M5S, PRC E UN’ALTRA PIOMBINO RISPONDONO AL PD SUI QUARTIERI
Piombino (LI) – Il Movimento 5 Stelle piombinese, Rifondazione Comunista e Marina Riccucci, consigliere comunale e membro della lista civica Un’altra Piombino, rispondono al capogruppo del Pd Ilvio Camberini sulla questione dei quartieri.
Ricordiamo brevemente quanto accaduto: le opposizioni piombinesi avevano sottolineato che il Pd era decaduto nei consigli di quartiere perché non aveva rispettato i tempi per le nomine, e Camberini aveva loro risposto che i voti ottenuti sono più importanti di un cavillo burocratico. Riceviamo e pubblichiamo integralmente tutti i comunicati.
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M5S: «RISPETTARE IL VOTO POPOLARE VUOL DIRE AMMINISTRARE»
«Con questo comunicato ‒ iniziano i pentastellati ‒ vogliamo rispondere alle accuse del capogruppo PD Camberini, che ci accusa di non voler rispettare il voto popolare per la composizione dei consigli di quartiere. Anzitutto è doveroso premettere che nessuna forma di democrazia può esistere al di fuori delle regole condivise. Le regole in oggetto sono state peraltro introdotte dal PD durante lo scorso mandato e troviamo quantomeno assurdo che adesso siano loro, per ovvi motivi di opportunità, a criticarne la funzionalità.
Il fatto che il PD ritenga che l’aver palesato la propria inadempienza li esimi da una reazione delle opposizioni, la dice lunga sull’atteggiamento egemonistico che tale forza politica ha nei confronti degli organi di amministrazione del territorio ‒ continuano i 5 Stelle ‒. Tra le forze di opposizione non c’è un’alleanza e lo dimostra chiaramente il fatto che ci troviamo a votare in maniera divergente singoli provvedimenti, ma abbiamo in comune la giusta consapevolezza del ruolo che ci è stato affidato dai cittadini all’interno del Consiglio Comunale: vigilare sull’operato di chi amministra. A tal proposito dovrebbe essere proprio la principale forza di governo a farsi un esame di coscienza. A più di tre mesi dall’esito elettorale nulla si è mosso, le commissioni sono ancora inattive, da parte della maggioranza nessuna proposta è ancora arrivata in consiglio e nonostante la nostra richiesta non c’è stato modo di indire un consiglio ad agosto. Tutto ciò avviene in uno dei periodi più drammatici che abbia mai vissuto la nostra città.
La nostra convinzione è che tutto questo sia dovuto in larga misura alle divisioni interne del PD ed il fatto che il primo partito storico di Piombino, con la ramificazione che ha sul territorio e con il più alto numero di iscritti, non sia riuscito a presentare la lista dei consiglieri di quartiere, se non con 18 giorni di ritardo, ne è la prova schiacciante. Crediamo che il PD dovrebbe addirittura ringraziarci perché tutto questo sarà per loro uno stimolo ad attivarsi e ad anteporre il bene della città alle loro questioni interne. Iniziate ad esercitare il mandato ricevuto dai cittadini, amministrate questo territorio o quantomeno provateci! Questo significa rispettare il voto popolare. I cittadini vi hanno delegato ad amministrare ‒ conclude il M5S ‒ e non a litigare tra di voi».
Movimento 5 Stelle Piombino
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PRC: «IL PD NON DÀ PESO ALLE SUE STESSE REGOLE»
«Sappiamo tutti ‒ scrive PRC ‒, in quanto certificato dagli uffici, e ammesso anche dal PD, che questa forza politica ha nominato i suoi consiglieri di quartiere con un ritardo di ben 19 giorni, e che a norma di regolamento (da loro stessi redatto, in quanto forza di maggioranza che ha sempre governato Piombino) sono decaduti da tale prerogativa. D’altronde mica potevano sapere che avrebbero eletto un buon numero di consiglieri comunali e che quindi avrebbero dovuto nominare anche i consiglieri di quartiere.
A questo punto ‒ continua Rifondazione ‒ chiunque tra noi avrebbe contattato le altre forze politiche per cercare una soluzione condivisa, che li rimettesse in termini, ma non il PD, i cui consiglieri invece hanno cercato di mettere le altre forze politiche di fronte ad un atto di forza: noi siamo di più ci voteremo in consiglio la deroga, e la giustificheremo con un precedente del tutto eccezionale avvenuto la scorsa consiliatura. Il precedente di cui parla Camberini nel suo comunicato non è assolutamente pertinente al caso attuale, perché in quell’occasione deliberarono di rimettere in termini chi aveva sbagliato, perché la riforma era di pochi mesi prima e c’erano state delle oggettive difficoltà ad adeguarsi. Quindi fu un’ipotesi eccezionale.
