CONFESERCENTI: «SI RISCHIA LA CHIUSURA DELLE IMPRESE»
Piombino (LI) – Abbiamo intervistato il Presidente di Confesercenti Piombino Antonio Baronti sul futuro della città e sui principali nodi da sciogliere di Piombino e della Val di Cornia.
Jindal parla di assumere circa 750 dipendenti degli oltre 2000 della Lucchini. Quali saranno secondo voi le ricadute negative per le imprese della Val di Cornia?
Le notizie hanno sempre bisogno di essere sostanziate con fatti concreti e conferme scritte, il che vuol dire che data la drammatica situazione locale anche questo numero di assunzioni nonostante non potrà essere risolutivo rappresenta comunque un’opportunità da non perdere. Serve un cambiamento di mentalità generalizzato, che porti noi tutti a pensare un territorio con una economia diversa, dove il rapporto tra impiegati dell’industria e degli altri settori sarà nel tempo progressivamente diverso. L’impatto sull’indotto è e sarà innegabile, anche le imprese del settore dei servizi e del commercio che rappresentiamo come Associazione ci lanciano segnali precisi di difficoltà, servono decisioni rapide ed impegni precisi che siano in grado di dare anche agli altri settori indicazioni su quali saranno gli sviluppi futuri dell’economia locale, fossero anche quelli di un ridimensionamento dell’industria purché affiancato da un parallelo investimento sui settori del turismo e perché no dell’industria per la lavorazione dei prodotti agricoli.
L’immobilismo che ha caratterizzato negli ultimi mesi la politica istituzionale e locale e la mancanza di risposte certe sta delineando un quadro di grande confusione, che bloccano ogni possibile investimento che eventuali imprenditori potrebbero fare sul territorio. Quali le principali critiche dei vostri iscritti?
In effetti sarebbe limitativo e scorretto guardare solo alla lentezza con la quale si muovono le amministrazioni locali, il problema è di carattere nazionale e a dire il vero buona parte delle difficoltà a livello locale dipendono proprio da questa situazione. Ci auguriamo che si possa superare rapidamente questa situazione di stallo e che si possano sentire a breve gli effetti anche su territori come i nostri, anche perché le imprese sono al limite: quello che chiedo, per quanto di competenza degli amministratori locali, è certezza e celerità nelle scelte.
Le imprese della provincia di Livorno sono in fermento non potendo più sopportare il continuo aumento dei costi di gestione (pensiamo ad esempio alle ultime vicende legate ASA) e le nuove tasse come la TARI. Quali le possibili soluzioni?
Sono anni che come Confesercenti portiamo avanti una battaglia per far capire alle amministrazioni locali che la tassazione sulle imprese rappresenta un onere che influisce in modo determinante sul tasso di sopravvivenza delle imprese. Lungi da noi negare che acqua e rifiuti siano uno dei problemi del secolo e che tutti noi dobbiamo essere pronti ad assumercene il costo e la responsabilità, ma d’altra parte qui si rischia di far chiudere le imprese per un’eccessiva pressione della tassazione quando invece proprio una saggia modulazione della tassazione potrebbe essere la leva per sostenere le imprese! Ci aspetta un autunno caldo, perché come Confesercenti non perderemo un attimo per stimolare l’amministrazione a trovare forme che sostengano le imprese invece di affossarle.
Turismo, commercio, piccola imprenditoria. Sono ancora compatibili secondo voi oggi con impianti altamente inquinanti come una nuova centrale a carbone o impianti vista mare come Tor del Sale?
Quello che non è più compatibile è lo scambio che per lunghissimi decenni ha segnato la nostra cultura e il nostro modello di sviluppo industriale: salute e paesaggio in cambio di industria. E su questo punto noi siamo convinti che un nuovo futuro di sviluppo economico per il nostro territorio non possa non passare da un cambiamento epocale di mentalità di ciascuno di noi. Non si può pensare di essere aprioristicamente contro l’industria, ma siamo profondamente convinti che il futuro della nostra economia, della nostra città e delle nostre generazioni passerà attraverso un modello di sviluppo diverso, nel quale una nuova forma di industria (fatta di imprese a basso impatto ambientale, di efficienza energetica, di nuove tecnologie) sia in grado di creare un rapporto sinergico con del turismo, della produzione agricola di qualità e di una portualità alternativa.
SS 398: dopo tutti questi anni è ancora una realtà o solo una chimera?
Ci auguriamo che su questa, come sulle altre partite accennate prima, la nostra amministrazione comunale possa in futuro avere maggiori certezze in modo da poter esercitare la propria funzione di gestione del territorio in modo pieno, nell’interessa della sua collettività.
Giuseppe Trinchini