TOSCANA CHIEDE NORME CERTE SULL’AMIANTO NELLE RETI IDRICHE
FIRENZE – “Il Tavolo coordinato dalla Regione costituito per affontare la questione dal punto di vista sanitario e scientifico ha programmato le azioni da intraprendere e prime tra queste i campionamenti delle acque. Campionamenti che ad oggi hanno dato risultati tranquillizzanti”. Così gli assessori regionali a ambiente e tutela della salute, Anna Rita Bramerini e Luigi Marroni, sulla questione del cemento-amianto e la rete idrica.
“Insieme all’Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica – proseguono -, si è fatto poi il punto sulle conoscenze in nostro possesso e sulle norme che riguardano la presenza di fibre d’amianto nelle acque per le quali le “Linee guida per la qualità dell’acqua potabile” emesse dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 1994, e poi ribadite nel 2011, affermano che non esiste alcuna prova seria che l’ingestione di amianto sia pericolosa per la salute. A fine gennaio 2015 è previsto un nuovo incontro con l’Istituto Superiore di Sanità per la messa a punto della metodica analitica nazionale, mentre a metà gennaio è prevista la riunione del gruppo di lavoro regionale per la definizione del progetto di monitoraggio analitico e sulla rete delle condotte in cemento-amianto verranno selezionate le reti a maggiore rischio di presenza di fibre di amianto, valutate attraverso la vetustà delle condotte, l’aggressività delle acque e la portata fluente”.
“Ciò non di meno – concludono gli assessori – abbiamo provveduto a scrivere al Ministero dell’Ambiente e a quello della Sanità per chiedere che sia fissato un valore limite di legge anche per l’amianto che ad oggi, in base alla normativa italiana, non rientra nei parametri da analizzare”.
____________________________
Altro successo della Campagna “No Amianto Publiacqua”
Regione costretta al monitoraggio, ma non si rende conto che non possono esistere “valori limite”
L’Autority intanto tutela i profitti dei soci e vuole che a pagare per l’eliminazione dei tubi siano i cittadini con la bolletta
Dopo esser stati costretti ad affrontare il tema della rete idrica inquinata dalla fibra cancerogena dell’amianto la Regione Toscana e l’Autorità Idrica Toscana hanno annunciato il 23 dicembre di voler definire un Piano di Monitoraggio delle tubature inquinate presenti nella rete regionale. Il monitoraggio era uno dei contenuti chiave della Petizione lanciata ai primi di dicembre.
Il Monitoraggio promesso dalla Regione ha però un grande limite. Gli assessori regionali Anna Rita Bramerini (ambiente) e Luigi Marroni (salute) hanno infatti messo nero su bianco la loro scarsa competenza scientifica in merito al mesotelioma all’addome e alla pleura causato dall’amianto. Chiedono infatti al Governo che per l’amianto “sia fissato un valore limite di legge”, affermando così, in sostanza, che un cittadino può bere acqua contenente amianto purché il numero di fibre risulti essere sotto una soglia fittizia stabilita a tavolino. Garantiscono così i nostri decisori pubblici la serenità e la tranquillità dei loro cittadini/elettori? Berrebbero loro dell’acqua con solo “qualche” fibra di amianto?
La Campagna “No Amianto Publiacqua” si interroga quindi, e invita a riflettere, sul livello di conoscenza scientifica che sta alla base delle decisioni prese dai nominati dal presidente della Regione Enrico Rossi. E chiede al presidente, visto che i suoi assessori non danno risposte, perché si continua a ignorare il DM del 14 maggio del 1996 che impone una rapida sostituzione delle condotte in amianto e il controllo della presenza di fibre nell’acqua potabile interessata da tubazioni in amianto.
Preoccupa inoltre quanto dichiarato da Alessandro Mazzei, direttore dell’Autority, durante la conferenza stampa sull’amianto tenutasi in Regione. Sollecitato dalla domanda di un giornalista ha confermato che se l’eliminazione dei tubi sarà fatta a pagare saranno i cittadini con l’aumento della tariffa in bolletta. E ciò è francamente intollerabile, visto che Publiacqua ha già la bolletta più cara d’Italia e che solo quest’anno ha spartito tra i soci ben 47 milioni di euro di utile.
Su questo tema la Campagna ha chiesto – visto che i soldi ci sono – che a partire dal 2015 sia predisposto un piano triennale di eliminazione delle condotte in amianto, in piena sicurezza per i lavoratori e senza attendere il nuovo piano d’ambito che entrerà in vigore dopo il 2021.
La Campagna rende noto infine un decalogo che smonta argomento per argomento quanto ancora dichiarato dalle istituzioni.
1) I tumori all’apparato digerente derivano anche dall’ingestione di fibre di amianto presenti in acqua contaminata. Lo stabilisce la risoluzione del Parlamento europeo del marzo 2013 “Sulle minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all’amianto e le prospettive di eliminazione di tutto l’amianto esistente (2012/2065(INI)).
