PIERINI: «LA POLITICA SUBORDINATA ALLA GRANDE INDUSTRIA»
Piombino (LI) – Abbiamo intervistato Fabrizio Pierini, candidato sindaco della lista civica “L’Alternativa” legata al partito Nuovo Centro Destra (NCD), su alcuni dei principali temi e criticità della città.
Avete espresso fondamentali due requisiti per governare oggi la città: la competenza ed il coraggio. Perché?
La competenza è indispensabile per conoscere il sistema amministrativo di una grande “azienda” come è il Comune di Piombino. È indispensabile possedere questa competenza per non avere una visione solo “pubblica” su scelte che devono essere anche di mercato. Queste condizioni appartengono a una nuova generazione di governo, capace di interpretare il cambiamento e trasferirlo nel governo della città.
L’altro aspetto è il coraggio. Di fronte alla situazione attuale occorre prendere decisioni coraggiose e abbandonare il passato degli annunci ai quali non è seguita nessuna risposta concreta. Il coraggio dell’essere, del fare e del decidere rispetto ad un territorio che ha bisogno di grandi scelte coraggiose. Il passato non è tramontato, ma ha bisogno di essere integrato con scelte diverse dal settore industriale.
Quali sono i principali errori e fallimenti che ha compiuto l’amministrazione comunale della città in questi dieci anni?
Principalmente un rapporto di subordinazione psicologica e politica rispetto alla grande industria. Questo rapporto ha pesato in modo negativo, sopratutto per quanto concerne il governo locale per quanto riguarda il controllo sui progetti industriali e sopratutto sui piani delle industrie che hanno più volte annunciato di effettuare grandi investimenti, primo fra tutti il Mini Mill ed altri, che non si sono mai realizzati.
Un’attenzione maggiore avrebbe compreso che gli industriali (Lucchini e Severstal) avevano interesse a sfruttare sopratutto i cicli positivi della siderurgia senza garantire nessuna ricaduta dal punto di vista degli investimenti nella fabbrica e nel territorio. Potevano richiedere innovazioni tecnologiche riguardo alla produzione e alla sicurezza ambientale, ma l’amministrazione comunale non ha sollecitato, probabilmente per mancanza della conoscenza necessaria, a richiedere anche la verticalizzazione della filiera produttiva.
L’aspetto peggiore che possiamo osservare è quello di una visione “spacchettata”, non armonica, rispetto ad uno sviluppo del territorio nel suo complesso. Investimenti non realizzati e promesse non mantenute, come ad esempio la vicenda dei fanghi di Bagnoli e quella di “Città futura”.
In una assemblea pubblica ha commentato che alla crisi dell’industria corrisponderà la crisi delle imprese e dei servizi di tutta la città. Vuole spiegarci meglio?
Intorno ad una grande azienda ruotano tutta una serie di elementi significativi che muovono la grande industria. Le aziende dell’indotto, le professioni all’interno del territorio (commercialisti, avvocati, eccetera). Senza una grande azienda tutti questi servizi vengono meno. Questa mancanza di ricchezza si ribalta anche sul turismo e sul commercio. Tutto questo, di fronte ad un impoverimento della situazione socio economica del territorio, produrrebbe grandi danni.
Per modificare un modello di sviluppo consolidato negli anni come il nostro, e creare nuovi posti di lavoro, era necessario lavorarci già da tempo, e rendere la fabbrica compatibile con il turismo e non il contrario. Per realizzare questi progetti turistici occorre tempo, finanziamenti e formazione appropriata. Tutto ciò può produrre ricchezza, però tra alcuni anni. Noi dobbiamo però dare risposte concrete a tutti quelli iscritti all’ufficio di collocamento, ai quali si aggiungeranno gli esuberi dell’industria. Per far questo bisognerà utilizzare gli ammortizzatori sociali, ma le risposte concrete come impiego reale arriveranno fra un po’ di tempo e quindi dobbiamo avviare subito questo percorso che dovrà essere compensato dagli ammortizzatori, altrimenti il rischio è un grave impoverimento a livello economico di tutto il territorio.
Avete fatto proposte a vostro dire innovative per la gestione dei rifiuti. Ce le vuole illustrare?
