«L’ALTERNATIVA» SUL FUTURO DELLA SANITÀ IN VAL DI CORNIA
Piombino (LI) – La lista civica L’Alternativa, che concorre alle prossime elezioni con il candidato Fabrizio Pierini, ha fatto il punto della situazione sulla sanità in Val di Cornia aiutata dal dottor Marco Sicolo, urologo a Villa Marina e candidato nella lista civica suddetta. Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
«Non è facile parlare di sanità oggi ‒ inizia il dottor Sicolo ‒, nel contesto di una profonda crisi che ha ridimensionato le risorse a disposizione. La logica del risparmio, deve necessariamente passare attraverso un processo di razionalizzazione, di ottimizzazione, che però non deve significare quale ultimo risultato un taglio dei servizi. Anche la Val di Cornia con il suo Presidio Ospedaliero non è stata esente da questo fenomeno. I lunghi tempi di attesa per indagini diagnostiche, visite specialistiche o i tempi dilazionati di risposta in Pronto Soccorso, sono spesso espressione di una sofferenza di organico non giustificata e ancora troppo spesso i disservizi sono limitati grazie al solo spirito di dovere e di sacrificio degli operatori.
Non si può pensare che se un dipendente chiede di usufruire delle legittime ferie, si infortuna o va in malattia, il risultato finale sia di ridurre o chiudere sale operatorie ed ambulatori, contribuendo così ad allungare i tempi di attesa, ad incentivare il rivolgersi a strutture private o favorire l’ insorgere di quel senso di inefficienza e di inefficacia che si traduce con il fenomeno delle fughe, cioè del decidere di rivolgersi per risolvere problemi, anche di bassa complessità, a strutture all’ interno della regione, nel migliore dei casi, o peggio al di fuori della medesima, con una grave ricaduta economica, che contribuisce poi a ridurre le risorse a disposizione.
La realtà geografica del nostro territorio ‒ argomenta il dottore ‒, che ci pone lontani da quelle che sono aree di alta intensità di risposta sanitaria, non può non essere tenuta in considerazione, il diritto alle buone cure ed ad una facile accessibilità ai servizi deve essere garantita a tutti. È giunto il momento di affrontare in maniera veramente organica il problema riorganizzativo del sistema sanitario e la vera messa in rete sia delle strutture ospedaliere di vario livello I, II e III, che del personale che vi afferisce. Se si appartiene ad un servizio sanitario pubblico si ha il compito di ottimizzare, non creare strutture doppie a breve distanza tra loro che non hanno motivo di essere.
Bisogna essere sensibili a quella categoria di popolazione più fragile, gli anziani, i disabili, con un potenziamento delle attività territoriali, una maggiore integrazione territorio-ospedale, territorio-ospedale-medicina di base. Va potenziato l’ Ospedale di Comunità, si devono creare percorsi di accesso o di dimissione dalla struttura ospedaliera più razionali e confacenti ai bisogni reali degli utenti e dei familiari, in modo da non creare quel senso di abbandono troppo spesso tangibile; il Sistema Sanitario può entrare in maniera più capillare, specialistico nelle case ove se ne renda la necessità.
Nel contesto di una riorganizzazione che consenta una ottimizzazione delle attività sanitarie ‒ continua l’urologo ‒ bisogna anche avere il coraggio di prendere in considerazione se l’ apparato burocratico amministrativo che si è creato in questi decenni, a latere di quello che è lo scopo della sanità, curare, non sia sovrastimato e sottragga risorse. Troppo spesso si ipotizza, perché per ora solo di ipotesi si tratta, di un nuovo polo ospedaliero, che possa risolvere tutte le problematiche e dia nuovo slancio alla sanità.
Ben venga, ma in attesa di capire se fattibile, difendiamo il nostro territorio, le nostre strutture, non rendiamole scatole vuote, c’è professionalità, vi sono buone realtà e potenzialità da sviluppare, i numeri ce lo dicono, non consentiamo che si distrugga. Non si può pensare di risolvere i problemi centralizzando servizi su un ospedale provinciale che, non ce lo nascondiamo, troppo spesso ha già poco attrattiva per i residenti stessi, figuriamoci per chi deve percorrere chilometri, che a quel punto può avere alternative e scelte diverse a poche decine di chilometri più avanti (Polo di Cisanello). È impossibile pensare in poco tempo o righe di poter mettere a fuoco tutte le problematiche legate alla sanità, le idee ci sono e sono chiare, così come chiare sono le molteplice proposte da fare, bisogna essere concreti, è giunto il momento che la politica locale si riappropri di quelle funzioni di garante sociale, con una maggiore presenza attiva e critica ai tavoli decisionali, rimettendo il cittadino al centro del progetto salute ‒ conclude Sicolo ‒, siamo pronti e lo vogliamo fare».
