EDITORIALE: LA SCONFITTA DI ROSSI SULLA CONCORDIA
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: LA SCONFITTA DI ROSSI SULLA CONCORDIA
Corriere Etrusco “numero 60” del 13 giugno 2014.
Sfido un qualunque cittadino a capire cosa stia succedendo intorno alla sede di demolizione finale del relitto della Costa Concordia. L’unica certezza, che poi si è rivelata anch’essa vana, è che la risposta ci sarebbe stata entro il 16 di giugno, ma è notizia recente che è stata richiesta una proroga al 26 giugno. I dieci giorni consentiranno alle amministrazioni di avere più tempo a disposizione per analizzare nei dettagli il progetto presentato da Saipem e San Giorgio del Porto per Genova e per avere maggiori chiarimenti sui rischi ambientali e sulle misure di mitigazione studiate per ridurli al minimo. Sul tavolo dei membri della conferenza c’è una sola proposta, quella di Genova, scelta dagli armatori della Carnival, proprietari della Costa Crociere. L’offerta è stata scelta per una serie di motivi e dunque è stata preferita a quella del porto turco. Confermato comunque il rigalleggiamento della nave per la fine del mese di luglio.
Il porto di Piombino, spiega Costa nelle considerazioni che accompagnano il Progetto di trasferimento e smaltimento a Genova «non è dotato di un cantiere di demolizione […] né di un canale a -20 metri e né di una diga di circa un km di lunghezza». La prima fase dei lavori non sarà completata prima della fine di settembre 2014 e pertanto – secondo Costa – è da escludere che il relitto possa essere portato a Piombino.
Senza contare poi che a Genova dispongono di bacini di carenaggio sigillati, in uno dei quali avverrà la vera demolizione, in modo tale che tutti i liquami che fuoriusciranno durante il taglio dello scafo potranno essere recuperati, mentre Piombino non dispone di alcuna vasca e dunque sarebbe soggetta agli inevitabili sversamenti in mare che tanto preoccupano Rossi per la tutela del Santuario dei Cetacei.
Per “salvare l’onore” della Regione Toscana circola anche la voce di una “staffetta del relitto” con un primo stop a Piombino, se il dragaggio sarà completato, e dopo un po’ di tempo il proseguimento verso Genova. Certo è che questa vicenda, se non fosse per le implicazioni sociali ed economiche coinvolte (compresa la crisi economica che investirà Piombino a breve), sta diventando sempre più imbarazzante e va ad affrontare argomentazioni che dovrebbero avere altra importanza, come la carta della “tutela dell’ambiente”, per poter gestire questo lavoro a Piombino.
I nostri politici sono diventati da un giorno ad un altro tutti difensori dei cetacei, perché è “troppo rischioso” trasportare un relitto già svuotato di una nave adibita al trasporto passeggeri fino a Genova. Chissà se la nuova vena ambientalista del governatore Rossi, riscopertosi protettore dei delfini e delle balene, sarà intransigente allo stesso modo con i 50 fusti contenenti sostanze tossiche e pericolose caduti in mare nel dicembre 2012, tuttora dispersi sui fondali al largo dell’Isola di Gorgona e che, a meno che non emergano nuovi elementi, lì resteranno; oppure, come ha recentemente denunciato anche il commissario Gabrielli, ci sarà altrettanta risolutezza da parte della Regione Toscana per gli sversamenti petroliferi e il lavaggio illegale delle cisterne a mare da parte delle petroliere, proprio davanti al mare di Pianosa, protetto dal Parco Nazionale dell’Arcipelago, ed alle coste e spiagge del Comune di Campo nell’Elba, o gli analoghi avvistamenti, con tanto di chiazze oleose, anche davanti al golfo di Baratti, oppure come non citare il motoscafone giallo che a 30 nodi all’ora attraversa il canale di Piombino dove vengono avvistate in continuazione balene e delfini.
Giuseppe Trinchini
Ben detto!
Grande Trinchini!!! Il commento del presidente della Port Autority di Genova le da ragione…
PIOMBINO IL PRESIDENTE DELLA PORT AUTHORITY DI GENOVA INVITA ENRICO ROSSI AD ABBASSARE I TONI
Merlo: «Troppo clamore su una questione tecnica»
— PIOMBINO —
PER GENOVA interviene anche il presidente dell’Autorità portuale del capoluogo ligure Luigi Merlo che invita il governatore Enrico Rossi ad abbassare i toni. «Il progetto di Piombino per lo smaltimento della Concordia è stato ritenuto da Costa e committenti assolutamente inadeguato dal punto di vista tecnico, Genova si è già attrezzata e si è organizzata, tutti dovrebbero solo ringraziare il fatto che se alla fine probabilmente la Costa Concordia sarà demolita in Italia, sarà grazie a Genova». Ha sottolinearlo è il presidente dell’Autorità portuale di Genova Luigi Merlo.
«Un po’ di relazioni istituzionali più tranquille, di affermazioni meno roboanti, aiuterebbero tutti in questa fase – dice Merlo commentando le reazioni del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha detto una cosa vera: c’è un rilascio di sostanze oleose nel tratto di mare dal Giglio a Genova dovuto alle navi che transitano, ci sono già fenomeni di inquinamento maggiori di quelli rilasciati eventualmente dalla Costa Concordia».
«NOI SIAMO stati rispettosi dei tempi e delle modalità di Piombino, della Regione Toscana, di una comunità ferita dall’incidente al Giglio – continua il presidente – Non è stata una competizione tra porti ma una competizione tra progetti presentati da privati, che lavorano nei porti, ad oggi l’unico porto in grado di ospitare la Concordia è solo Genova».
«Ad oggi a Piombino non sono ultimati i lavori per poter ospitare la nave, qualora la struttura fosse pronta Piombino dovrebbe ancora dimostrare di avere i cantieri, le professionalità, le infrastrutture, i servizi, il know-how in grado di poter fare l’intervento”, aggiunge Merlo.
Intanto per lunedì è convocata nuovamente la Conferenza dei Servizi istruttoria e il 26 giugno la Conferenza deliberante, che deciderà definitivamente dove demolire la Costa Concordia.
Rossi della Concordia e di Piombino se ne frega proprio, egli è alle prese con una battaglia politica ben più interessante e decisiva per il suo futuro.
Sa che il prossimo anno ci saranno le regionali, sa che Renzi lo vuole sostituire con un suo fedelissimo ( BOSCHI ? ), sa che una possibilità di rimanere è quella di vincere un battaglia politica facendo finta di essere preoccupato del territorio della Val di Cornia. Non è così è solo un politicante che ha fatto errori colossali tipo le società della salute costate moltissimo e di nessun rendimento. In più c’è l’affare Massa con 400 milioni di euro di debito accumulate dall’ASL senza che lui ne sapesse nulla. Poverino gli rubano in casa per anni e non si accorge della roba che gli portano via. L’Ospedale di Pontedera ( lui ex sindaco ), paese attaccato a Pisa gode di investimenti e potenziamenti, noi a 80 km da Livorno soffriamo anche per fare un’ecografia. Vergogna, vergogna,vergogna.
A casa e subito.