PIOMBINO: CENTRALE A CARBONE, A FAVORE E CONTRO

LA centrale di Tor del Sale a Piombino

La centrale ENEL di Tor del Sale a Piombino

Piombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo alcuni commenti a seguito della proposta della B&S Global Energy, la società che propone una centrale a carbone nel perimetro dell’ex Lucchini. L’impianto si baserebbe, a detta dell’azienda sulla più evoluta tecnologia che consente di contenere le emissioni in misura inferiore del 50 per cento rispetto alle norme europee, con un saldo positivo legato anche alla chiusura di altri impianti inquinanti in città (altoforno, cokeria e centrale Enel).

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WALTER GASPERINI: A VOLTE RITORNANO

Walter Gasperini, Ex sindaco di Suvereto commenta la proposta di realizzare una nuova centrale a carbone a Piombino.

«Davvero sconvolgente la proposta di costruire una centrale elettrica a carbone nelle aree non utilizzate dalla siderurgia piombinese. La memoria non può essere così labile, i cittadini dei comprensori della Val di Cornia, dell’Isola d’Elba e delle Colline metallifere, hanno già dato questa risposta alla fine degli anni ottanta. Tornarci ora oltre che miopia è anche mancanza di rispetto verso un territorio e la sua gente che hanno già dato molto in termini di salvaguardia ambientale e della salute dei lavoratori. Forse vogliono giocare sul bisogno di lavoro che esiste e per la grave crisi che ancora attanaglia tutti noi, per cercare di abbagliare con i tanti posti di lavoro ipotizzati. Qualcuno dice che dobbiamo scaricare le incrostazioni pregiudiziali, affermano che il nostro futuro sia basato su lavoro industriale, il turismo e i servizi, in ultimo si appella alla politica per dire che forse è meglio se chiediamo alla gente, invece di rischiare tante chiacchiere che sembra ciò che fa la politica.

Trovo questa impostazione un passo indietro e soprattutto incapace di portare il cuore e il bisogno oltre l’ostacolo, oltre cioè quella visione che nell’esistente vede le uniche possibilità di progredire. Dobbiamo rifiutare di fare confronti su singole questioni in assenza di un programma vero e concreto su cosa vogliamo dei nostri territori, basta pensare come se dovessimo sfogliare un carciofo, una foglia alla Concordia, l’altra all’aria a caldo della siderurgia, l’altra ancora all’energia elettrica, e poi la strada per il porto e così via dicendo. Questa è la vera miopia, dobbiamo rivendicare il diritto ad avere una programmazione oggettiva di quello che vogliamo essere da grandi, per l’oggi, il domani e il dopodomani, altrimenti rimaniamo sempre con frattaglie inconcludenti.

Quello però che deve essere chiaro, una decisione già presa e alla quale non si può tornare indietro è la massima salvaguardia ambientale, per la salute del lavoro e del territorio, non bastano le sirene dei posti di lavoro, rivendichiamo il diritto a sapere per che cosa dobbiamo lavorare e non sarà certo accettabile un qualunque insediamento che aumenti, anche di poco l’inquinamento esistente. Lo abbiamo detto chiaramente anche per la nostra industria siderurgica, ogni possibile cambiamento deve comportare una diminuzione delle fonti inquinanti, su questo non possiamo accettare modifiche negative.

La nostra centralità per il futuro è l’agricoltura con la massima qualità e salubrità delle produzioni, che vedano lasciare nelle aziende un valore aggiunto delle produzioni che è contenuto proprio nella qualità e nella filiera corta che ogni azienda deve saper affrontare, per produrre non solo alla massa industrializzata, ma anche alle catene delle eccellenze che già esistono e nelle quali già forte è la presenza delle nostre produzioni. Ricordiamo che in assenza dell’agricoltura non possiamo fare nemmeno il turismo, perché è l’attività agricola che modella e salvaguardia il territorio e lo rende appetibile per alte fruizioni.

Dobbiamo rivendicare il bisogno urgente di costruire un contenitore plurimo che sappia valorizzare tutto con armonia oggettiva e ammettendo che la monocoltura è perdente sempre. Le energie che abbiamo bisogno stanno dentro queste cose e il progetto complessivo è urgente e indispensabile, questo rivendichiamo dalla politica, se vuole ancora svolgere un ruolo che aiuta il domani dei nostri giovani».