Marco Sicolo per L’Alternativa di Piombino
L’impressione è che il dr. Sicolo abbia le idee chiare e le esponga anche bene, peccato la lista di appartenenza dal momento che difficilmente riuscirà ad entrare in consiglio comunale mentre un esperto come lui avrebbe fatto comodo.
Può darsi che il Dott.Sicolo non entri in Consiglio Comunale, sarebbe veramente un peccato. Però devo fargli un appunto: nella sua relazione, sempre che sia stata pubblicata integralmente,ha omesso uno dei punti fermi che secondo me hanno dato avvio al declino del nostro Ospedale. Parlo del trasferimento dell’unità operativa di anatomia patologica a Livorno. Non è pensabile che un presidio ospedaliero con l’unità di chirurgia possa operare senza che ci sia un riscontro istologico intraoperatorio per i casi che si presentano dubbi.
In particolare parlo di interventi al seno per i quali, purtroppo, in passato, si sono verificati casi nei quali le pazienti sono state dimesse salvo poi richiamarle dopo il risultato istologico e procedere ad un nuovo intervento.
Questo è criticabile sia sotto il profilo umano che sotto quello pratico. Infatti è stata allertata per due volte una sala operatoria, per due volte è stata pagata l’equipe medica, per due volte si è dovuto procedere al ricovero logicamente complessivamente più lungo. Un chirurgo si dovrebbe rifiutare di operare a queste condizioni; ne va del suo nome, del giudizio sul presidio ospedaliero ma soprattutto del rispetto che si merita una donna di fronte ad un dramma del genere. Qualcosa si poteva fare e stava a chi oltre ad essere il Capo dell’Amministrazione comunale, era di fatto anche il Responsabile della nostra salute. Ma nei due incontri che si sono tenuti in Consiglio Comunale prima con il Direttore Scura e poi con il successore Dott.Mariotti se il nostro Sindaco invece di accettare ed appoggiare le linee programmatiche così untuosamente prospettate da questi due signori, avesse fatto valere i nostri diritti, dei quali , nella sua veste di Sindaco, è il solo responsabile.
Termino facendo presente anche un’altra piccola cosa: con l’eliminazione di alcuni servizi ed il ridimensionamento di altri, di fatto si sono persi posti di lavoro, buona parte dei quali ricoperti da donne. Questo cosa ha comportato? Di sicuro una maggiore difficoltà economica a carico delle famiglie e di conseguenza una diminuita ricaduta economica sul tessuto commercia
le locale. Sembra che il diritto alla salute sia un problema che sta a cuore solo alla Destra, agli altri va bene così, mah!
E’ evidente che un esperto, quando si parla di salute dei cittadini, è sicuramente in grado, più di altri, di dare un contributo a risolvere i problemi. Va detto, però, che nel caso di Piombino e della Val di Cornia, o meglio della zona sud della Provincia di Livorno e di quella nord della provincia di Grosseto, non importa essere un medico per capire che per risolvere il problema è indispensabile un nuovo ospedale. In passato ci sono stati medici, anche fra le minoranze, capaci e informati, e hanno concordato che l’unica soluzione è quella del nuovo ospedale di II° livello da costruire nella zona di Riotorto. I vari direttori che si sono succeduti all’Asl 6 e lo stesso assessore regionale (ora presidente) hanno promesso che sarebbe stato fatto. Livorno, dopo avere speso cento milioni di euro per rimodernare il suo ospedale, ha chiesto, e sembra ottenuto, di avere per se anche un nuovo ospedale (quello previsto a Piombino). Il suo peso elettorale è sicuramente maggiore è, anche se non necessario, l’ospedale nuovo lo avrà lui. l problema è, quindi, prettamente politico. Indipendentemente dalla elezione, o meno, di un medico in consiglio comunale, conta il peso politico e non la capacità tecnica. E come peso politico una minoranza che si presenta con sette candidati a sindaco, mi si passi la battuta, fa ridere i polli.
Perfettamente ragione sig. Amerini! Basta che questa minoranza faccia tutto il contrario di quella che c’è stata fino ad ora, che non aspiri alla stanza dei bottoni ma che neanche si accontenti di pigiare qualche bottone all’occorrenza!!!!! Comunque per avere le idee più chiare le consiglio di chiedere spiegazioni al suo, mi sembra, amico On. Matteoli. saluti