2) Nel 2005 viene pubblicata sulla rivista scientifica Cancer causes and control (ed. Springer) la ricerca norvegese “Cancer of the gastrointestinal tract and exposure to asbestos in drinking water among lighthouse keepers (Norway)”. Le conclusioni della ricerca sono le seguenti: “In conclusion, the results support the hypothesis of an association between ingested asbestos and gastrointestinal cancer risk, and stomach cancer specifically.”
3) Il Decreto Ministeriale del 14 maggio 1996 ha imposto una rapida sostituzione delle condotte in amianto e il controllo della presenza di fibre nell’acqua potabile interessata da tubazioni in amianto. Nel ’97 la ricerca finalizzata 377/A, su ricerca fibre amianto in acque toscane ha evidenziato una contaminazione nel 24% dei campioni analizzati. Da allora non sono state effettuate ulteriori analisi né è stato predisposto un piano di sostituzione.
4) A Carpi (Mo) con 70 milioni di euro si sostituiscono 290 km di tubature in amianto, Publiacqua sostiene di dover spendere 200 milioni per sostituire i 225 km presenti nella sua rete
5) Dal 2002-2010 i ricavi tariffari di Publiacqua sono aumentati del 92% passando da 90.903.970 milioni di euro a 174.805.958.
6) Il margine operativo lordo (differenza tra costi e ricavi prima di mutui e ammortamenti) è cresciuto del +521%
7) Gli investimenti sono diminuiti del 16% da 59.999.033 a 50.534.285 (2002-2010).
8) Ha realizzato solo il 56% degli investimenti previsti dai Piani d’ambito (2006-2009, dati Co.Vi.Ri ).
9) Publiacqua al 2014 NON ha realizzato 69 milioni di euro di investimenti rispetto a quanto previsto dal Piano d’ambito e da quello tariffario.
10) 100 milioni di euro, Il 20 % degli investimenti previsti nel Piano Interventi di Publiacqua (2014-2021) sono destinati al patrimoni aziendale non a migliorare le infrastrutture del servizio, anche per quanto riguarda la sicurezza (alcuni esempi):
a. Euro 20.000.000 Software
b. Euro 16.000.000 Sistema informativo territoriale (mappe)
c. Euro 4.750.000 Ristrutturazioni
d. Euro 4.550.000 Efficentamento gestione interventi (Wfm) e. Euro 4.000.000 Aggiornamento e manutenzione automezzi f. Euro 1.200.000 Manutenzione immobili.
_________________________
Medicina democratica – Campagna No Amianto Publiacqua
Amianto nell’acqua “potabile” e tumori da ingestione, Medicina Democratica: “Nessun limite può essere fissato”
Dopo le denunce di Medicina Democratica – organizzazione attiva nella Campagna No Amianto Publiacqua – sull’amianto nelle tubazioni di acqua “potabile”, la Regione Toscana si appresta a “normare” la presenza di amianto nell’acqua, cioè a fissare dei limiti, che ovviamente si dimostreranno “rispettati” dai gestori dell’acqua: per Medicina Democratica non c’è limite accettabile per una sostanza fortemente cancerogena come l’amianto ingerito, con tumori documentati alla prostata, all’ovaio, al peritoneo, al pericardio, al testicolo, come conferma l’Istituto Superiore di Sanità (leggi qui http://www.iss.it/pres/?lang=1&id=1459&tipo=6)
Lo affermano in una nota i referenti toscani di Medicina Democratica Gino Carpentiero, Gianluca Garetti, Maurizio Marchi e David Mattacchioni.
L’Istituto Superiore della Sanità e l’International Agency for Research on Cancer (IARC) prendono in considerazione le malattie che la letteratura scientifica indica associate all’esposizione all’amianto: mesotelioma della pleura, del peritoneo, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo, tumore maligno della laringe, di trachea, bronchi e polmoni, e ovaio, e pneumoconiosi.
Sono stati analizzati i dati disponibili nelle basi di dati dell’Ufficio di Statistica dell’ISS per quanto riguarda la mortalità e l’ospedalizzazione. Inoltre fin dal 30 gennaio 2013 il Parlamento europeo stabilisce: “anche diversi tipi di tumori causati non soltanto dall’inalazione di fibre trasportate nell’aria, ma anche dall’ingestione di acqua contenente tali fibre, proveniente da tubature in amianto – sono stati riconosciuti come un rischio per la salute e possono manifestarsi addirittura dopo alcuni decenni” (articolo 37).
Infine, come sostenuto ripetutamente dal Prof. Giancarlo Ugazio (ex patologo ambientale dell’Università di Torino) nella sua pubblicazione “La triade interattiva del mondo inquinato contro la salute”, Aracne Editore, le fibrille d’amianto sono dannose alla salute umana, sia se inalate, sia se ingerite, richiamandosi alle numerose ricerche del patologo giapponese Omura, fin dal 2006.
La Regione Toscana, mentre si appresta a “normare” la presenza di amianto nell’acqua potabile, impegni l’AIT e i gestori del Servizio Idrico Integrato a sostituire le vecchie tubazioni di cemento amianto in tempi strettissimi: una grande opera da compiere subito.
Medicina democratica invita a sostenere la Petizione No Amianto Publiacqua all’indirizzo https://www.change.org/p/eliminare-l-amianto-dai-tubi-di-publiacqua-spa