Viene da chiedersi qual è il rispetto che il PD assegna alle regole che esso stesso ha contribuito a fissare. Se si può fare quel che si vuole perché tanto in consiglio abbiamo la maggioranza, quale sarà il limite, e chi lo stabilisce il limite? Il più forte? Mi piacerebbe pensare che il limite siano le regole, proprio quelle che oggi si vogliono forzare. Ed è nel rispetto delle regole ‒ conclude Rifondazione Comunista ‒ che le varie forze politiche di minoranza hanno trovato il fattore comune per combattere insieme questa piccola battaglia di principio».
Circolo PRC “V. Corallini”
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UN’ALTRA PIOMBINO: «IL PD NON PUÒ FARE CIÒ CHE VUOLE»
«Rispondere al capogruppo PD Ilvio Camberini è semplice ‒ inizia la lista ‒, perché semplicissimi e inequivocabili sono i presupposti giuridici che determinano le procedure e lineari sono le conseguenze sul piano amministrativo, come vuole democrazia: senza deroghe, senza abusi, senza cavilli burocratici di sorta. Il comma 5 dell’art. 12 non è interpretabile, ma esecutivo di quanto la sua lettera, chiarissima nella sua natura performativa, enuncia.
Ricordo a Camberini ‒ elenca Riccucci ‒ che quell’articolo non lo hanno scritto le minoranze, ma lo stesso PD. È ben strano che ora lo stesso PD ne esecri e ne ripudi i contenuti. Ricordo a Camberini che è stato Silvio Berlusconi a introdurre in Italia il procedimento, tutt’altro che democratico e costituzionale, che contano di più i voti dei regolamenti: non è un bel farsi epigoni, ma uno scimmiottare esempi tutt’altro che eticamente e politicamente edificanti. Ricordo a Camberini che la delibera di giunta che ha invocato non ha modificato quel regolamento e che dunque tale delibera non può essere considerata un precedente che autorizza la deroga. Se il regolamento deve essere cambiato, cambiamolo: ma nella sede istituzionale deputata. Ovviamente l’emendamento non avrà valore retroattivo.
Ricordo infine, e qui mi fermo ‒ annuncia Riccucci ‒, che il PD non ha scoperto adesso l’esistenza dei quartieri e nemmeno i vincoli di tempi per la nomina dei consiglieri: è al governo da tanto di quel tempo che questa sua inadempienza e questo suo ritardo fanno pensare a una inadeguatezza e a un’incapacità a governare molto gravi, piuttosto che a un senso di responsabilità e di rispetto nei confronti dei cittadini, e rimandano, piuttosto, a quei conflitti interni al PD che sono sempre più insanabili e incontrollabili. Certo, questo non autorizza il partito di governo a non adempiere ai doveri amministrativi di cui il voto lo ha incaricati. Non è delle minoranze il senso di irresponsabilità. Nello stesso modo in cui non è bello sentire ipotizzare che il partito che ha preso più voti abbia il diritto di fare sempre e comunque quello che vuole. Come, anche, non è ammissibile che in qualche modo si chieda alle minoranze di procedere fuori dai binari della legalità e li si penalizzi perché hanno fatto quello che le norme chiedono di fare.
Mi sarebbe piaciuto sentire un mea culpa e non un’arrogante e pretenziosa difesa di un operato che nessuno può avallare: nessuno avrebbe condannato o avrebbe mostrato rigidità, se ci fossero stati umiltà, considerazione dell’altro, cortesia formale e sostanziale. Questo PD, delle une come delle altre virtù, proprio è privo. Non so come possa giustificarsi di fronte ai cittadini. Forse è arrivato il momento che questo partito e i suoi esponenti rivedano modi e pratiche di essere voci e attori della politica: intanto ‒ conclude il Consigliere ‒ si smetta di fare ironia su alleanze e su un presunto sistema di congiurati che accomuna destra e sinistra e si prenda atto che le altre forze politiche piombinesi hanno tutte quello che tutte le forze politiche sono chiamate ad avere, nella pluralità di idee e di posizioni: il rispetto delle istituzioni».
Marina Riccucci, Consigliere Lista civica Un’altra Piombino