EDITORIALE: SOGNI DI UNA “CACCIUCCATA” DI FINE ESTATE
L’EDITORIALE di Giuseppe Trinchini
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EDITORIALE: SOGNI DI UNA “CACCIUCCATA” DI FINE ESTATE
Corriere Etrusco “numero 69” del 29 agosto 2014.
I dibattiti di questa settimana, e le notizie provenienti dall’India, presentano una situazione che sembra tutt’altro che positiva per la Val di Cornia in generale, e per la Lucchini in particolare.
La politica si “riempie la bocca” con l’accordo di programma concertato nel 2013 tra enti locali, Regione Toscana e Governo per dichiarare Piombino “Area di Crisi Industriale Complessa”, ma a domande specifiche su cosa fare per il rilancio della portualità e del territorio si scopre che le varie ipotesi, spesso completamente incompatibili fra loro, sono ancora allo studio.
Jindal intanto prende tempo e aspetta l’arrivo delle festività natalizie, e con esse della cassa integrazione per buona parte degli addetti allo stabilimento, certa che essendo l’unico compratore, dopo che Khaled e i suoi accoliti hanno allontanato dal bando di acquisto Lucchini tutte le altre offerte, ha il tempo dalla sua parte.
La situazione porterà a più miti consigli la politica che a quel punto, al prezzo di un “piatto di ceci”, probabilmente cederà agli indiani i laminatoi e buona parte delle aree retro portuali vendendo la cosa a lavoratori e residenti come un loro successo.
Tutto e il contrario di tutto quindi, ovviamente senza certezza alcuna. Questo è lo slogan che sembra riassumere la situazione attuale.
Navi da crociera e demolizioni di caccia-torpedinieri, bagnanti e centrale a carbone, ciminiere e pale eoliche sulla spiaggia dovrebbero, secondo i nostri amministratori, convivere serenamente insieme alle eccellenze dell’agricoltura e del paesaggio di cui è ricca la Val di Cornia.
Una “cacciuccata” che alla fine si riassumerà con 700-800 operai ricollocati da Jindal (ma a che prezzo?) e tante promesse che si spegneranno lentamente specie se avverrà l’incorporazione dell’autorità portuale piombinese in quella livornese.
Passati i primi cento giorni dalle ultime elezioni senza “colpo ferire” i nostri amministratori si avviano “serenamente” verso il primo vero autunno caldo della storia di questo territorio da venti anni a questa parte.
E così, mentre a Trieste riparte l’altoforno, Piombino affida ancora una volta il suo futuro in mani straniere.
Giuseppe Trinchini
La cosa triste … veramente triste, anzi drammatica, autolesionista e grottesca è il fatto che nonostante tanti, tantissimi insuccessi … LA GENTE HA CONTINUATO A DARE LORO IL VOTO !!!!!!!!!! E che maggioranza che si son beccati!!!! Allora perchè i Piombinesi si lamentano? Hanno ottenuto ciò che volevano … e ora zitti e tutti a “bucoritto” alla festa dell’Unità!!!!!