Walter Gasperini (Ex sindaco di Suvereto)

 

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LEGAMBIENTE: BRUSCHI SUL CARBONE «INQUINANTE E TASSATO»

Piombino (LI) – Adriano Bruschi, presidente di Legambiente Piombino, si schiera contro la politica del «o si fa così o si muore» e incita alla rinascita della città basata su una nuova mentalità. Bruschi auspica che i politici organizzino dibattiti pubblici e studi su ciò che implicherebbero la centrale a carbone, il polo di smaltimento navale etc. Riceviamo e pubblichiamo integralmente.

«In questi mesi si è dibattuto sul futuro di Piombino ‒ inizia Adriano Bruschi ‒, spesso in maniera emozionale, con grandi semplificazioni, a causa anche della campagna elettorale. Si sono rincorsi progetti e investimenti irrealizzabili e anche fantasiosi, in un clima di sospetti e ipotesi di complotto. Adesso, anche se è passata la campagna elettorale, non vorremmo che la grave situazione occupazionale perpetuasse quel clima del “o si fa così o si muore”.

Purtroppo la grave situazione di Piombino non si risolverà nel breve periodo ‒ precisa Bruschi ‒ e chi lo profetizza compie un grave errore e ingenera aspettative che portano a cocenti delusioni. Purtroppo Piombino è morta anni fa, quando non si è voluto vedere la realtà di un tipo di siderurgia che non aveva prospettive, quando si pensava che tutto dovesse continuare così come era, e che la battaglia più importante fosse quella di resistere (l’altoforno non deve chiudere), solamente resistere e gettare enormi risorse, finanziare ma anche sprecare tempo e possibilità di elaborare strategie e soluzioni diverse. Adesso Piombino deve rinascere, ma per farlo deve cambiare; deve cambiare soprattutto nella mentalità, nel modo di affrontare le sfide che ha davanti, solo così si ricostruisce un’identità e un futuro. Deve avere anche la consapevolezza che quel modello è definitivamente morto.

La politica è chiamata a prendere delle decisioni vitali per questo territorio ed è necessario valutare ed analizzare con cognizione i pro e contro dei progetti e dei vari scenari che si possono aprire ‒ spiega Bruschi ‒, le compatibilità fra vari settori. Le decisioni politiche devono essere prese dopo che si è realizzato un dibattito pubblico non condizionato dall’emergenza, dal “prendere o lasciare”. Il dibattito deve necessariamente essere aperto a più soluzioni e assistito da studi di fattibilità e analisi che ancora non ci sono. Abbiamo perso tempo e ora il tempo non può essere la scusa per tagliare il dibattito. A settembre dovrebbe essere pronto uno studio di fattibilità del polo di rottamazione delle navi che sta redigendo l’Autorità Portuale; valuteremo questo studio, ma finalmente avremo dei dati di pro e contro su cui ragionare, mentre i politici avevano già deciso.

Sull’energia‒ prosegue Bruschi ‒, viene presentato questo progetto di centrale a carbone della Global energy, ma occorre ricordare che sul nostro territorio esistono anche altri progetti di eolico e di parco tecnologico basato sulla realizzazione di solare termodinamico e dal progetto Hysteel (sviluppato dall’Asiu e dal Cnr per estrarre idrogeno dalle scorie siderurgiche), integrato con le bonifiche. Altri progetti di energie alternative sono possibili e valutabili scenari produttivi, costi e consumi reali. Noi ambientalisti valutiamo che non solo il carbone è il combustibile più inquinante, che maggiormente produce CO2 e contribuisce all’effetto serra, ma è anche soggetto nel futuro a restrizioni legislative, ecotasse e aumenti di costo, mentre il sole e il vento sono gratuiti.

Mentre si dibatte per il forno elettrico, Corex, rottame e centrale a carbone gli esperti ci dicono che il futuro della siderurgia è competere sul terreno del valore aggiunto della proprie produzioni, nella direzione della greeneconomy, innovazione tecnologia e capacità di ricostruire una filiera dell’acciaio. Porsi sul terreno dei costi è perdente, non si può competere con i costi dell’India, neppure con energia a costo zero. Il problema è se stare ad aspettale le proposte che vengono da fuori, discutere di queste ed essere etero diretti o mettersi a studiare. con tutti i soggetti interessati ‒ conclude Bruschi ‒, e aprire un percorso “costituente” di una nuova economia in Val di Cornia».

Adriano Bruschi (Legambiente)

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COPPOLA SU CENTRALE A CARBONE: «PROPOSTA IRRICEVIBILE»

Piombino (LI) – Luigi Coppola, segretario provinciale dell’Udc, commenta il “no” espresso dal sindaco Giuliani sulla centrale a carbone e denuncia il fatto che da anni non esista una programmazione affidabile e che i nostri politici non facciano altro che prendere «cantonate». Riceviamo e pubblichiamo integralmente.

