PIOMBINO: UNA DIGA NELLA SPIAGGIA «SOTTO I FRATI»
Un intervento di manutenzione alla costa piombinese sta scatenando molte critiche, soprattutto da parte di Legambiente; il tratto di falesia interessato è quello situato nella spiaggia tra le mura Leonardesche e la chiesa dei frati.
«Un altro scempio sulla costa, un’opera colossale per quale fine? Quello che sembrava – commenta Legambiente – essere un lodevole intervento di ripristino dell’accessibilità al godimento di un angolo suggestivo della costa urbana con una spiaggetta incastonata alla scogliera, sotto le mura Leonardesche e la chiesa dei frati, si è trasformato nell’ ennesimo scempio con la cancellazione della spiaggia. Un imponente terrapieno alto quattro metri dal mare ha preso il suo posto.
Tutto quel tratto è percorso da questa specie di gradone che dall’alto sembra una strada che serpeggia lungo la costa. La scusa è stata quella del contenimento della frana delle scalette con cui si scendeva al mare e poi si è pensato bene di allargarsi… e allargandosi ci si è allargati parecchio, come se su quella costa ci dovesse passare l’autostrada. Per le informazioni che abbiamo, consolidare la falesia implica soprattutto usare palificazioni e non terrapieni. Occorreva scegliere un progetto con minimo impatto sul paesaggio e sulla morfologia della costa. Occorreva valorizzare quella spiaggetta, anziché distruggerla.
Particolarmente indicative, della mentalità con cui si è proceduto, sono le dichiarazioni che arrivano dal Comune e assicurano la fruibilità dell’area: “È vero, questi interventi hanno ridotto notevolmente la spiaggia, ma per garantire la balneazione è prevista, al piede della scarpata, una base piana, a 4 metri sul livello del mare, con degli accessi verso l’acqua”. […] Un terrapieno così grande fa pensare ad un posto dove metterci un altro locale in concessione, chissà se il progetto è piaciuto anche per questa possibilità che si apre o se è proprio questo lo scopo che si è perseguito, più che il consolidamento della falesia».
Una socia di Legambiente arriva perfino a scrivere un «Requiem per una spiaggia», da lei giudicata piccola isola felice al riparo dalla calca, dalla musica e dal caos estivo: «Era un dono della natura in un mare incontaminato pieno di pesci ‒ scrive la donna ‒. Ci dava un godimento gratuito, non era un luogo sfruttabile commercialmente e probabilmente per questo la spiaggia è stata condannata a morte. Ci racconteranno che i lavori che l’hanno distrutta sono stati fatti per questioni di sicurezza: non credeteci. Questi lavori potevano essere fatti in tanti altri modi, è stato scelto il peggiore ed il risultato è che la spiaggia e tutto l’ambiente che la circondava non c’è più. In compenso, però, magari ci si potrà piazzare qualche localino». […]
Per la poca conoscenza che ho delle cose di mare, presumo che, nel giro di due anni , a causa dell’erosione costiera e delle mareggiate, di tutta l’opera rimarrà solo una scogliera, a meno che non si provveda al ripascimento e consolidamento continuo con altro materiale lapideo.
Quel tratto di costa, infatti, è soggetto a violenti mareggiate che aumenteno la loro forza devastante grazie all’effetto Venturi dovuto all’energia accumulata e scaricata sulla costa a causa del Canale di Piombino. Chi vivrà, vedrà!!!!