GIULIANI: «LA CRISI È UN’OPPORTUNITÀ PER PIOMBINO»
PIOMBINO (LI) – «La crisi del nostro polo industriale può diventare una straordinaria opportunità per l’innovazione dei nostri cicli produttivi.» Vede il bicchiere mezzo pieno il sindaco di Piombino Massimo Giuliani, presentando il 4 settembre il proprio programma di mandato davanti al consiglio comunale del capoluogo della Val di Cornia.
«Crisi vuol dire cambiare – ha proseguito Giuliani – e risolvere i problemi di Piombino significa partire per risolvere i problemi di tutta l’Italia.» Il sindaco poi difende le scelte dell’amministrazione Anselmi, di cui ha fatto parte come assessore al Bilancio, e della sua giunta, appena insediata: «Abbiamo fatto in un anno per il nostro porto quello che in qualsiasi altro posto d’Italia avrebbero fatto in almeno cinque o sei anni. Vogliamo la SS398 e sono sicuro che il governo troverà il modo. Saremo forse nel numero dei soli tre porti europei accreditati per refitting e per rottamazione navi, e vogliamo fare entrambe le cose. Penso che Piombino ce la farà.»
Un ottimismo che non è piaciuto alle opposizioni. Daniele Pasquinelli (Movimento 5 Stelle) ha rimarcato la non citazione del polo ospedaliero di Villamarina: «Non siamo d’accordo con un nuovo polo ospedaliero da costruire con risorse private. Il privato non deve mettere le mani in un ambito che noi riteniamo debba essere esclusivamente pubblico.» E sul porto ha aggiunto: «L’accordo di programma allo stato attuale è una scatola vuota. Lo smaltimento dei rottami delle navi e il refitting sono due cose completamente diverse che hanno bisogno di diverse professionalità. Puntiamo piuttosto sulla bonifica dell’area a caldo.» Fabrizio Callaioli (PRC) ha invece affermato che l’intervento statale resta essenziale: «La crisi di Piombino è lo specchio fedele della crisi nazionale ed anche europea dove le lobby di mercato hanno espropriato l’autorità politica dalle politiche industriali. Jindal – ha concluso Callaioli – fa il mercatino perché non c’è una controparte efficace che detti le regole al privato.» Marina Riccucci ha invece sottolineato l’eccesso euforico del sindaco: «Si parla di vittorie, di successi – ha detto la capogruppo di “Un’Altra Piombino” – e invece siamo nel dramma più profondo. La campagna elettorale è finita e sarebbe bene che il Partito Democratico e il sindaco Giuliani se ne rendessero conto.»
Una vera levata di scudi dei gruppi di opposizione che invitano il sindaco a non farsi parte di una «comunicazione renziana» fatta tutta di ottimismo e di annunci quando, invece, la situazione sociale, economica e culturale piombinese è percepita in maniera molto critica dai cittadini. E almeno una parte di questo messaggio deve essere stato accolto da Giuliani, se nella sua replica ha parlato del fatto che «se non consideriamo l’ultima guerra mondiale, siamo nella peggiore crisi della storia della città di Piombino.»
Andrea Panerini
Giuliani è pregato di non cominciare a usare il linguaggio di quel parolaio che l’ha preceduto. Cosa vuol dire “La crisi del nostro polo industriale può diventare una straordinaria opportunità per l’innovazione dei nostri cicli produttivi.»
Ci risiamo con la svolta epocale ? La città sta volando nel precipizio e la sua classe dirigente spara queste caz…te?
Un’altra precisazione in risposta alle ipotesi dei lunghissimi tempi evocati nelle considerazioni del PRC:
La realizzazione “green field” (ex novo, dove non c’era un precedente impianto od insediamento produttivo), richiede, nel mondo avanzato: Germania, U.K., Francia, Italia, Spagna, ecc. ecc.) 4-5 anni, mentre quando si interviene in un insediamento già precedentemente produttivo, grazie ad un insieme di infrastrutture già presenti ed comuni alle diverse attività, può ridurre sensibilmente i tempi di realizzazione, perchè alcune infrastrutture vengono riutilizzate e salvate.
Quindi ragionevolmente mediamente 3 anni. L’esempio della conversione della Centrale Termoelettrica di Civitavecchia (Torvaldaliga Nord) ne è un esempio concreto ed i dati sono ufficiali ed a disposizione. Peraltro, non ser virebbe il porto, la banchina, i mezzi di trasporto interni (nastri, parchi stoccaggio e ripresa, trattamento e riciclo acque, ecc. ecc.).
Insomma, concretezze e non ipotesi od esagerazioni, ma vero lavoro ed occupazione per molte professionalità diverse, oltre all’indotto, niente affatto trascurabile.
Non risolve tutto? Vero, ma se si aspetta la soluzione “perfetta”, vuol dire non voler risolvere il problema e neppure cominciare a farlo, gradualmente e concretamente.