LUCCHINI: CEVITAL VINCE CON PIANO INDUSTRIALE DA 400 MILIONI
AGGIORNAMENTO DELLE 22.00 – Piombino (LI) – «Il Comitato di Sorveglianza di Lucchini SpA in Amministrazione Straordinaria e di Lucchini Servizi Srl in Amministrazione Straordinaria, riunitosi oggi a Roma, ha espresso parere favorevole ai sensi dell’art. 46 della Prodi bis, in merito all’Istanza per la cessione degli assets di Lucchini e Lucchini Servizi a Piombino, che il Commissario Straordinario Piero Nardi ha predisposto alla luce delle osservazioni emerse durante la precedente seduta del 21 novembre 2014. Con l’Istanza – che è stata consegnata agli uffici competenti del Ministero dello Sviluppo Economico, ai quali spetta il compito di avviare l’istruttoria amministrativa preordinata all’autorizzazione a stipulare l’atto di vendita ai sensi dell’art 42 della Prodi bis – il Commissario richiede, al Ministero dello Sviluppo Economico, di essere autorizzato alla stipula con il Gruppo Cevital del contratto preliminare di cessione dei seguenti rami d’azienda: Lucchini Piombino, Lucchini Servizi e Vertek Piombino, e alla cessione delle azioni di GSI Lucchini pari al 69,27% del capitale sociale.»
Con questo comunicato sembra concludersi il lungo tira e molla circa le acciaierie di Piombino e gli impianti annessi a favore del gruppo tunisino Cevital, il quale ha, tuttavia, il proprio core business nella trasformazione dei prodotti agro-alimentari. Cevital ha offerto, oltre ai 400 milioni di euro di investimento, un piano industriale dove è prevista l’acquisizione dei tre laminatoi più la realizzazione di un quarto, la costruzione di due forni elettrici (il primo entro 18 mesi, il secondo nel giro di due anni), indispensabili per riprendere la produzione a ciclo integrale dell’acciaio (dalla materia prima al prodotto) e per riassorbire, come promesso, i duemila operai tra fabbrica e indotto, oggi costretti alla cassa integrazione. In più, Cevital si è proposta anche di bonificare un’area industriale per poi realizzarci un impianto agroalimentare, settore in cui, come dicevamo, la società è leader in Algeria e in altre parti del mondo. Nella nota del Comitato di Sorveglianza Lucchini infatti si constata che «l’offerta del Gruppo Cevital presenta condizioni più vantaggiose di quella concorrente, sia per quanto riguarda gli interessi dei creditori, sia per ciò che concerne le ricadute sociali del Piano Industriale, che prevede a regime l’occupazione di tutto il personale di Piombino, mediante il rilancio della produzione di acciaio, e attraverso importanti elementi di diversificazione nei settori dell’agro-alimentare e della logistica e riguarda un perimetro più ampio, il che rappresenta uno dei criteri contemplati dal disciplinare di gara.»
Non è quindi stata considerata congrua l’offerta dell’indiana Jindal, ferma a un investimento da 100 milioni di euro per i tre laminatoi e con il solo annuncio di un forno elettrico, senza però inserirlo nel piano industriale. Questa prospettiva avrebbe riassorbito a lavoro solo 750 persone. Agli indiani, come sottolinea in un commento il Corriere della Sera, non è bastata l’esperienza a livello mondiale nel campo siderurgico né l’appoggio degli imprenditori del nord est italiano guidati da Antonio Gozzi, accorsi in aiuto perché spaventati dai due milioni di tonnellate all’anno promesse dagli algerini.
Tuttavia la nota di Lucchini si conclude con queste frasi: «L’offerta di JSW Steel Limited, ritenuta anch’essa meritevole di grande attenzione per l’interesse dimostrato verso il sito industriale di Piombino, manterrà comunque validità giuridica fino a gennaio 2015.» Un modo, pur nella massima fiducia nei confronti dell’acquirente, per tutelarsi da eventuali e imponderabili defezioni da parte di Cevital e anche per evitare il ripetersi di un nuovo «caso SMC» (il tunisino Khaled che si è eclissato dopo aver promesso di tutto). Dopo lunghi mesi di speranze, annunci e disperazione Piombino può, forse, cominciare a tirare un sospiro di sollievo a livello occupazionale. Restano comunque irrisolti diversi nodi tra cui la tempistica delle riassunzioni, alcune problematiche del cambio di denominazione sociale e, soprattutto, le valutazioni d’impatto ambientale delle nuove attività industriali.