Questa nostra proposta coglie due aspetti: il primo è che l’amministrazione comunale ha, senza valutarlo con attenzione, inserito l’ASIU all’interno dell’ATO Sud senza approfondire un progetto definito di area. Una decisione che risponde più a una logica politica che non industriale.
Il secondo riguarda il superamento delle discariche. Queste non esistono nei Paesi più avanzati a livello tecnologico. In questi Paesi si risolve il problema attraverso nuove tecnologie chiudendo il ciclo dei rifiuti, con investimenti significativi che però possono essere realizzati attraverso il project financing con aziende private, con accordi di lunga durata, delegando, sempre sotto lo stretto controllo dell’amministrazione comunale, queste attività ai privati, ottenendo anche una riduzione delle bollette e un miglioramento del servizio.
Portualità e porti turistici. Quali realizzare e quali no?
Noi pensiamo che i progetti che sono stati esaminati negli ultimi tempi e che riguardano Poggio Batteria rientrano nel libro dei sogni, poiché senza le infrastrutture (SS 398 e aree retro portuali) la proposta ci sembra abbastanza fantasiosa.
Al contrario siamo per spingere su “Terre Rosse” liberando e bonificando le aree ex Irfid. Si può sviluppare anche in direzione dell’ENEL dragando il canale e aumentando così i posti barca.
Per quanto riguarda il Marina di Salivoli ci sono idee progettuali che prevedono un aumento cospicuo dei posti barca senza il raddoppio che ci sembra impraticabile, compatibili sia dal punto di vista economico che di ambiente e territorio, senza danneggiare la balneazione nella spiaggia di Salivoli che deve rimanere a servizio dei cittadini di Piombino.
Sanità: come pensate di intervenire per fermare il lento smantellamento dell’ospedale di Villa Marina?
Il problema riguarda la programmazione regionale. Questa prevede, attraverso una serie di parametri che vogliono rendere più efficiente il sistema sanitario, una organizzazione che mira a migliorare i servizi al cittadino. Piombino ha subìto dei traumi dal punto di vista organizzativo, con conseguenze negative dal punto di vista operativo, con servizi poco efficienti come in radiologia e nei servizi di diagnostica in generale. Un cittadino non può aspettare un anno per avere un intervento diagnostico. Si spingono le persone ad andare verso le strutture private, mettendo in grande difficoltà quelli che non possono permetterselo. Questa è una grande ingiustizia che il pubblico non deve portare avanti. Chiediamo che Piombino torni un ospedale di secondo livello, dove ci sono i primari e tutto quanto connesso per i reparti. Sopratutto perché la situazione di inquinamento di Piombino produce patologie importanti che necessitano continui controlli e monitoraggi e quindi assistenza di qualità del servizio.
Per quanto riguarda il nuovo ospedale “baricentrico” a Riotorto, quello non si realizzerà mai, perché è stata una scelta di ordine politico, ma non praticabile, perché non è una razionalizzazione dei servizi. L’individuazione di un bacino di utenza con Massa M.ma e Follonica non è praticabile, quindi abbiamo l’assoluta esigenza di intervenire sulla struttura esistente e rinforzando i servizi e assicurando una giusta qualità agli utenti del territorio.
Avete parlato anche di animali nel vostro programma. Quali soluzioni attuereste?
L’amico dell’uomo è presente in quasi tutte le famiglie, e quindi un educazione ambientale e sanitaria deve essere di supporto alla conoscenza di chi gestisce questi animali. Quindi ci deve essere una informazione corretta e costante da parte della pubblica amministrazione, alla quale va aggiunto un supporto con servizi necessari a tutti gli animali. Una parte di questi sono custoditi in strutture che non sono assolutamente adeguate. Questo è un indice della inciviltà del paese. Strutture fatiscenti che accolgono cani e gatti che invece avrebbero bisogno di strutture adeguate e pulite, assistite oltre che da volontari anche da medici veterinari che possono intervenire per curare e monitorare gli animali abbandonati nelle strutture pubbliche. Proponiamo il servizio veterinario comunale, colonie feline attrezzate, proponiamo una struttura migliore dell’attuale canile municipale con risorse specifiche che secondo noi si possono trovare.
Giuseppe Trinchini