NAVI MILITARI: ANCORA PROBLEMI PER PIOMBINO
Piombino (LI) – Dopo le recenti notizie sulla stampa che davano le navi militari promesse a Piombino in partenza per Genova, il ministro della difesa Pinotti, con una nota ufficiale prende le distanze dalle affermazioni del presidente dell’Autorità portuale di Genova Luigi Merlo, che prevede la possibilità che ci siano più siti per lo smantellamento di navi da guerra in Italia.
«Se per caso decidessero di demolire immediatamente tutte le navi militari – aveva commentato Merlo – è chiaro che non basterebbe un solo sito, probabilmente ci vorrebbero più siti. Ma il ministero della Difesa, anche se ha individuato il sito di Piombino nell’accordo di programma, dal punto di vista di chi poi sarà il soggetto chiamato a effettuare l’intervento, presumo dovrà attivare una gara di evidenza pubblica».
Merlo inoltre aggiunge anche che al momento le risorse per la demolizione delle navi da guerra non ci sono, ma che devono essere «demolite perché anche in questi casi si pongono problemi di sicurezza».
Nonostante questa affermazione, il presidente dalla Regione, Enrico Rossi assicura che per demolire le navi da guerra a Piombino ci sono già 20 milioni di euro. E che il ministro Pinotti gli ha ribadito personalmente l’impegno a rispettare questo accordo di programma domenica scorsa.
Dal ministero della Difesa, però, non arriva alcun dettaglio alle domande su come intenda mantenere fede agli impegni assunti con Piombino, nonostante il documento preveda che il cronoprogramma debba essere comunicato dal ministero entro tre mesi dalla firma avvenuta il 24 aprile 2014.
Il ragionamento che fa il Presidente dell’Autorità portuale di Genova quindi sembra ineccepibile: per demolire le navi militari il Ministero della Difesa deve fare una gara, trattandosi di denaro pubblico, la gara non può che essere tra soggetti imprenditoriali che devono avere l’autorizzazione dal RINA per lo smaltimento navi. E sono questi soggetti che decideranno dove smaltire le navi militari. Piombino inoltre non ha ad oggi il bacino necessario; forse ce l’avrà se il Cipe approverà i 20 milioni di euro promessi. Dal 2015 poi entrerà in vigore la normativa comunitaria che detta le norme per i bacini, e così pure la convenzione di Honk Kong, che permetteranno di smaltire le navi in qualunque paese Ocse in regola con quelle norme.
Ad oggi Piombino quindi non ha ancora né infrastrutture né imprenditore, che invece esiste a Genova dal maggio 2014 ed è il Consorzio San Giorgio che sta adesso smantellando la Concordia.
Poi c’è la questione economica con i soldi del Ministero per smantellare le navi militari. Ad oggi non è stato stanziato ancora un euro. Dunque l’impegno sulla demolizione delle navi militari, preso nell’ Accordo di Programma firmato, rischia di essere solo carta straccia.
Giuseppe Trinchini