SUVERETO: FA DISCUTERE IL MERCATO A “KM. ZERO”
Fa discutere il mercatino di prodotti agricoli a “chilometri zero” promosso dal Comune di Suvereto, nato su iniziativa del vicensindaco e assessore all’agricoltura e al commercio Jessica Pasquini, e partendo dalle idee della lista “Assemblea Popolare”. Sono già due i detrattori dell’iniziativa che ci hanno scritto per evidenziare la non completa positività dell’evento. Sono Piero Bussotti e il gruppo consiliare “Suvereto Protagonista”. Pubblichiamo integralmente gli interventi, mentre a fine articolo potete leggere il comunicato stampa del Comune di Suvereto che ha recentemente presentato il progetto.
«Non è vero che biologico è sinonimo di ambiente sano e di produzioni di qualità.
Troppe volte tecniche agronomiche figlie di disciplinari assurdi studiati su tavolini lontano dal mondo agricolo reale portano a scarse e poco sane produzioni. Purtroppo o per fortuna sulla nostra terra si è abbondantemente superata la quota di 7 miliardi di teste ed è triste dirlo ma senza le moderne tecniche di coltivazione, senza i semi ibridi, gli insetticidi e gli antiparassitari non ci sarebbe da mangiare per tutti. Questo è un dato di fatto.
Per fortuna questo essere diabolico che è l’uomo ha sviluppato e sta sviluppando una coscienza “naturalista” che per esigenze di salute lo sta riportando a vivere più semplicemente. Il primo inquinamento fatto dall’uomo si è verificato quando da nomade esso è divenuto stanziale e con il bastone da scavo ha in qualche modo alterato l’ecosistema per cominciare a coltivare.
Da lì in qualche migliaio di anni gli eventi si sono susseguiti , si sono bruciati i boschi per creare terreno fertile per i pascoli, si sono selezionate e incrociate le sementi per ottenere produzioni maggiori si sono innestate le piante per ottenere frutti più grandi si è scoperta la potatura, si sono inventati gli aratri, poi le macchine, poi si sono incominciate a studiare le malattie funginee si è cominciato a combattere le infestanti con i mezzi chimici… e siamo arrivati oggi.
Fino a 20 anni fa si trattavano le coltivazioni a “calendario” spargendo antiparassitari senza curarsi del reale bisogno della pianta, ma oggi è cambiato tutto. La lotta guidata contro i parassiti delle colture è quella che in termini di qualità/salubrità del prodotto da i risultati migliori. Si va in campo con trappole per insetti, per monitorarne le presenza, si portano i campioni vegetali in laboratorio per verificare la presenza di funghi o tossine;in seconda battuta si decide se e come intervenire.
Figlia di una corretta economia aziendale nessuna scelta di impiego di prodotto viene fatta se non strettissimamente necessaria. Personalmente da agricoltore/consumatore diffido sempre di chi si ripara dietro un marchio, troppe volte usato solo per attingere sovvenzioni dallo stato.
Ai consumatori raccomando: non fermatevi alle apparenze, visitate le aziende, fidatevi solo di chi vi porta nei suoi campi, nelle sue cantine, nei propri orti…verificate la salute dei suoi animali, toccatela con mano! Il mondo migliore nasce dalla collaborazione chi non ha paura di mostrarsi non ha niente da nascondere».
Piero Bussotti (agriturismo Vignacci)
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Lettera aperta al Sindaco del Comune di Suvereto
«iniziativa è interessante e meritevole di attenzione anche se dobbiamo rilevare che in essa non troviamo nessun segnale verso una concezione della produzione rivolta alla salvaguardia della salute, del lavoro agricolo, del territorio e della qualità delle produzioni agroalimentari.
obiettivo quindi a nostro parere dovrebbe essere quello di una strada chiara da indicare che non chiude le porte a nessuno, ma che privilegia una strategia che ha come filo conduttore la produzione di salute.assegnazione degli spazi dove vengano privilegiate, senza l’esclusività, le aziende che producono, in forma certificata, sia biologico che biodinamico.farmaci e aiutando la loro visibilità e la altissima qualità delle loro produzioni.