«Le voci su una centrale a carbone nell’ambito Lucchini oggi sono una proposta, perlomeno così sembra, anche se non vi è ancora nulla di ufficiale ‒ inizia Coppola ‒. Nonostante ciò, la partita è già stata chiusa dal sindaco e dall’assessore competente, che pur non avendo avuto informazioni in merito, perlomeno così dicono, di fatto hanno confermato il loro “no” al carbone, anche se appellandosi esclusivamente al referendum di 35 anni fa. Sarà stata una mossa tattica, la loro? Chissà? Potrebbe anche essere! Forse un modo per sondare il terreno e capire cosa ne potrebbero pensare i cittadini. Ovviamente il loro no può essere anche interpretabile, il che potrebbe far presagire possibili cambiamenti d’opinione strada facendo.

La realtà ‒ continua Coppola ‒ è che in questo territorio oramai da anni non esiste programmazione, ed oggi siamo costretti a vivere alla giornata, sperando che ogni proposta che arriva sia potenzialmente realizzabile. La lista delle cantonate volutamente prese si allunga rendendoci sempre più deboli e passibili di ricatto occupazionale da tutti i fronti. La politica continua a crogiolarsi nella sua autoreferenzialità, più attenta a costruire il consenso nell’immediato con promesse irrealizzabili che a concepire soluzioni a lungo termine. La centrale a carbone nell’ambito Lucchini è una proposta irricevibile al momento, non solo perché vi sono implicazioni ambientali concrete, ma anche perché vi è un impianto ENEL attivo fino al 2015, del quale dovremo capire cosa fare. Oltretutto la produzione energetica fine a se stessa, senza concrete implicazioni nell’ambito siderurgico, non è plausibile in un territorio già fortemente contaminato.

Ad oggi corex e forni elettrici sono solo illusioni, non vorremmo che qualcuno li tirasse in ballo per far passare un’ipotetica centrale a carbone. Il gruppo Jsw o chi per lui ha un interesse preciso e lo ha manifestato in modo chiaro e soprattutto vincolante, ed a quanto pare non vi è nulla di illusorio, bensì ciò che chiunque con un po’ di raziocinio avrebbe immaginato. Comunque è imprescindibile che su temi così impattanti sotto ogni profilo, visto anche il referendum passato, sia indispensabile che si torni a far esprimere direttamente i cittadini, a fronte oltretutto di una politica locale troppo prona a logiche regionali e ‒ conclude Coppola ‒ pertanto inaffidabile».

 Luigi Coppola (Segretario Provinciale UDC)

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MATTEO TORTOLINI: SCELTE CHIARE SUL FUTURO DELLA CITTA’

