche il Comune cerca giustamente di promuovere. Avrebbe sicuramente finalità ‒ conclude Spirito Libero ‒ più pubbliche e sociali di quelle che si avrebbero mettendo il silenziatore a questa città».
«Le petizioni non hanno valore sugli adeguamenti normativi come in questo caso – spiega l’assessore all’ambiente, Marco Chiarei –. La legge è regionale e noi possiamo farci poco. Come già in passato adotteremo però un’interpretazione più morbida, dividendo la città in sottozone rispetto alla distanza dai recettori sensibili». «Invitiamo in questo senso i gestori a buttare giù un calendario degli eventi – dice Chiarei – e a una collaborazione tra di loro e col Comune». L’assessore Luca Pallini lascia ancora una speranza: «Trovo la normativa davvero troppo limitativa – sostiene –. Non so ancora come, ma cercheremo di trovare una soluzione che accontenti tutti».
Intanto il Pd organizza per l’8 aprile a Porta a Terra un incontro a cui sarà presente il candidato sindaco Giuliani e in cui verranno trattati i temi del decreto e le possibili soluzioni per Piombino.
Questo il commento dei pentastellati: «Ancora una volta ci troviamo a commentare i comportamenti schizofrenici della legislazione italiana – iniziano i rappresentanti del movimento –. Ci riferiamo al D.P.G.R. n. 2/R del 08.01.2014 della Regione Toscana nel quale si delibera, di fatto, la riduzione drastica del numero consentito di eventi musicali serali all’aperto. A causa di tale decreto se ne potranno svolgere in deroga al massimo 10 volte nell’arco dell’intera stagione estiva nel nostro comune.
Questa decisione ha suscitato in tutta la regione un notevole malcontento – continuano i pentastellati –, sia tra gli addetti ai lavori (esercenti, operatori turistici e artisti), che tra coloro che dell’industria musicale fanno il loro pane quotidiano. Il disappunto si ha anche tra la popolazione, la quale, in un periodo di crisi del settore secondario, vede nel terziario una delle più forti opzioni per una reale diversificazione economica del territorio che, nei fatti, mai è stata attuata. Il Movimento 5 Stelle Piombino è un insieme di cittadini e per questo non poteva rimanere indifferente di fronte all’ennesimo scarica barile fra amministrazioni comunali / regionali /nazionali.
Ricostruiamo brevemente i fatti: il presidente Rossi emana, tramite decreto, escludendo ogni dibattito in merito le disposizioni. I comuni, che di questo dovrebbero occuparsi, ben si guardano dal sollevare obiezioni o informare i cittadini del merito di questo decreto. Pochi giorni fa, ormai troppo tardi per evitarne la conversione, la questione è stata sollevata dai cittadini interessati, ed immediato parte il tam tam: petizioni popolari, discussioni e gruppi di protesta nascono in tutti i comuni della regione. Solo a questo punto la nostra attentissima amministrazione comunale si sveglia e indice un incontro, nella sede del PD, in cui il consigliere regionale Tortolini spiegherà il decreto. Contemporaneamente si alza il sipario: all’unisono, sindaco, assessori e responsabili di partito si schierano contro il decreto ergendosi, sindaco in testa, a paladini della giustizia. Seguono grandi applausi al nostro Primo Cittadino che, mentre se la canta, la suona ai cittadini intonando l’ennesimo ritornello, orecchiabile sì, ma poco utile per l’effettiva risoluzione dei fatti, se per fatti non s’intende la campagna elettorale in corso. Stessa musica di sempre per il Partito Democratico che, forse mai come adesso e mai come in Toscana ha la sua roccaforte, ma che senza indugio continua a scagliarsi contro se stesso, cantandosela e suonandosela da solo – concludono i 5 Stelle –, mentre dovrebbe ascoltare l’unica voce che conta: quella dei cittadini».