Questo sicuramente sarebbe un grande stimolo per coloro che ancora non si sono avvicinati a questo tipo di produzioni, puntando sul fatto che questa è la via da intraprendere perché è ciò che sempre di più la domanda del mercato alimentare sta evidenziando.
Ricordiamo anche che il Comune di Suvereto, come moltissimi altri nella zona, nella nostra Regione e nell’Italia intera, da oltre trent’anni sta incentivando le produzioni agroalimentari con metodo biologico e biodinamico: dimenticarlo oggi sarebbe un pericoloso ritorno al passato che non produrrebbe niente di positivo in termini evolutivi».
Suvereto protagonista
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Ecco come il Comune presenta il progetto.
«Il programma elettorale di Assemblea Popolare prevedeva una specifica attenzione per le aziende agricole, incoraggiando le produzioni di qualità e promuovendo nuovi spazi di commercializzazione. A distanza di un mese dall’insediamento la nuova Giunta, su iniziativa del vicensindaco e assessore all’agricoltura e al commercio Jessica Pasquini, ha deliberato l’istituzione di un mercato agricolo che si svolgerà in via sperimentale per due sabati, il 26 luglio e il 9 agosto dalle 7,30 alle 12,30, nel capoluogo in Via Leporatti, il cosiddetto Pian della Fonte ai piedi delle mura del centro storico. Con la stessa delibera sono stati approvati il regolamento del mercato “Suvereto kmzero” e l’avviso per la partecipazione degli agricoltori, che potranno scaricare la domanda di partecipazione anche da internet sul sito del Comune . La domanda di partecipazione dovrà arrivare in Comune entro il 23 luglio.
Il mercato è riservato prioritariamente ai produttori agricoli che operano nel comune di Suvereto, ma possono partecipare anche quelli dei comuni limitrofi le cui aziende siano ubicate in aree svantaggiate ai sensi delle direttive comunitarie. Il Comune mette a disposizione 20 posteggi per ogni mercato, esonerando gli agricoltori dal pagamento del suolo pubblico. Possono partecipare gli imprenditori agricoli singoli o associati, iscritti negli elenchi dei coltivatori diretti e/o degli IAP, associazioni, consorzi e cooperative operanti nel settore.
Il progetto ruota attorno ad alcuni obiettivi principali: evidenziare la filiera corta, sostenere i produttori locali e favorire il consumo consapevole di prodotti freschi e di qualità al giusto prezzo. Si intende inoltre sviluppare una sinergia con la rete commerciale fissa favorendo la vendita dei prodotti agricoli “kmzero” stabilmente anche nelle botteghe del centro storico. Mentre promuove l’agricoltura, il mercato contadino rappresenterà anche un momento di animazione turistica di Suvereto nel mezzo dell’estate.
“Oltre ad incoraggiare le produzioni agricole locali – afferma il vicesindaco Jessica Pasquini – la nostra l’iniziativa si propone di aiutare il consumatore, residente o turista, a trovare cibo sano, fresco e locale, un’occasione dove il piccolo produttore può far conoscere il proprio lavoro, le tradizioni rurali e il paesaggio della nostra terra. Se funzionerà, come noi auspichiamo, ci impegneremo ad aprire un tavolo di concertazione tra produttori e commercianti per dare corpo al progetto filiera corta.” Per questo il regolamento approvato prevede il monitoraggio del gradimento del nuovo mercatino da parte di produttori e cittadini».