E piovono subito le reazioni dal mondo politico e sindacale. «Questa è risultata essere la proposta di acquisto migliore e più vantaggiosa – afferma il sindaco di Piombino Massimo Giuliani esprimendo soddisfazione – Una scelta già fortemente vissuta e condivisa dal territorio e da molte istituzioni. Un’offerta con un piano industriale ancora da leggere nei particolari ma dalla quale emergono possibilità di mercato e grandi potenzialità di diversificazione economica. Accolgo quindi con piacere questa notizia anche per i risvolti molto positivi che può avere dal punto di vista occupazionale. Con oggi si comincia a chiudere questo lungo prologo e si inizia scrivere un nuovo capitolo dello sviluppo economico sostenibile del territorio. Voglio ringraziare anche l’altro gruppo indiano, la JSW Steel Limited per l’interesse e l’attenzione dimostrate nei confronti del nostro territorio.»
Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, rivendica invece un suo ruolo centrale per l’esito della vicenda: «L’offerta che il presidente del gruppo algerino mi aveva anticipato il 24 ottobre era davvero di grande interesse.» Oltre all’acciaio «saranno bonificati inoltre i terreni e si inizierà a produrre biodiesel, olio vegetale, mangimi e zucchero, con altri cinquecento posti di lavoro attesi. Nascerà anche un polo logistico per l’import-export delle attività del gruppo. Quattro punti pesanti per il rilancio dell’area e il suo futuro sviluppo economico», senza dimenticare che con il contributo della Regione sono stati realizzati «il potenziamento delle infrastrutture e gli incentivi per gli investimenti che hanno accresciuto interesse per l’investimento.»
Non nasconde la propria soddisfazione la CGIL attraverso il suo segretario generale della Toscana, Alessio Gramolati: «Dovremo tutti vigilare sull’attuazione del piano industriale, ma non c’è dubbio che oggi vengano premiate la lotta dei lavoratori e la scelta di sindacato e istituzioni di aver puntato su un Accordo di programma che ha realizzato, a partire dall’offerta portuale, un ambiente favorevole all’attrattività e al rilancio competitivo del territorio.»
Unica forza politica che, per il momento, ha espresso delle riserve è Rifondazione Comunista che ha ribadito quanto aveva già espresso in passato: «la soluzione auspicata da Rifondazione Comunista della vertenza Lucchini è sempre stata quella della nazionalizzazione – annuncia la sezione piombinese V. Corallini in una nota – dell’intera fabbrica o almeno di una joint-venture tra un privato, ben disposto ad investire nell’acciaio mantenendo in vita l’area a caldo garantendo così la piena occupazione di dipendenti Lucchini e del’indotto, e lo Stato, in virtù del fatto che l’industria siderurgica è un settore a rilevante interesse nazionale per cui non può esulare dal controllo e dall’amministrazione statale ed essere lasciato quindi in totale balia dei privati e del mercato. Tanto più che la teoria della mano invisibile del mercato si è rivelata pura follia ed ha portato ad una crisi economica mondiale che dal 2008 ci ha spinto sempre più a fondo.» Il PRC annuncia quindi che comunque l’arrivo della multinazionale algerina è «come una boccata d’ossigeno, ma anche con il beneficio del dubbio. Ci ha salvato da una morte annunciata, è vero, ma non per questo potrà venire qui e fare il far-west con scempio dei nostri diritti, della nostra fabbrica e della nostra dignità.»
Andrea Panerini
Gli #immigrati rubano il lavoro, grida tanta gente. Ma ora che lo portano? Come li definiamo? Ancora ladri? #Piombino http://t.co/VRsiOHHqAk
Dice MikyBruccoleri: “Ma ora che lo portano?” Lo portano ???, Si, nei sogni.
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