Piombino vive un passaggio cruciale della propria storia. La questione va affrontata alla radice. Vogliamo o meno ricostruire un polo siderurgico moderno e compatibile con un territorio che esprime molte altre importantissime vocazioni? Nel momento in cui avremo un interlocutore industriale con cui misurarci, se la nostra risposta è affermativa ci saranno scelte da fare coerenti e che abbiano una concreta fattibilità economica affrontando il nodo di fondo, ovvero la competitività e la qualità delle produzioni. Non bastano pur importanti obiettivi pubblici per rimettere in marcia la produzione di acciaio. Né aspettiamoci eventi salvifici o annunci risolutori. Bisogna uscire da una trincea resistenziale con proposte pubbliche credibili e compatibili col mercato. Non ci sono complotti da evocare, né la scorciatoia di una comprensibile ma autoreferenziale critica al governo. Non sottovaluto i grandi interessi in campo di chi vorrebbe ridimensionare Piombino, tuttavia evocare i nemici di per sé non rappresenta una proposta di governo credibile. Così come è evidente che relazioni istituzionali robuste e un sostegno del Governo sono fondamentali ma occorre avere una proposta nostra forte e credibile. Per questo vedo tre assi di iniziativa: 1) Usciamo da una disputa ideologica sul carbone. Abbiamo detto che vogliamo un forno elettrico e un Corex. Se la proposta di una centrale nel perimetro siderurgico fosse slegata da un disegno industriale la discussione potremmo anche abortirla. Dopo di che discutiamo di soluzioni progettuali, impiantistiche, ambientali ma il punto di fondo non può che essere la relazione tra l’energia e la ricostruzione di un polo siderurgico moderno e competitivo esteso anche a Magona e alle Pmi. 2) Ragioniamo di saldi ambientali e inseriamo la centrale di Tor del Sale nell’Accordo di programma e a regime la chiusura della cokeria. Su Tor del Sale è suggestiva l’idea di una riconversione turistica del sito. Lavoriamoci consapevoli che più le funzioni che immaginiamo saranno urbane o turistiche più i costi di bonifica lieviteranno. 3) Nel dibattito s’immagina un forno elettrico non in città ma in Padule con lo spostamento degli impianti. E’ comprensibile per motivi ambientali e urbanistici: si potrebbe avviare su un’area omogenea un grande processo di trasformazione, recuperando alla città porzioni di territorio e dotando il porto di aree rilevanti. Tra l’altro potremmo rivisitare il progetto del secondo lotto della 398 probabilmente con costi inferiori. Anche qui dobbiamo sapere che più alte saranno le ambizioni, più credibili dovremo essere nel cercare le compatibilità economiche. 4) Sul porto è in corso un lavoro straordinario. Il tema sarà come connettere questa infrastruttura con le aree produttive, con la città, ben sapendo che gli investimenti non sono finiti e che se immaginiamo un polo di rottamazione e di refitting occorrerà dotarsi di strumenti che ancora non abbiamo (bacino, impianti smaltimento, laboratori) sperando che gli investitori rispondano. Ho volutamente affrontato i nodi più sdrucciolevoli perché diffido di chi avendo responsabilità pubbliche si limita a lisciare il pelo delle aspettative. Va da sé che l’attuazione dell’Accordo di programma è fondamentale per accompagnare un processo urgentissimo di bonifica ambientale. Tuttavia dobbiamo sapere che la sola politica di finanziamenti pubblici è necessaria ma non sufficiente. Per questo è il momento di discutere e decidere avendo in testa un disegno di fondo e parlando apertamente con i cittadini un linguaggio di verità. Perché non esiste una Sinistra capace di “connettersi sentimentalmente” con i lavoratori senza parlare il linguaggio della verità, senza il coraggio delle riforme e delle scelte, senza valutare le compatibilità di qualsivoglia disegno pubblico. L’alternativa è il populismo mentre i lavoratori sono a casa.

Matteo Tortolini (consigliere regionale Pd)

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FABIANI: SIAMO CONTRO A NO PREGIUDIZIALI

“Noi siamo contrari a no pregiudiziali, non solo perché sappiamo bene che la tecnologia ha fatto passi in avanti anche sul piano della sostenibilità ambientale degli impianti di produzione energetica a carbone, ma anche perché vogliamo valutare i progetti”. Così il Segretario PD Val di Cornia-Elba interviene nella discussione sul futuro della città di Piombino e del territorio. “Quando ci verrà presentato un progetto, chiederemo a Comune e Regione di fare una nostra valutazione, in autonomia, e fondata su tre pilastri: il primo è la tutela dell’ambente e della salute dei cittadini, attraverso l’inserimento dell’impianto di produzione energetica a carbone insieme agli impianti siderurgici i quali devono restituire un saldo ambientale positivo; il secondo sono le reali ricadute occupazionali cercando di capire quanta forza lavoro può essere recuperata da quella potenzialmente in uscita dal polo siderurgico e quanta nuova forza lavoro può essere occupata con riferimento ai nostri giovani e a quelli di loro più professionalizzati; il terzo è la compatibilità con le altre vocazioni economiche del territorio, non solo siderurgia , cercando di capire quante e quali sono le possibilità di integrazione col polo siderurgico fondato su un nuovo assetto, che conosceremo solo attraverso il nuovo piano industriale che Jindal dovrà presentare e su cui il territorio, istituzioni e parti sociali dovranno discutere e verificando i vantaggi possibili in termini di costi dell’energia per le aziende del territorio, ma anche turismo che significa ambiente, paesaggio, parchi”

“Sulla base di questi tre punti – prosegue Fabiani – le istituzioni locali e toscane, magari con l’apporto scientifico delle Università e delle migliori intelligenze in circolazione dovranno fare una verifica rapida ma attenta, rigorosa, autonoma e senza pregiudizi, come si usa dire, “facendo le pulci” al progetto che ci verrà presentato. L’altro paletto, poi, che abbiamo fissato ormai da tempo e che per noi è irrinunciabile – chiarisce il Segretario PD – è lo smantellamento della centrale di Tor del Sale, con una riconversione di quell’area a fini turistici in coerenza con il contesto in cui si inserisce, la “Costa Est” di Piombino e il Golfo di Follonica che oltre ad essere una delle più straordinarie porzioni del nostro patrimonio naturalistico rappresenta anche un motore fondamentale per l’economia turistica locale. In questo senso la realizzazione di una nuova centrale all’interno del perimetro industriale, scelta da noi auspicata più volte, deve necessariamente andare di pari passo con lo smantellamento, la bonifica e la riconversione dell’area in cui insiste l’attuale centrale di Tor del Sale, per questo ENEL deve essere della partita”.