Personalmente concordo nel privilegiare i prodotti biologici pur facendo partecipare tutte le aziende del territorio. Bisogna però ricordare che l’iniziativa tende a promuovere la “filiera corta” coinvolgendo tutti i produttori della zona. Nel condividere quindi parte di questa lettera non posso fare a meno di far notare che mentre si predica il biologico la produzione locale ecc. ecc., di fatto, poi, si agisce in modo opposto: questa sera e domani alla festa del partito democratico organizzata da “Suvereto Protagonista” e dal Pd locale, è stata altamente pubblicizzata (giornali, web,locandine) la “CENA CON IL FUNGO PORCINO che francamente non ha NIENTE a che fare con PRODUZIONE BIOLOGICA, LOCALE e FILIERA CORTA . Sempre secondo me un pochino di coerenza non farebbe male.
Dispiace per i turisti che magari credono di mangiare prodotti nostri, ma cenare a funghi porcini è redditizio e, quando conviene, non c’è biologico, biodinamico o filiera corta che tenga.
spett. lettori
Voglio Rettificare immediatamente quanto letto e travisato da questa redazione.
La mia modesta analisi è volta a evidenziare quanto non sia necessario dare nessuna priorità ai produttori biologici in questo caso. Appartenendo ad un contesto molto ristretto ( val di cornia) la mia è una esortazione ai consumatori ad entrare nelle aziende e verificare con i propri occhi cosa viene fatto e come senza fermarsi all’apparenza del marchio.
Leggetelo meglio per cortesia
Gentile signor Bussotti, effettivamente potevano esserci due punti di lettura diversi del suo testo. Ho provveduto a “mitigare” il titolo…
Saluti,
Giuseppe Trinchini
Mi dispiace per l’incomprensione con la redazione.
In ultimo tengo a sottolineare che da agricoltore mi fa molto piacere avere una amministrazione che dimostra questa sensibilità verso il mondo agricolo tutto senza distinzioni fra biologico e convenzionale.
Sono fermamente convinto che queste iniziative che per la prima volta si vedono a Suvereto il quale era rimasto indietro su questo aspetto rispetto ai comuni limitrofi non possono che far bene all’immagine del paese e ai suoi produttori.
In qualità di ex Assessore alle AAPP del Comune di Suvereto tengo a precisare che la passata Amministrazione ha tentato più volte d’intraprendere una strada che portasse i nostri produttori ad avere una visibilità maggiore. Il sottoscritto, sollecitato da più parti in relazione anche alla trasformazione dei prodotti, si mise alla ricerca di un locale adatto allo scopo e possibilmente già corredato dei macchinari specifici. Esito negativo. Pensammo allora a riunire i produttori in altre forme ma ci venne detto che loro intenzione era quella di aprire un punto vendita presso la Fiera di Venturina e che quella rappresentava per loro la soluzione migliore. Vi presero parte un buon numero di produttori, alcuni ne uscirono, altri presero strade autonome e diverse. Anche l’Associazione Linceo di Venturina con soci in tutta la Val di Cornia prese contatti sia con l’Amministrazione sia con i produttori ma con scarsi risultati. Ovviamente, poichè io parto sempre dal presupposto che il torto o la ragione non stanno mai da una sola parte, ritengo che le responsabilità degli insuccessi (o successi) siano equamente ripartibili. Plaudo all’iniziativa della nuova Amministrazione di Suvereto e spero in una buona partecipazione ma spesso mi chiedo dove fossero i produttori quando tentavamo di dare loro qualche opportunità? Sono poi totalmente d’ accordo con il Sig. Bussotti per le ultime righe del suo intervento…….andare personalmente nelle aziende anche perchè, e lasciatemela dire tutta, non ho mai sopportato l’idea, anche se la legge lo consente, che gli agricoltori possano vendere prodotti di provenienza diversa che non sia quella del loro “campo”. Questo può avvenire nei punti vendita lungo strada, in un mercato, in una azienda. Il tutto diventa perciò un rapporto di fiducia tra produttore e consumatore ma andare all’origine del Kmzero ha una valenza in più.
