M5S PIOMBINO: “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI ?”

Piombino (LI) – Il Movimento 5 Stelle ripercorre le tappe di una vicenda recente legata alla propaganda nelle sedi di partito durante i periodi di campagna elettorale. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la loro ricostruzione.
Ricostruzione dei fatti
Sabato 3 Maggio 2014, il candidato Sindaco del MoVimento 5 Stelle Daniele Pasquinelli nota una bacheca di una lista civica. Fermando alcuni Agenti della Polizia Municipale che transitavano dal suddetto corso, chiede se tale bacheca fosse in regola con la normativa sulla propaganda elettorale. Gli agenti prendono la segnalazione e riferiscono al comando e all’Ufficio di Propaganda Elettorale del Comune di Piombino.
L’ufficio stesso, nella persona del Dott. Paradisi, controlla la normativa in vigore e, ligio al dovere, va oltre, citando in una e-mail inviata a tutti i partiti e movimenti politici le normative in essere per la propaganda in bacheche e sedi di partito.

Gogna mediatica
Da questo fatto parte la gogna mediatica, lanciata contro il MoVimento 5 Stelle Piombino da Rifondazione
Comunista che scrive (citiamo):
Cari/e compagni/e
abbiamo appreso oggi dall’Ufficio elettorale che, su segnalazione di una forza politica ( che abbiamo scoperto essere il Movimento 5 stelle), in applicazione di una vecchissima legge, dovremmo togliere dalla nostra sede le nostre bandiere e i nostri simboli esposti nelle vetrine. La nostra sede, come quelle degli altri partiti, è sempre stata così e non ha mai danneggiato la democrazia, anzi, al contrario, è mezzo di maggiore informazione e quindi, ancora una volta, di maggiore democrazia. E’ quanto meno singolare che una forza politica che si propone come difensore dei diritti e delle libertà, abbia paura dei simboli e dei luoghi di discussione degli altri. Questo la dice lunga sulla filosofia di certi Movimenti che, invece di lottare per l’espansione dei diritti e della libertà, riesumano leggi che queste libertà limitano. Da qui a mettere i libri all’indice o fare roghi della cultura il passo è breve. Noi, ritenendo che la libertà passi attraverso la conoscenza, manterremo i nostri simboli dove sono e invitiamo tutti gli altri a fare lo stesso.

Considerazioni
Premesso che l’applicazione della legge dovrebbe essere un segnale distintivo di qualsiasi forza politica, consideriamo di dubbia etica morale il lancio di campagne contro il rispetto delle regole e il conseguente invito ad altre forze politiche a seguire il proprio comportamento. Non comprendiamo inoltre come si possa addebitare al MoVimento 5 Stelle Piombino un’azione di tale portata, essendo essa nata, lo ripetiamo, dalla diligenza dell’Ufficio di Propaganda Elettorale, il quale non ha fatto altro che applicare la legge. Il Tirreno, in un trafiletto, questa mattina addirittura riporta: “una legge vecchissima, sconosciuta ai più, ma non ai Grillini che hanno segnalato le bandiere di Rifondazione in via Polo all’Ufficio Elettorale”. Ora la domanda nasce spontanea: ma questa notizia da dove l’hanno tirata fuori?
E’ Rifondazione che ha informato il Tirreno?

Movimento 5 Stelle Piombino

Scritto da il 7.5.2014. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

3 Commenti per “M5S PIOMBINO: “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI ?””

  1. Paolo L.

    Ha ragione il candidato Del M5S
    Per Legge , durante la campagna elettorale nelle bacheche dei partiti non di possono mettere i manifesti di propaganda , la propaganda si può fare, solo , negli appositi spazi elettorali , questo chi fa politica lo sa , è sempre stato così.

  2. Amerini Giampiero

    E’ vero che la legge una vecchia legge, stabilisce che nel periodo della campagna elettorale la propaganda può essere fatta solo negli appositi spazi. La legge però permette di la presenza di insegne, anche luminose, targhe ecc. presso le sedi dei partiti. Le bandiere se fisse e facenti parte dell’arredo della sede del partito in alternativa alle insegne, sono consentite. Non sono consentite all’esterno di sedi provvisorie istituite appositamente per la campagna elettorale. Nelle bacheche non è consentito esporre propaganda. Nel caso si tratti di bacheca fissa equiparata a sede di un partito, cioè se un partito non ha sede e tutto il materiale informativo e di propaganda compreso il simbolo è sempre stato esposto in quella bacheca, è sempre stato consentito (non so se per legge o per tacito consenso) l’uso anche a fin propagandistici. Altrimenti dove esporrebbe per esempio avvisi o inviti con il simbolo? Una legge, quindi, sempre tacitamente “non rispettata” da tutti. Lo scopo della legge era di non mettere in difficoltà i partiti minori che, non avendo le stesse possibilità economiche di quelli maggiori, non potevano aprire numerose sedi provvisorie. In questo caso ha provocato l’effetto contrario, Ma, indipendentemente, da tutto non è con la richiesta di applicazione di una legge dimenticata che si conquistano consensi. Spesso azioni di questo tipo si ripercuotono in negativo nei confronti di coloro che le provocano.

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