In sintesi i punti che indica il PD sono ambiente, ricadute occupazionali, integrazioni con il tessuto produttivo locale, e superamento di Tor del Sale. “Sottolineando, qualora ve ne fosse bisogno, che in ogni caso, non accetteremo mai ricatti occupazionali. Tra ambiente e lavoro non si accettano scambi e non ci sono conflitti” così il Segretario Valerio Fabiani ribadisce la sua posizione.

Valerio Fabiani (Segretario di Federazione PD)

Scritto da il 18.7.2014. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

3 Commenti per “PIOMBINO: CENTRALE A CARBONE, A FAVORE E CONTRO”

  1. Rinaldo Sorgenti

    E’ incredibile come il senso delle parole si pieghi in tuttew le direzioni ed a volte risulti del tutto opposto agli stessi concetti che si esprimono.
    C’è chi dice che non si può continuare a perseverare con una mono cultura e poi si attacca all’esito di un improprio referendum svolto ben 27 anni fa!
    Chi ipotizza che sia opportuno sviluppare anche le vocazioni del territorio, facendo riferimento alle colture agricole, pensando che queste debbano essere in alternativa ed opposizione ad altre attività produttive, come sarebbe certamente la produzione elettrica con una grande centrale termoelettrica, o all’attività di smantellamento navale.

    Eppure queste attività non sono affatto alternative ma del tutto complementari, se solo si esce dagli stereotipi e dai luoghi comuni che dipingono la produzione elettrica, con una moderna centrale alimentata a Carbone, come se si trattasse di chissà quale “disastro”.

    Eppure ci vuole poco a documentarsi ed andare a vedere come i grandi Paesi sviluppati d’Europa e del Mondo (G8) producono l’elettricità a casa loro (Germania, USA, Giappone, U.K., Canada, ecc.).

    Peraltro, anche constatare che una grande Regione come la Toscana non abbia sul proprio territorio alcuno di questi impianti ed una riflessione sull”assoluta necessità di diversificare il “MIX delle Fonti” per la produzione elettrica, proprio per prevenire i gravi rischi che gli impianti intermittenti delle Rinnovabili (Solare ed Eolico) rappresentano ovunque.

    Ogni Paese avanzato e sviluppato deve poter disporre di tanta energia ed a condizioni davvero ragionevoli e sostenibili e per un Paese notoriamente povero di materie prime, la necessità strategica di diversificare le fonti è una necessità ancora più assoluta.

    Poi, tutte le attività parallele produttive necessitano di energia a costi ragionevoli e non considerare anche le condizioni di vantaggio che un sito come Piombino presenta (Porto, area industriale di insediamento impianti e di stoccaggio prodotto, linee elettriche di collegamento già esistenti, centralità per la distribuzione su tutta la Regione, ecc. ecc..

    Certo occorre un serio ed ampio dibattito, mettendo però da parte tutti i logori preconcetti e pregiudizi che spesso confondono le idee e dipingono il combustibile Carbone come dannoso, quando invece quello che conta sono le moderne tecnologie oggi disponibili (basti al riguardo vedere la moderna Centrale di Civitavecchia e quelle altre recentissime costruite in Germania) per rendersene conto.

    Coraggio, l’Italia ha bisogno di uscire dai soliti stereotipi dei “luoghi comuni” e di difendere e sostenere le capacità competitivew della nostro industria manifatturiera, da troppo tempo in grave sofferenza, per poter rilanciare il benessere e lo sviluppo a cui molti aspirano.

  2. lino

    A me il carbone fa paura perché è nero,sporca e inquina.
    Devo dire che mi fa molta paura anche la fame e ieri mio cognato mi ricordava che la miseria fa un sacco di morti.
    Siamo tra l’incudine e il martello ma la parte del martello in futuro la farà la fame.

  3. Antico

    Del carbone ne sentii parlare nel 1985-88,una vita fa insomma.Poi no al nuclerae e adesso di nuovo il carbone…Pensare di dire no al nucleare e si al carbone, credo sia un insulto alla mente umana.Le scimmie farebbero meglio!

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