Premesso che: l’amministrazione quando delibera ha già’ fatto le opportune valutazioni del caso. Preso atto delle osservazione contenute nella lettera aperta che il gruppo di minoranza ha pubblicato, invito il gruppo “Suvereto Protagonista” ad utilizzare gli strumenti che il regolamento Consiliare mette a disposizione degli eletti per affrontare le discussioni nelle sedi opportune, le uniche preposte per trasformare le buone intenzioni in azioni di Governo.
Giuliano Parodi
Sindaco di Suvereto.
caro assessore margotti (ex) è una questione di credibilità
Gentilmente, per capire, a quale credibilità si riferisce?
a quella degli amministratori precedenti da parte di aziende e cittadini, come anche il voto ha dimostrato
Rimango sorpreso e anche un po’ rattristato nel leggere che ancora oggi esista qualche contadino che si erge a paladino della chimica in agricoltura quando le stesse case farmaceutiche produttrici ,tentano di riciclarsi cercando “nuove frontiere” ,tanto per citare un esempio gli OGM , non curanti di tutti gli studi scientifici che ne attestano la pericolosità ambientali e non.(resistenza agli antibiotici,impossibilità di controllo della propagazione in campo aperto ecc..)
Preferisco comunque rispondere alle gratuite ed infondate accuse che il nostro agricoltore rivolge al Biologico punto per punto:
Il Signor Bussotti ignora che il problema “ del mangiar per tutti “ non è un problema di produzione (anche i paesi più “arretrati “avrebbero cibo a sufficienza) ma di distribuzione (politiche agro-economiche)
Riguardo alla salubrità dell’ambiente e umana , è provato scientificamente che i glifosati e glufosinati usati nei diserbanti e pesticidi sono la principale causa dei tumori alla prostata e al seno credo non sia difficile comprendere che esista una sostanziale differenza tra usare poche sostanze chimiche e non usarne per nulla , poi si può sempre dire che oltre una certa soglia non esistono problemi per la salute , magari alzando i parametri di riferimento precedentemente considerati (vedi atrazina nell’acqua, o colesterolo nel sangue)
Non è mia intenzione creare una classifica “dei più bravi” ma il nostro agricoltore dimostra anche di non conoscere nulla del biologico in quanto lo riduce ad un marchio mentre nella realtà si tratta di una serie di pratiche agricole supportate da ricerche scientifiche definite appunto metodo di Agricoltura Biologica che ha come obiettivo il mantenimento o ripristino dell’equilibrio del terreno.
A testimonianza che gli operatori del biologico hanno accesso ai laboratori lo invito a leggersi una ricerca dell’Università di Glasgow durata 4 anni che accertava la maggior presenza di nutrienti nel cibo da produzioni biologiche rispetto a quello convenzionale del 35%.
Concludo invitando anch’io i consumatori a visitare la nostra azienda (lo facciamo da tempo,organizziamo anche dei corsi ) ed invito il Sig Bussotti a documentarsi meglio prima di lanciarsi in affermazioni che rischiano di creare confusione su argomenti evidentemente ancora poco conosciuti.
Cordiali saluti
Un agricoltore biologico
Pietro Canova
A “Prodotto Fresco” che preferirei chiamare con nome e cognome rispondo brevemente: se la credibilità a cui lei fa riferimento si evince dai risultati passati o futuri, mi creda, lei è fuori strada. Il sottoscritto ha cercato in più riprese di produrre i risultati di cui ho accennato nella mia precedente comunicazione ma, se dalla parte opposta si pensa ad altre soluzioni (naufragate) o alla non proposizione di possibili soluzioni, la strada s’interrompe li. Comunque desidero farle notare che alcuni produttori, i più partecipativi, non hanno mai fatto mancare la loro presenza in occasione di eventi più o meno particolari. Se poi partecipare o meno è dettato solo dal proprio “credo politico” ognuno si assuma la propria responsabilità e non non taccia alcuno di poca credibilità. Posso dirle comunque di aver incontrato persone intelligenti, volenterose e disponibili……molto disponibili.