FONDO SOCIALE EUROPEO, LA TOSCANA RIPARTE DAI GIOVANI

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Lo stemma della Regione Toscana

LIVORNO – “Il Fondo sociale europeo è una partita importante, perchè le risorse previste per la Toscana costituiscono lo strumento principale di cui disponiamo per favorire lo sviluppo e l’occupazione e per investire sul capitale umano”. Così l’assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini, ieri (venerdì 5 dicembre) a Livorno, entra nel merito del tema del convegno “Ripartiamo dal Fondo sociale europeo”. L’assessore ha fatto il punto sulla nuova programmazione Fse 2014-2020 e su quello che oggi appare finalmente un quadro certo.

“L’integrazione europea è ormai una realtà e i fondi comunitari sono una delle principali fonti di finanziamento per le politiche regionali”. E’ partito invece da questa constatazione l’intervento dell’assessore all’istruzione, formazione e ricerca Emmanuele Bobbio. “La Regione – ha aggiunto Bobbio – ha scelto di puntare su tre potenzialità: cultura, paesaggio, capitale umano. Per quanto riguarda la formazione, in particolare, vogliamo utilizzare l’opportunità costituita dalle risorse Fse per creare una discontinuità, rinnovando e rendendo più efficace il sistema. In particolare si è scelto di puntare sui giovani, anche proseguendo politiche già inaugurate da tempo anche con il precedente periodo di fondi, come l’esperienza di Giovanisì e dei tirocini, e su interventi per istruzione formazione e ricerca in grado di sostenere la capacità di innovare e di creare il bello,che poi rappresenta la principale ricchezza della nostra regione. Un passaggio essenziale e un’occasione che la Toscana non deve lasciarsi scappare”.

Le risorse – Il Fondo sociale europeo coprirà poco meno di 10,5 miliardi di risorse comunitarie (cui dovranno aggiungersi le quote di cofinanziamento) e di questi circa 6 miliardi saranno gestiti direttamente dalle Regioni. In Toscana le risorse messe a disposizione dal Fse ammontano a 732 milioni in sette anni, quasi 100 milioni in più rispetto al precedente periodo.

Sommando queste risorse a quelle previste dal Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale che potrà contare su 792 milioni, le risorse a favore della Toscana ammontano complessivamente ad oltre 1 miliardo e mezzo di euro, destinate in buona parte al sistema produttivo, alla crescita sostenibile e all’occupazione dei giovani della Toscana. E’ questo il contenuto dei due programmi operativi toscani per il periodo 2014-2020, ai quali la giunta ha dato il via libera lo scorso 18 novembre.

“La Regione Toscana è nel gruppo di testa delle pochissime regioni italiane – ricorda Simoncini – che ha inviato i programmi alla Commissione Ue a pochi giorni dall’approvazione dell’accordo di partenariato. Abbiamo fatto uno sforzo per riuscire a sfruttare al meglio questa che costituisce, per la Toscana, la principale opportunità e la più forte leva di sviluppo di cui disponiamo di qui ai prossimi anni. E’ questo il motivo che ci ha spinto, unica regione italiana, ad anticipare con 82 milioni di nostre risorse l’arrivo effettivo dei fondi, cosa che ci ha permesso di mettere subito in cantiere interventi su ricerca, sviluppo e altro, che puntano ad aiutare le imprese a investire sulla propria competitività”.

Oltre alle risorse per le imprese, l’anticipazione ha permesso di garantire la gestione dei servizi per il lavoro e di mettere in campo interventi innovativi, come quello per il coworking, o come il finanziamento di incentivi per soggetti svantaggiati, il rafforzamento di percorsi universitari in collegamento con il mondo del lavoro, o il bando, di prossima pubblicazione, per i tirocini curricolari. La Toscana, in altre parole, usa i fondi europei facendo precise scelte di campo, orientando interventi e risorse nei settori individuati come trainanti dello sviluppo.

