EDITORIALE: «IO VADO AL MARE, VOI CHE FATE»
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: «IO VADO AL MARE, VOI CHE FATE»
Corriere Etrusco “numero 68” del 22 agosto 2014.
La Val di Cornia si appresta a tirare le somme di questa estate 2014, che è iniziata male, dopo una campagna elettorale basata su promesse che si sono sciolte come un ghiacciolo al sole (fine del ciclo integrale, Concordia a Genova e niente SS.398), che ha visto, dopo la nomina della nuova giunta “nel solco della continuità”, il Comune di Piombino che non è riuscito a coordinare le numerose iniziative turistiche senza che un evento abbia tolto i pochi turisti all’altro e con una stagione finita, se mai è iniziata, poco dopo ferragosto.
Settembre è vicino, e i primi cento giorni di governo in Val di Cornia sono passati senza che siano state avviate proposte serie e concrete; e gli slogan alla “Piombino non deve chiudere” non sono riusciti a salvare una città che sta perdendo pezzi pregiati alla velocità della luce. Urge un avvio delle bonifiche minori del territorio e un rilancio del commercio che sta subendo i danni maggiori non avendo ammortizzatori sociali come l’industria. I cartelli vendesi e affittasi sono così tanti per le strade che ormai da tempo hanno superato la soglia dell’imbarazzo.
Lo smaltimento delle navi militari, nonostante le promesse, lascia ancora più di un dubbio a chi sta seguendo l’operazione e potrebbe lasciare anche delle sorprese amare per il settore siderurgico, visto che tra i natanti da smaltire ci sono scafi in legno oppure in vetroresina.
La Jindal poi sembra sempre più interessata ai soli laminatoi, e complice la mancanza di compratori alternativi , grazie a Khaled e a chi lo ha voluto e sostenuto, vuole chiudere l’operazione ad una “cifra simbolica”, lasciando il problema delle bonifiche e personale in esubero allo stato italiano.
E per finire ci si è messo anche il tempo meteorologico, con un estate che c’è stata solo sulla carta e, complice la crisi, ha mostrato flessioni turistiche a due cifre in tutta la Val di Cornia con più della metà degli ombrelloni vuoti per lunghi periodi sulla costa Est.
La politica ci deve quindi dire oggi dove “deve” e “vuole” andare Piombino. Non è possibile fare (o peggio dire di fare) tutto e il contrario di tutto, perché non si è credibili davanti agli ipotetici investitori. Mancano alcune idee fondanti, che mai come in questo periodo, sono poche e spesso confuse, tant’è che i soldi che ci sono, si ha come la sensazione che o non si è capaci, o non si sa nemmeno come spenderli.
Un consiglio? Ripartire rapidissimamente dall’Unione dei Comuni per avere almeno una visione di area su industria, commercio e turismo e di lì cominciare a ricostruire gli strumenti della programmazione territoriale dato che tutti quelli approvati fino ad oggi sono stati completamente superati dagli eventi.
Giuseppe Trinchini
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