La sfida dei giovani – “Per quanto riguarda il Fondo sociale europeo – spiega Simoncini – la scelta della Toscana è netta: i giovani sono la priorità delle priorità ed è sulle politiche a favore dei giovani che si concentra il 35 per cento delle risorse, pari a oltre 255 milioni di euro in sette anni”.

Serviranno, fra l’altro, per proseguire e potenziare gli interventi sui tirocini (66 mln di euro), per l’orientamento, i percorsi di apprendistato professionalizzante, istruzione e formazione professionale (38 milioni), alternanza scuola-lavoro e servizio civile (73 milioni) e si sommeranno alle risorse per il funzionamento dei centri per l’impiego, gli incentivi per l’occupazione, gli specifici incentivi per le donne, che sono comunque un tema trasversale ai Programmi operativi toscani. Ancora, circa il 20% dell’intero Programma, in tutto 145 milioni, è destinato ad interventi di inclusione e promozione delle pari opportunità e per la coesione sociale, misure comunque concepite per favorire l’occupazione e non meramente assistenziali.

Particolarmente importante, in questa fase tuttora critica per la nostra economia, la scelta di destinare il 5%, circa 36 milioni, a interventi mirati per favorire la permanenza al lavoro dei lavoratori di aziende in crisi o in ristrutturazione e e per la formazione degli imprenditori.

“I giovani – riprende l’assessore – già da tempo al centro dell’attenzione della Regione, come dimostra fra l’altro l’esperienza di Giovanisì, sono la scelta strategica del nuovo programma 2014-2020. Ma insistiamo anche con gli interventi per il rilancio dell’occupazione e il contrasto alla disoccupazione. Il nuovo Por Fse insiste sul tema della formazione e credo sia particolarmente importante, nell’ottica di una crescita del sistema, la previsione di iniziative per la formazione e l’adattamento degli imprenditori. Una misura che va a vantaggio dello sviluppo e soprattutto, ancora una volta, del sistema di piccole e medie imprese, alle prese con problemi di adattamento e riposizionamento competitivo rispetto alle mutate realtà dell’economia”.

Al nuovo programma sono legati i temi della riforma della formazione e della gestione dei servizi per il lavoro, attraverso l’agenzia regionale per il lavoro, come anche Garanzia Giovani, che si pone in maniera sinergica e complementare al nuovo Por.

Un po’ di numeri – In linea con le dinamiche a livello europeo, anche in Toscana, sono stati soprattutto i giovani a subire i contraccolpi della recessione. Secondo i dati Irpet si è registrata una perdita occupazionale complessiva, dal 2008 al 2012, di 43mila occupati under 30, a fronte di un aumento di 25mila occupati adulti. Il gap occupazionale dei giovani, ovvero la crescita di occupati che servirebbe per tornare al rapporto occupati/popolazione precedente la crisi, è quindi non trascurabile: prendendo come base di riferimento il 2008, sarebbe necessario recuperare 39mila giovani occupati. Il progressivo deterioramento delle opportunità di lavoro per i più giovani è dimostrato ancor più chiaramente dall’ascesa del tasso di disoccupazione giovanile (25,2% nel 2012, circa 10 punti percentuali oltre la soglia del 2008) e dalla quota di giovani nella condizione di Neet: erano 64 mila nel 2008, sono oggi 94 mila e corrispondono al 19% dei residenti nella fascia di età tra i 15 ed i 29 anni.

Il punto sul Por 2007-2013 – A meno di un anno dalla chiusura, il programma a fronte di circa 660 milioni di risorse programmate, registra impegni di spesa per il 95% (pari a euro 630 mln di euro) e pagamenti per l’82,8%, (545 mln di euro) Sono 61.107 i progetti finanziati a beneficio di 262.191 destinatari, di cui più del 54% di genere femminile. La fascia di età da 15 a 29 anni raggiunge il 34,4% sul totale dei destinatari.

Scritto da il 6.12.2014. Registrato sotto Foto, Giovani e Sapere, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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